I ‘pali’ del calcio non appartengono alle porte
Applausi al Kismet per un edificante lavoro di Roberto Saviano riscritto e diretto da Mario Gelardi
L’unione fa la forza. Per mettere in scena uno spettacolo ‘scomodo’ e costoso (ben cinque attori sono un popolo, oggi), o fai squadra o resti al sogno. Per fortuna Sardegna Teatro, Fondazione Luzzati, Teatro della Tosse e Teatro Sannazaro entrano in sintonia e producono ‘Cuore puro – favola nera per camorra e pallone’ ; lo spettacolo è andato in scena al Kismet nell’ambito di ‘Attraversamenti’, la stagione di prosa 24/25 a cura di Teresa Ludovico. Da un testo di Roberto Saviano, Mario Gelardi trae una drammaturgia graffiante che, a differenza di quanto il sottotitolo fa immaginare, non tratta proprio il tema dell’infiltrazione mafiosa nel mondo del calcio professionistico, bensì la capacità che la malavita organizzata dimostra di avere nel mettere a frutto tutte le braccia che riesce a incatenare : Ad esempio, tre ragazzini che a Napoli tirano calci ad una palla in uno spiazzo tra case popolari dove si spaccia, sono lì a far finta di giocare. In realtà sono lì a fare (pochi) soldi scagliando in alto il pallone – e gridando ‘o pallone!!!!…’ – ogni volta che le forze dell’ordine sono in arrivo. Sono ‘pali’, ingaggiati facilmente ventilando loro la possibilità di un provino nel Napoli ! Ma una volta presi nella rete, hai voglia a sognare le gesta di Maradona…A meno che la passione per il calcio non sia più forte di tutto e tutti. Allora sì, si trova il coraggio di tagliare la corda e cercare la fortuna sportiva a 600 km di distanza (anche per queste cose vale l’antico detto ottocentesco entrato in voga dopo l’Unità tra le plebi del Mezzogiorno : O migrante o brigante…). Dei tre giovanissimi di cui parla Saviano, uno trova il coraggio di dire no, per cui fugge a Parma, dove vede riconosciuto il proprio talento calcistico. E gli altri due ? Quando stanno per toccare il fondo (prestandosi – ancora come ‘pali’ – ad uno sporchissimo gioco che ha per oggetto l’espianto clandestino del cuore ad un giovane calciatore morto in un incidente stradale) dicono no! anche loro, dileguandosi. Non diverranno mai calciatori di grido, non avendo talento, ma uomini liberi, sì. Almeno si spera…. Nell’allestimento curato dallo stesso Gelardi, tutto si concentra nella parziale riproduzione di uno di quei campi da calcetto avvolti da un’alta recinzione. Ma non si vede un pallone… per quanto non si parli d’altro che di passaggi, assist, tiri, gol e del sogno di vestire la maglia azzurra più bella del mondo : quella del Napoli. Oltre i tre amici, a mettere piede all’interno del terreno di gioco sono soltanto un guappetto-manipolatore, che ha vita facile con la vulnerabilità tipica dei ragazzi della Napoli più povera, e una sorta di madre-coraggio che periodicamente transita a cercare di strappare il figlio alle lusinghe del falso procuratore. Interpretato dai bravi Vito Amato, Emanuele Cangiano, Carlo di Maro, Francesco Ferrante e Antonella Romano, ‘Cuore puro’ ha colore plumbeo. L’odore della speranza è remoto, non di meno ostinato. A effonderlo è la freschezza irresistibile dei protagonisti. Nei gesti, nelle parole, nei toni e nelle espressioni è palese una cosa : il fuoco dell’onestà, come la brace sotto la cenere, è in agguato… Il Male stia in guardia.
Italo Interesse
Pubblicato il 28 Novembre 2024