Cronaca

I nostri giovani sono tanto sfaticati? “Qualche elemento di verità lo trovo”

 

“Meglio sempre evitare, per una questione di principio, giudizi frettolosi, tuttavia qualche elemento di verità c’è”: lo dice il diacono Tommaso Cozzi, responsabile nella Diocesi di Bari per la Pastorale del lavoro, commentando l’affermazione fatta alcuni giorni fa da un noto imprenditore locale sui giovani sfaticati. Una  sorta di bamboccioni in salsa barese.

Diacono Cozzi, davvero i nostri giovani sono tanto sfaticati?

“Non userei questi vocaboli che effettivamente rievocano definizioni del passato non troppo felici, i giudizi frettolosi sono da evitare. Tuttavia, qualche elemento di verità lo trovo”

 E allora, ci dica…

“Sicuramente oggi i giovani trovano molte difficoltà nell’entrare nel mondo del lavoro e questo fatto è dimostrato dai tanti cervelli in fuga all’estero che poi fuori d’Italia fanno bella figura. Tuttavia, occorre anche saper cambiare velocità e mutare la mentalità, adattandola ai tempi e alle nuove situazioni. Il modo di pensare al lavoro è diverso, come lo stesso approccio”.

Perchè?

“Il posto fisso, ormai, è da considerarsi una chimera sia nel pubblico, quanto nello stesso privato ed anche nel privato il lavoro subordinato ha cambiato pelle. Il giovane, dunque, bene farebbe a mettersi in gioco, eventualmente creando e facendo impresa. Quella della ricerca del posto fisso, effettivamente, è una caratteristica molto meridionale”

Magari ci si mettono, senza volerlo, le stesse famiglia iper protettive…

“La famiglia, in un tempo nel quale trovare lavoro è diffiicle, assume un lodevole compito di ammortizzatore sociale. Tuttavia, bisogna evitare per quanto possibile, che tanti si cullino nella eterna adolescenza magari fidando nella famiglia. Pensiamo che in altre nazioni i ragazzi si emancipano con maggior facilità e vanno via di casa in età molto inferiore”

In sintesi, quell’imprenditore, chiamando i giovani sfaticati, ha usato parole troppo dure o no?

“Le ripeto: le generalizzazioni e le sintesi non giovano. Penso che la sua possa anche essere la reazione, dovuta a una sua particolare esperienza, di imprenditore deluso dai giovani baresi. Magari ha avuto qualche rifiuto inaspettato ed ha reagito, probabilmente anche al fine di svegliare, in quel modo”.

Bruno Volpe


Pubblicato il 5 Novembre 2015

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