I rapporti insani tra mafia e religione
“Cristianesimo, mafia, cristianità” è stato il tema di un’interessante conferenza recentemente tenuta dallo storico del cristianesimo, il professor Giorgio Otranto, docente all’Università di Bari, presso il Circolo Unione. Otranto ha voluto esaminare i rapporti spesso insani che si vengono a creare tra mafia e religione utilizzando anche le figure dei santi.
Professor Otranto, perchè ha scelto quel titolo?
“Perchè la mafia e in genere le organizzazioni simili, da sempre hanno cercato di strumentalizzare e dunque utilizzare il sacro e la religione a fini di potere, prestigio e di visibilità sociale. Basti pensare recentemente agli inchini nelle processioni o al blasfemo e pacchiano funerale dei Casamonica a Roma”.
Mafiosi devoti?
“ I mafiosi spesso dicono di essere persone devote e credenti, certamente a modo loro. Non è un caso che nei loro covi spesso si trovino libri sacri, immaginette, video di messe, e bisogna dire che anche qualche uomo di chiesa si è prestato a certe richieste”.
Lei ha parlato di santità…
“ Perchè i mafiosi sono devoti ai santi e penso a due in particolare: San Michele e San Rocco. Pare strano, ma è così. San Michele è protettore della Polizia di Stato e allora i mafiosi lo hanno scelto in opposizione, come sfida. Quanto a San Rocco vale questo: lui fu carcerato, a leggere la storia del santo. Per questa ragione è ritenuto come un “collega” di sventura”.
Da che cosa dipendono gli inchini nelle processioni?
“ Dal fatto che i malavitosi intendono sfruttare queste circostanze e le manifestazioni della devozione popolare a fini di prestigio personale e di potere, per far vedere chi comanda, che sono i più forti, in grado persino di stoppare il percorso di un corteo. E’ un modo volgare e arrogante di affermare e ribadire la propria influenza. Purtroppo alcuni uomini di chiesa a queste richieste non hanno saputo dire di no. Ma va anche ricordato l’atteggiamento fermissimo usato da Papa Giovanni Paolo II ad Agrigento e recentemente anche da Papa Francesco”.
Fenomeno solo del Sud?
“Al Sud questo accade prevalentemente nelle processioni e nelle feste patronali, ma al Nord non sono messi meglio. La mafia è penetrata nella finanza e nell’economia”.
Bruno Volpe
Pubblicato il 23 Febbraio 2017