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I nomi degli ultimi assunti alla Regione “scuotono” il Palazzo e i pugliesi

Le procedure di stabilizzazione sarebbero legittime, ma sicuramente poco trasparenti

Questa volta a scuote i Palazzi regionali della Puglia, ma soprattutto l’Opinione pubblica pugliese (e non solo!), è stata la notizia diffusa dal principale quotidiano locale, che nell’edizione di ieri ha reso noto che la Regione Puglia ha recentemente stabilizzato ben 42 funzionali dell’Assessorato all’Agricoltura presi, attraverso una selezione pubblica, con contratti di collaborazione a termine, a partire dal 2018, e che, grazie a proroghe ininterrotte per un periodo complessivo superiore a tre anni, in virtù di una legge statale si sono guadagnati il diritto al posto fisso alla Regione. Tutto legittimo, poiché successivamente il concorso previsto nella nostra Costituzione repubblicana (art. 97) per l’accesso nei ruoli della Pubblica Amministrazione è stato espletato, sia pur con un bando ritagliato su misura per i già dipendenti precari della Regione ed uno dei componenti esterni della commissione di concorso era incompatibile con tale ruolo, poiché era un dirigente politico e la legge vieta tal genere di incarico a chi negli ultimi due anni abbia rivestito cariche in partiti politici od organizzazioni sindacali. Insomma, tutto regolare o quasi per la procedura utilizzata dalla Regione per tali assunzioni! Ma sicuramente poco trasparente, se non fosse per il fatto che la Regione ha omesso di rendere pubblici (come invece previsto per legge) i nomi degli assunti con tale procedura, appellandosi ad una presunta “privacy” che, nella fattispecie non esiste, trattandosi – come è noto – di concorso pubblico e di pubblici dipendenti. E così i colleghi della principale testata giornalistica pugliese sono riusciti a far pubblicare i nomi degli agronomi assunti recentemente dalla Regione ed a scoprire che tra essi figurano due Primi cittadini pugliesi, uno dei quali è divenuto anche segretario del Pd della provincia di Foggia, un consigliere comunale, un ex assessore ed una candidata del M5S alle prossime amministrative del capoluogo dauno. Insomma, un elenco di assunti nel quale figurano diversi nomi collegati direttamente alla politica e che la Regione ha tentato di occultare invocando una fantomatica privacy. Di qui le ultime polemiche dell’opposizione di centrodestra alla Regione Puglia e, in particolare del partito di Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) che, con una nota a firma di tutti e sei i rappresentati in Consiglio regionale (il capogruppo Francesco Ventola e i consiglieri regionale Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone, Renato Perrini e Michele Picaro) ha, tra l’altro, obiettato: “si preferiscono gli avvisi interni alle agenzie, fondazioni, società partecipate sconosciuti ai più perché banditi sotto Natale o Ferragosto e dove i requisiti vengono, praticamente, cuciti su misura dei futuri assunti che dopo tre anni vengono regolarmente stabilizzati”. E, per i rappresentanti regionali di Fdi, non ci sarebbe neppure da meravigliarsi più di tanto, visto “che i nomi dei nuovi 37 funzionari agronomi, assunti nel 2018 come collaboratori, siano riconducibili a partiti di maggioranza, Pd e Movimento 5 Stelle (nei quali non sono militano, ma sono pure eletti in enti locali) ed a qualche sindacato che si fa paladino dei diritti dei lavoratori, ma poi riesce sempre a sistemare qualcuno dei suoi, od ad associazioni e movimenti di centrosinistra”. E, per Fdi, non desta meraviglia neppure il fatto “che i nomi degli assunti siano stati protetti da troppa privacy”, poichè anche con l’ultimo avviso di selezione dell’Acquedotto pugliese è stato fatto fanno così. E, quindi, per Fdi si invoca una inesistente privacy “ogni qualvolta svelare i nomi farebbe capire non solo chi sono gli assunti, ma anche chi li ha sponsorizzati”. Ma è anche chiaro, per il partito pugliese della premier Meloni, “che queste continue stabilizzazioni penalizzano le graduatorie di tutti quegli idonei dei concorsi della Regione Puglia”. Però, se pur rispettata la normativa vigente, hanno sottolineato gli esponenti meloniani, “c’è qualcosa che va oltre e si chiama morale pubblica che imporrebbe delle decisioni di opportunità politica”, in quanto – esclamano ancora da Fdi – “il messaggio che viene lanciato ai giovani pugliesi è deleterio!” Ovvero, “se si vuole lavorare in Regione Puglia non serve studiare e fare concorsi”, perché “basta entrare nelle short list degli amici degli amici, compresi di parenti!” che il posto fisso alla Regione Puglia è assicurato. A chiedere chiarezza dal fronte dell’opposizione di centrodestra alla Regione è anche il gruppo dei quattro consiglieri di Forza Italia (Paride Mazzotta, Napoleone Cera, Paolo Dell’Erba e Massimiliano Di Cuia), che con una nota hanno annunciato che “sul concorso per la stabilizzazione di 42 funzionari agronomi è necessario fare chiarezza” e per questo chiedono “l’audizione in Commissione degli assessori all’Agricoltura (ndr – Donato Pentassuglia del Pd) e al Personale (Gianni Stea dei Popolari per Emiliano)”. Anche il capogruppo leghista alla Regione Puglia, Giacomo Conserva, ha commentato la notizia sulle assunzioni alla Regione Puglia apparsa sul maggior quotidiano pugliese, per affermare che “è spiacevole per un consigliere regionale apprendere dalla stampa di anomalie, elementi inquietanti, sciatterie, registrati in un concorso di stabilizzazione riservato a ben 42 funzionari dell’assessorato all’agricoltura; ed è facile immaginare l’indignazione che i giovani pugliesi in cerca di occupazione avranno provato nel rendersi conto che tra i vincitori vi sono degli uomini politici, quasi tutti legati al centrosinistra”. “Erano tutti dei cosiddetti co.co.co che – ha rilevato Conserva – nel tempo hanno subito varie proroghe della loro condizione lavorativa fino a quando, e per fortuna loro, si sono ritrovati ad ottenere un contratto di lavoro stabile”. Però, ha proseguito il capogruppo del Carroccio, “le anomalie in quel concorso sono ad ogni angolo”, facendo presente che “alcuni commissari d’esame avrebbero un curriculum politico ed a presiedere la commissione sarebbe un dirigente del dipartimento agricoltura che già era a conoscenza dei nomi dei candidati, il che è legittimo ma irrituale”. Per poi, in conclusione, chiedersi: “Ma è sciatteria degli uffici oppure scelta politica?” E quindi, in futuro, “se alla Puglia possano essere evitate queste brutte figure” dando spazio all’unico criterio che dovrebbe essere utilizzato per le pubbliche assunzioni, ossia “la meritocrazia”. Ma se fosse sempre e solo così, la trasparenza alla Regione Puglia sarebbe sicuramente di casa.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 17 Ottobre 2023

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