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I “nodi” ancora da sciogliere per le prossime comunali baresi

Se nel centrodestra barese il nodo da sciogliere è ancora quello del nome da individuare per la candidatura a sindaco, nel centrosinistra barese invece, per le comunali del capoluogo, è quello delle alleanze, poiché la riproposizione del sindaco uscente, Antonio Decaro, è un dato ormai acquisito anche per coloro che nella stessa coalizione forse mal digeriscono la scelta senza un minimo di discussione e confronto interno, considerato che in molti dei sondaggi finora effettuati il nome di Decaro non primeggiava nelle classifiche. Infatti, ancora una volta a decidere o, forse meglio, ad imporre nel centrosinistra la scelta del nome da presentare a sindaco, senza neanche una consultazione interna alla sua stessa coalizione, è stato il governatore pugliese e leader della corrente di “Fronte democratico” del Pd, Michele Emiliano, che nonostante ciò vuol continuare a far credere, a quanti nella coalizione avrebbero forse auspicato le primarie, che Decaro non sia una sua diretta emanazione politica, ma frutto di una non ben definita designazione politica locale e nazionale. Ma Emiliano – come è noto – non si è limitato solo a riconfermare Decaro per la corsa a sindaco di Bari alle amministrative del 2019, ma ha pure pensato alla strategia da seguire per riconfermarlo Primo cittadino. Una strategia non diversa da quella che lui ha già in mente di adottare per la sua riconferma a Presidente della Regione nel 2020 e che si basa sul coinvolgimento di forze ed esponenti politici in teoria inconciliabili, ma che in realtà potrebbero in Puglia essere tenti insieme dall’unico collante che potrebbe e dovrebbe tenerli uniti. Ossia la conquista del potere e la conseguente spartizione delle poltrone di governo e sottogoverno. Ed è così che Emiliano ha immaginato di poter rivincere alle regionale del 2020, ma anche di sperimentare la stessa formula  Bari nel 2019 per riconfermare Decaro. Una formula che dovrebbe vedere l’ex sindaco ed ex deputato Simeone Di Cagno Abbrescia e l’ex senatore Massimo Cassano, in passato entrambi di centrodestra, promotori rispettivamente di distinte liste civiche a sostegno del sindaco pseudo renziano Decaro. Liste, queste, che, insieme ad altre civiche, tra cui quelle promosse sempre da altri  transfughi già da tempo del centrodestra, come la consigliera ex “schittuliana” Anita Maurodinoia e l’ex consigliere comunale Fabrizio D’Addario, eletto a Bari nel 2009 nelle fila del centrodestra, dovrebbero – secondo le previsioni di Emiliano – fare la differenza necessaria a far rivincere (possibilmente al primo turno) Decaro nel 2019. Però, per tentare di strappare alle comunali baresi la vittoria al primo turno è sicuramente necessario che la coalizione larga di centrosinistra immaginata da Emiliano contenga anche tutte le frange della sinistra barese più radicale. Vale a dire l’area politica di Sinistra italiana, che nel capoluogo si compone principalmente di esponenti facenti capo all’ex governatore pugliese Nichi Vendola, e quella di Leu che invece conta soprattutto sui fuoriusciti dal Pd all’ultimo congresso nella primavera dello scorso anno. Frange politiche, queste ultime, che insieme nel capoluogo conterebbero prevedibilmente su un consenso che si aggirerebbe tra gli 8 ed i 10mila voti, o forse più se si presentassero con proprio candidato sindaco e fuori della coalizione che sosterrà Decaro. In ogni caso, il disegno elettorale strategico di Emiliano, per tentare di far vincere Decaro al primo turno, senza i voti della sinistra ideologica barese difficilmente raggiungerebbe l’obiettivo, poiché l’apporto di consensi che in teoria dovrebbero portare i transfughi baresi del centrodestra sarebbe da solo sicuramente insufficiente a raggiungere la maggioranza assoluta, necessaria per la vittoria al primo turno. E se così non fosse, senza i voti della sinistra barese vendoliana e di Leu al secondo turno per Decaro anche al ballottaggio la vittoria diverrebbe assai complicata da raggiungere. Infatti, il nuovo scenario politico nazionale e le contingenti situazioni locali, nell’eventuale turno di ballottaggio potrebbero verosimilmente favorire il candidato sindaco anti-Pd, e quindi anti-Decaro, di qualunque altra formazione fosse espressione. Pertanto il vero nodo da sciogliere per Decaro e la coalizione larga (o, forse meglio, trasversale) pensata da Emiliano per vincere a Bari nel 2019 è sicuramente quello del rapporto a sinistra. Ed è verosimilmente per tale motivo che il “gioco” delle parti tra Emiliano e Decaro continua a tenere banco nello scenario locale. Ma questo è certamente un “film” già visto nel Pd pugliese e, più in particolare, nel centrosinistra barese.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 15 Novembre 2018

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