Cronaca

I numeri della disperazione sociale ed esistenziale delle famiglie

Disperazione  sociale ed esistenziale : si potrebbe sintetizzare così  l’attuale situazione economica e finanziaria  in cui versa  in Italia oltre l’11% delle famiglie, ma sarebbe oltremodo riduttivo. I dati e le cifre elencate ieri  nel corso dell’annuale conferenza stampa della Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici  tracciano un quadro a tinte fosche della situazione delle famiglie, con 8 milioni di poveri sul territorio nazionale, con i redditi fermi al 1996 ed i consumi a 15 anni fa.  Più di 71mila gruppi familiari  vivono in baracche, roulotte o  alloggi di fortuna; le banche hanno ridotto i finanziamenti per 32 miliardi, la pressione fiscale è oltre il 56 %. Il  2012 è stato l’anno più duro della recessione economica per le piccole e medie imprese, delle quali  oltre 100 mila hanno chiuso. Per quanto concerne la realtà locale, a Bari  si stima che sempre nello scorso anno siano state 32 mila le persone in condizione di povertà assoluta o relativa, con un aumento del 12 % rispetto al 2011, per  la  perdita del lavoro o della  casa; i pignoramenti iscritti presso il Tribunale sono stati 1.307, con un incremento di 207  sempre rispetto  all’anno precedente. I fallimenti sono stati 220, i concordati preventivi sono passati  da meno di 10 degli anni precedenti a 49, senza contare le vittime di usura ed estorsione che sfuggono al controllo per mancanza di denunce.  Un realtà di crescente povertà e di allarme sociale , insomma, che preoccupa non poco lo stesso  presidente della fondazione Don Alberto D’urso  : ” noi siamo dalla parte dei deboli  –  ha affermato il sacerdote incontrando i cronisti  – il nostro è un lavoro silenzioso, svolto da 50 volontari , 3 sacerdoti e 47 laici fra cui  professionisti ed ex bancari ,  a favore dei più bisognosi che si rivolgono a noi in cerca di aiuto e di sostegno ” . Ma un’ altra nota dolens, in questo contesto drammatico, per Mons. D’Urso  è rappresentata  oltre che dal proliferare dei negozi  di compravendita  di oro, anche dal gioco d’azzardo, a suo dire ” la principale causa  del ricorso all’usura e del riciclaggio del denaro sporco”.  I dati e le cifre anche qui fotografano una situazione  allarmante:  è di 88 miliardi di euro  il volume d’affari legato al gioco in Italia, con un aumento del 10% rispetto al 2011. Otto i miliardi è l’incasso effettivo dello Stato, 15 miliardi la quota di gioco illegale che sfugge ad ogni controllo, 1.890 euro pro capite la cifra spesa dagli over 18 per tentare la fortuna tra video poker  , slot machines , gratta e vinci, sale bingo.  Un’altra cifra da capogiro riguarda i 6 miliardi   stimati quale costo sociale  del gioco in termini di impoverimento delle famiglie, risparmio bruciato, usura . Sono 900 mila le persone dipendenti dal gioco d’azzardo, quasi 3 milioni quelle a rischio;  4.416 i siti del gioco on line illegale nella black list dei Monopoli di Stato. Ammonta, infine, a  277 i milioni l’incasso dei casinò italiani nei primi 10 mesi dello scorso anno, e 49 sono  i clan malavitosi operanti  nel settore gioco.  Qual è la situazione in Puglia relativamente a questa emergenza?  Nella nostra regione nello scorso anno sono stati  consumati circa 3 miliardi e 859 milioni di euro in gioco d’azzardo  con postazioni “fisiche” , almeno 700 milioni di euro in modalità on line sui siti internet ( poker ,casinò, scommesse ed altre forme) . La spesa procapite attribuita, infine , è stata di 946 euro, ma quella reale si aggira sui 1.120 euro, sempre per ciascun cittadino.  La città di Bari,ad esempio, ha una spesa pro capite di 1.022 euro,  mentre Foggia   ,stando ai dati , risulterebbe la più “virtuosa” con 778 di spesa . Brindisi appare la città più “viziosa” sempre  in termini di spesa pro capite con i 1.089 euro consumati da ogni singolo residente. Taranto e Lecce , rispettivamente con 1.066 e 848 euro .  Altri dati  relativi al gioco d’azzardo li ha forniti, sempre nell’ambito della conferenza stampa, l’avvocato Attilio Simeone. Il legale si è soffermato sulla pericolosità dei nuovi giochi on line,vere e proprie trappole per deboli  nelle quali vengono attirati  giovani , giovanissimi e persone anziane, definite con il nuovo neologismo  di “consumatori senior” . La piaga dell’azzardo non riguarda solo l’Italia, dove gente per lo più disperata dissipa le proprie già esigue finanze nella speranza di  centrare una vincita risolutiva, ma anche alcuni paesi dell’America latina quale il Brasile. Lì, nelle favelas brasiliane, fra la povertà più assoluta,  c’è  la più alta percentuale di scommesse al mondo.  Ma al di là dei drammatici  numeri  e del carico di disperazione che i dati forniti richiamano, si intravede  anche uno spazio   riservato alla speranza ed alla proposta . La Fondazione Antiusura  ha lanciato,infatti, un appello alle istituzioni presenti sul territorio (Comuni , Province , Regione e Camere di Commercio) invitandole ad un incontro per studiare percorsi concreti da intraprendere  come, ad esempio,  la realizzazione di un bollino verde per tutti gli esercizi commerciali ( bar , tabacchi , ecc.) che decidono di non ospitare slot machines  ed ogni  altro tipo di gioco d’azzardo.

 

Piero Ferrarese


Pubblicato il 9 Marzo 2013

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