Cronaca

I penalisti baresi si asterranno dalle udienze: troppi problemi irrisolti

Uno sciopero lungo cinque giorni, quello che vedrà protagonisti gli avvocati penalisti baresi. Dal 17 al 21 settembre tutte le udienze saranno sospese e vi saranno numerose iniziative, durante le quali saranno trattati quattro punti fondamentali riguardanti le problematiche della magistratura barese. Dal sovraffollamento delle carceri pugliesi, al problema dell’eccesso delle intercettazioni telefoniche, alla riforma dell’avvocatura. A fornire ulteriori dettagli ci ha pensato Egidio Sarno, presidente della camera penale “Achille Lombardo Pijola”, il quale ha dichiarato: “La situazione è molto critica. Si tratta di uno sciopero già preannunciato, legato a problematiche che non trovano soluzione. In questi cinque giorni di sciopero, organizzeremo una serie di dibattiti che toccheranno molteplici temi e cercheremo di aprirci ai cittadini e di dialogare con loro, coinvolgendoli nelle nostre iniziative”. Dunque, domani alle ore 11, presso la sede del Tribunale penale di Bari, in via Nazariantz, si svolgerà un confronto sul tema del giusto processo e del giudice terzo, al fine di denunciare la necessità di avere una figura che garantisca i diritti dei cittadini sin dalla prima fase delle indagini, perché solo la presenza di un giudice parziale costituisce l’antidoto più efficace contro gli abusi delle procure. Un secondo tema sarà dibattuto alle 15.30 dello stesso giorno. Si tratta della riforma dell’avvocatura, che prevede una liberalizzazione della professione, “niente più tirocinio, sembra che basti solo la laurea per diventare avvocati, quando invece è evidente la necessità di vivere la quotidianità degli studi legali e delle aule giudiziarie. Organizzeremo una tavola rotonda con i cittadini, la Camera di Commercio, Confartigianato e gli Enti locali, durante la quale chiederemo loro che tipo di avvocato vorrebbero. Siamo 25mila avvocati penalisti in Italia, credo si possa parlare abbondantemente di liberalizzazione, senza dover rendere la professione ulteriormente accessibile. E’ un momento delicato per l’avvocatura ed è importante confrontarsi per trovare le giuste soluzioni” ha sostenuto amareggiato il presidente Sarno. Giovedì 20 settembre, invece, alle ore 11.00 vi sarà il dibattito riguardante la giustizia sul territorio, durante il quale saranno illustrate le problematiche legate alla riorganizzazione delle sedi giudiziarie, con le previste soppressioni del Tribunale di Lucera e di tutte le sezioni distaccate, con conseguenti disagi. Infine, venerdì 21, sempre alle ore 11.00 si svolgerà presso il Palazzo di via Nazariantz, una tavola rotonda sul sovraffollamento delle carceri pugliesi, dove circa 70mila detenuti sono costretti a vivere in condizioni inimmaginabili. E’ dunque necessario assicurare condizioni di vita dignitose ai detenuti ed aiutare il loro inserimento nella società, continuando la lotta alla criminalità. E’ importante rieducare il detenuto, perché solo in questo modo è possibile ottenere risultati efficaci. “Il Tribunale del Libertà attualmente vive in un contesto di enorme disagio – ha poi spiegato il presidente Sarno – a causa della scarsezza di personale. La situazione del riesame è critica, poiché le deposizioni sono presentate in forte ritardo e molto spesso passano mesi, durante i quali non si può procedere con i ricorsi e non si può far nulla per accelerare i tempi. Manca il personale e i magistrati e gli avvocati sono costretti a lavorare più del dovuto”. Anche il tema delle intercettazioni telefoniche sarà al centro dei dibattiti che si svolgeranno presso il Tribunale penale del capoluogo pugliese. “Le intercettazioni devono diventare prove di reato e non devono essere usate come strumento di indagine preventiva. E’ necessario individuare dei punti fermi a riguardo e creare una legge, che preveda sanzioni per coloro che non la rispettino. Le intercettazioni rappresentano una drammatica incursione nella sfera più intima dei cittadini e ne condizionano la vita. Dunque – ha concluso Egidio Sarno – è necessario porre dei limiti invalicabili, oltre cui non spingersi: ascoltare le conversazioni e trascriverle è un grave reato, come lo è pubblicare il testo durante le indagini”.

Nicole Cascione


Pubblicato il 18 Settembre 2012

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