Cultura e Spettacoli

I predoni cercavano il sale?

Qualche km a sud di Brindisi, tra Capo di Torre Cavallo e Punta della Contessa, si estende una zona di 214 ettari caratterizzata da bacini d’acqua dolce alimentati da due corsi d’acqua – Le Chianche e Foggia di Rau – e da sorgenti d’acqua dolce nelle quali si infiltra quella salata dopo forti mareggiate (i bacini infatti sono separati dall’Adriatico da una sottile striscia sabbiosa). Il Parco Naturale Regionale Salina di Punta della Contessa è oggi oasi protetta dove trovano rifugio la tartaruga Emys orbicularis e quattordici specie migranti tra cui beccacce di mare, cigni, folaghe, aironi, germani reali e morette ; nell’area sono state costruite alcune ‘vedette’ da cui è possibile dilettarsi nell’osservazione degli uccelli. La storia di questo Parco è interessante. Fra il XIII e il XVIII secolo esso svolse un’importate funzione commerciale funzionando come Regia Salina (la prima in Puglia). A volere questo impianto nel 1465 fu Ferdinando I d’Aragona ; c’era necessità di reperire fondi necessari al risanamento e al ripopolamento della città in precedenza colpita dal terremoto e dalla peste. Con la fine dello sfruttamento della risorsa, malgrado un tentativo di riuso nell’Ottocento, l’area degradò in palude. La successiva bonifica, avvenuta nel dopoguerra canalizzando i due fiumiciattoli che sfociano in quest’area, ha trasformato la stessa in zona umida sottoposta a ‘protezione speciale’. Prima dei giorni dell’estrazione del sale, durante il medioevo, nel territorio del Parco si levava l’abbazia di Santa Maria de Ferorellis, un complesso ecclesiale di rito greco. Abbandonata, l’antica abbazia divenne poi una masseria (Masseria Villanova), munita di una torre di guardia. In seguito, venuta meno la funzione militare, con l’avvento dello sfruttamento commerciale del territorio, quella torre venne adibita a magazzino del sale. Un notizia da prendere con le pinze vuole che una notte del 1734 ignoti  siano sbarcati avanti alla Torre del Sale e ne abbiano preso possesso. Erano gli ultimi predoni provenienti dall’altra costa adriatica o da più lontano, il nord Africa o l’impero ottomano? In altri tempi sarebbero scesi a terra per fare preda di merce umana da destinare al mercato della schiavitù, che nel Settecento viveva gli ultimi scampoli di benessere. Erano venuti a rubare il sale? Le leggi universali dell’imprenditoria (anche criminale) insegnano che quando un settore entra in crisi (quello della schiavitù, per esempio) bisogna volgere lo sguardo altrove. Il sale, per esempio. Un deposito contenente tonnellate di preziosa e soprattutto mal custodita risorsa non è forse più allettante di uno stock di ragazze e fanciulli? Un’operazione mordi e fuggi da realizzare nel giro di un paio d’ore e al riparo della notte invece di un’azione sfiancante, lunga e rischiosa, condotta alla luce del sole… Attualmente quella torre, con relative pertinenze, versa in gravi condizioni di degrado. Solo due anni fa, ridotta a garage abusivo, è stata sgomberata di numerosi mezzi agricoli che ignoti tenevano lì parcheggiati.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 28 Aprile 2015

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio