I pazienti dagli ascensori per i rifiuti alla sala operatoria
Le sale operatorie dell’ospedale San Paolo non rispetterebbero le principali norme di igiene sanitaria. Mancano infatti le ‘zone filtro’, indispensabili alla disinfezione dei germi e dei batteri, come invece previsto dalle disposizioni sanitarie nazionali. La notizia sconvolgente la da Vito D’Alano, Segretario Regionale del sindacato ospedaliero USPPI. « Siamo di fronte ad un vero e proprio scandalo sanitario, da sempre nascosto all’opinione pubblica dalla colpevole complicità dei dirigenti San Paolo, del personale medico e degli organi interni preposti al controllo sanitario ». Parole forti che, senza mezzi termini, puntano il dito verso “i diretti interessati alla tutela della salute del cittadino”. « È vergognoso – continua D’Alano – che i pazienti arrivino in sala operatoria addirittura con gli stessi letti usati per la degenza e per mezzo di ascensori con i quali si trasportano anche i rifiuti! ». Le parole del sindacalista sono confermate dalle foto che abbiamo scattato nel quartiere operatorio incriminato. La porta dell’ascensore si apre, e il paziente sfila via sulla barella nel tram tram di medici, infermieri e dirigenti ospedalieri, alcuni dei quali vestiti in giacca e cravatta, gonne e tacchi a spillo. Nessuna regola di sicurezza e igiene sanitaria, neanche la più banale, sembra rispettata. « In queste condizioni i rischi per il paziente sono altissimi – chiosa il rappresentante USPPI – si parla di infezioni respiratorie, allergie e, persino, la probabile diffusione di gravi patologie di tipo virale ». Ma non bisogna sottovalutare anche i rischi per la salute degli addetti ai lavori. « Dalle nostre indagini – sottolinea D’Alano – è risultato che anche il personale paramedico, prima di entrare nel quartiere operatorio, non indossa i camici e le mascherine igieniche… oltre alle condizioni dei pazienti, non vengono rispettate nemmeno le condizioni dei lavoratori ». Secondo indiscrezioni, la situazione di illegalità delle sale operatorie del S. Paolo era già stata segnalata dagli ispettori ASL (SPESAL e SISP), finendo nell’abisso burocratico dei ‘rilievi formali’ presentati alla Direzione Sanitaria. « Non c’è da stupirsi se i controlli e le segnalazioni finiscano, quasi sempre, in un nulla di fatto – accusa D’Alano – lo SPESAL e il SISP, gli organi preposti al controllo delle strutture sanitarie, dipendono direttamente dall’ASL Bari 4. In pratica, come accade spesso nel nostro Paese, il ‘controllore’ e il ‘controllato’ sono la stessa persona o dipendono direttamente dallo stesso ente ». Un problema, quindi, di incompatibilità e conflitto di interessi? « Le nostre sono solo supposizioni – continua il sindacalista – che però ci sembrano sensate, soprattutto quando ci troviamo di fronte a situazioni scandalose come questa ». Se le accuse dell’USPPI verranno confermate dagli organi giudiziari, spiega il sindacato ospedaliero, è probabile che il quartiere operatorio del S. Paolo verrà posto sotto sequestro ed i pazienti verranno spostati nei reparti di chirurgia di altre strutture ospedaliere. “Noi del sindacato – fa appello D’Alano – chiediamo il tempestivo intervento della Procura e degli organi giudiziari preposti per fare chiarezza sulla vicenda”, e, lanciando un segnale di distensione verso i dirigenti ASL, « Sarebbe corretto che gli ispettori dello SPESAL e del SISP ritornino sui loro passi progettando una nuova visita al San Paolo… ». A buon intenditor poche parole. Ma le accuse non finiscono qui. « Ogni anno vengono buttati al San Paolo centinaia di migliaia di euro per la fornitura e la manutenzione di filtri per l’acqua potabile: costosissimi, ma non funzionanti. Come mai questi fondi non sono stati utilizzati per mettere a norma le sale operatorie? ». Bella domanda. Chissà se i dirigenti ASL sapranno rispondere. La situazione delle sale operatorie rischia di mettere in secondo piano gli altri problemi del S. Paolo. « Sui cornicioni dello stesso ospedale si accumula lo sterco dei piccioni, e poi ce la questione della sicurezza: i cittadini vengono taglieggiati dai parcheggiatori abusivi e rischiano di essere rapinati dopo il calar del sole », denuncia l’USPPI. « E cosa dire delle condizioni del personale, costretto a turni massacranti che, naturalmente, incidono sulla qualità del servizio ». A queste ed altre scottanti questioni, dovranno cercare di rispondere i dirigenti del servizio sanitario. Intanto l’USPPI ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Bari e ai Carabinieri del Nas.
Mirko Misceo
Pubblicato il 4 Aprile 2011