I prefabbricati non li vuole nessuno e i migranti restano in condizioni disumane
Saranno costretti a trascorrere anche questo torrido mese di agosto e chissà, finanche settembre e tutto l’autunno, i migranti trasferiti nell’area dell’ex SET, ai margini del quartiere Libertà, in capannoni che definire disumani, probabilmente, è poco, alla periferia della Città. Certo, a distanza di tre mesi dalla promessa di bandire gare e appalti al Comune di Bari qualcosa si muove, almeno sul fronte della fornitura dei prefabbricati dove trasferirli un’altra volta, i ragazzi che ora occupano quei capannoni, ma a parte la ragguardevole somma di circa 1 un milione di euro per l’acquisto di ‘container’ abitativi al fine di garantire migliori condizioni di vita –si fa per dire…- agli stessi, nessuno sa bene né dove sorgeranno questi prefabbricati, né l’impresa aggiudicatrice che seguirà tutti i successivi passaggi burocratici. Senza tanti panegirici, tavole rotonde e convegni, questa è la situazione che racchiude la seconda accoglienza a Bari, quasi peggio della prima nel Centro di Bari/Palese. E a preoccuparsi veramente di chi sbarca da queste parti fuggendo nella maggior parte dei casi da violenze e guerre, più che i rappresentanti delle Istituzioni, sembrano essere i cittadini comuni, raccolti talvolta in comitati e associazioni di quartiere. Ma vogliamo dire le cose come stanno, senza tanti panegirici? Negli immobili dell’ex SET di Bari, è disumano lasciare vivere persone in quelle condizioni. C’è umidità, ci sono infiltrazioni d’aria, non ci sono le condizioni igienico-sanitarie per curare o prevenire eventuali focolai di malattie. Eppure il tutto continua a vivere nell’ombra, nonostante le promesse del Sindaco Antonio Decaro e del prefetto dell’epoca Antonio Nunziante che -…buon per lui – almeno ha trovato il tempo di farsi eleggere presidente del consiglio regionale. E così aumentano i dubbi che aspettano da troppo tempo di essere chiariti perché è un tema che non deve essere lasciato in secondo piano, solo perché magari ci troviamo nella periferia della città. E dire che a cavallo di inizio e fine dell’anno c’erano stati proprio loro, i migranti che stazionano nella tendopoli ex-Set di Bari, a incontrare nel Palazzo del Governo una rappresentanza del Comune e della stessa Prefettura. Per ribadire che nel giro <<…dei prossimi giorni verranno rilasciate le residenze per permettere ai migranti di adempiere a tutte le pratiche ed obblighi richiesti, tra cui il rinnovo del permesso di soggiorno>>. Per fortuna l’assessore comunale al Welfare Francesca Bottalico proviene dal mondo del volontariato e sta monitorando quotidianamente la situazione dei ragazzi che vivono in quei capannoni roventi, specie in questi giorni di caldo atroce. Lei fa quel che può, anche se il Comune ha parecchi problemi da risolvere, specie sul fronte della seconda accoglienza a rifugiati politici che sfuggono a guerre e tragedie. ““Certo, proprio ieri ho avuto l’ultimo contatto con i rifugiati e ritengo che la situazione, pur con tutte le sue problematiche da affrontare e risolvere, sia sotto controllo. Il Settore Lavori Pubblici sta completando le verifiche in seguito dell’appalto per il trasferimento degli stessi rifugiati nei prefabbricati e spero che entro la fine dell’autunno, magari anche prima, potranno lasciare i capannoni ex Set. I tempi per il rilascio delle certificazioni relative alle residenze agli aventi diritto? Le prime settanta richieste risalenti all’anno scorso, dopo un lungo e complesso lavoro di verifica dei servizi preposti, di questo Comune ma anche della Prefettura di Bari, è stato superato. Ora restano una quindicina di richieste da evadere, presentate dai diretti interessati proprio nei giorni scorsi””.
Le proposte per superare i problemi della seconda accoglienza a Bari
Ma l’assessore Bottalico sta lavorando alacremente anche su altri fronti, come il recupero di Villa Roth, un meraviglioso immobile di proprietà dell’ex Provincia immerso nel verde del rione San Pasquale che potrebbe tornare utile sul difficilissimo fronte della seconda accoglienza, a Bari, specie dopo che proprio l’ente comunale ha effettuato numerosi interventi di manutenzione e recupero, pur non essendo proprietario. Intanto gli stessi migranti e la rete di associazioni che li sostiene hanno già detto e ripetuto che un altro trasferimento, per di più in container in condizioni ancora peggiori dei capannoni di via Brigata Bari rappresenta un rimedio più cattivo del male. E così un paio di mesi fa hanno scritto e diffuso una “lettera aperta” alle Istituzioni per precisare ancora meglio la loro situazione precaria, soprattutto le condizioni di vita difficili all’interno della tendopoli ex-Set di Bari. Per tutta risposta l’assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Galasso ha spiegato che sono stati destinati e verranno utilizzati un milione e 600mila euro per allestire dei ‘container’ come sistemazione definitiva. <
Francesco De Martino
Pubblicato il 7 Agosto 2015