Cultura e Spettacoli

I Reali non sappiano! la strage insabbiata

E’ noto che la prora della nave che orna il Vittoriale degli Italiani appartiene ad una unità militare che porta il nome della nostra regione. Varata nel 1898, la torpediniera Puglia rimase in servizio sino al 1923, anno della sua radiazione e della parziale demolizione. Il suo varo fece storia per due motivi. Il primo è noto : questa torpediniera fu la prima unità costruita nell’Arsenale di Taranto. Il secondo è ignorato dai più poiché la notizia del grave incidente che turbò quel giorno fausto fu diffusa solo dall’Avanti! e da altre piccole, coraggiose testate, al contrario dei maggiori giornali i quali osservarono il ‘silenzio di regime’. Si era fatta sera. I due Savoia, i quali nella mattinata avevano presenziato al varo e scoperto una lapide commemorativa dell’evento, cenavano con sfarzo a bordo del Savoia, il panfilo reale, in compagnia della più selezionata società tarantina, mentre sulla banchina d’attracco musicanti scelti intonavano serenate. Una giornata così importante per Taranto non poteva chiudersi senza fuochi pirotecnici. All’accensione degli stessi avvenne la disgrazia. Un petardo difettoso, invece che in cielo, esplose a pochi metri d’altezza. La fiammata investì gli altri fuochi facendoli deflagrare. Nell’esplosione  morirono sul colpo tre artificieri (un corpo, scagliato in acqua, non venne mai ritrovato) ; quattro le persone gravemente ustionate, tra cui un quattordicenne. L’articolo dell’Avanti! denuncia che la tragedia non fermava né i musicanti, né la festa a bordo del panfilo. Il botto dovette certamente essere avvertito anche sul Savoia, dove forse fu solo ragione di stizza per il fatto che un comune incidente – che lì per lì nessuno poteva immaginare mortale – avesse privato l’allegra brigata di un atteso spettacolo. E’ da credere che nemmeno in seguito la famiglia reale sia stata messa al corrente della tragedia e ciò per precisa volontà dell’Autorità locale, inflessibile sul fatto che per colpa di artificieri incompetenti (accidenti a loro e a chi li aveva ingaggiati!) una giornata di gloria potesse voltarsi in esercizio di cordoglio. Lo dimostra il fatto che l’indomani i Reali assistevano a una parata navale prima di fare rotta verso Napoli ; fossero stati informati, non avrebbero mancato di deporre un fiore sulle tombe degli sventurati ed elargire un sussidio ai famigliari delle vittime. Non vogliamo difendere i Savoia dicendo che l’insabbiamento della vicenda fu solo colpa dei massimi rappresentanti istituzionali di Puglia (senatori, prefetti, magistrati, consoli…). Comportamento tanto più ignobile se si considera che la sera stessa della partenza dei Reali, quindi a 24 ore dal fattaccio, il Sindaco organizzò un banchetto di cento coperti in onore del ministro della Regia Marina, Ammiraglio Palumbo. Né, nei giorni a seguire, venne proclamato alcun lutto cittadino.

Italo Interesse

 

 

 


Pubblicato il 5 Aprile 2013

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