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I sindacati, battaglia legale per la crisi della Baritech

I sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl attiveranno per la vertenza Baritech “in tempi brevi tutte le forme di opposizione legale ai licenziamenti e tutte le azioni di rivendicazione delle relative spettanze di fine rapporto per i lavoratori, non escludendo la richiesta di interventi di tutela rafforzata per i crediti degli stessi”. Per venerdì i sindacati, che si sono riuniti, hanno annunciato un sit-in di protesta davanti alla prefettura di Bari “per rafforzare la richiesta di attivazione di una permanente cabina di crisi guidata dalla prefetta Antonia Bellomo, che coinvolga i responsabili della task force regionale, i dirigenti del Consorzio Asi, il sindaco metropolitano, il sindaco di Modugno e ogni altro soggetto Istituzionale che voglia essere presente al tavolo di crisi”. I sindacati e dipendenti sono tornati a battere il sentiero di guerra, con tanto di presidio permanente e un operaio che s’e’ anche incatenato davanti ai cancelli della fabbrica e un gruppetto che dall’altro ieri sera, come detto, presidia l’ingresso nella zona industriale tra Bari e Modugno. L’azienda che doveva rilevare l’opificio barese ha annunciato di non volere prolungare la Cassa integrazione, nonostante ci fossero ancora tre mesi di finanziamento disponibili. A vuoto, dunque, pure l’ultimo tentativo di evitare la crisi occupazionale ma l’azienda, nonostante l’intervento di parlamentari che preannunciavano interrogazioni urgenti e lo stesso presidente della Regione Emiliano, ha rifiutato di prorogare di un mese la Cig, come confermato dalle organizzazioni sindacali. Oggi intanto, i sindacati torneranno a riunirsi nella sede della Cgil di Bari per studiare delle soluzioni, ieri in extremis sarebbe arrivata anche una manifestazione di interesse, ma a quanto pare Baritech-Operations avrebbe risposto picche alla “task-force” regionale per l’occupazione, presentata da uno studio milanese specializzato in M&A. La decisione di non chiedere la proroga della Cig – motivata ufficialmente dalla mancanza di risorse finanziarie per anticipare la quota mensile del Trattamento di fine rapporto (tfr) e i contributi previdenziali, pur se previsti in misura ridotta – ha confermato il disimpegno del gruppo bresciano e reso chiari quelli che i lavoratori, i sindacati e lo stesso gruppo di crisi regionale hanno sempre sospettato. E cioè procedere alla vendita del solo compendio immobiliare, senza i lavoratori. L’ultima speranza? L’apertura d’un tavolo presso il ministero delle imprese e del ‘made in Italy’, invenzioni del centrodestra al governo per l’apertura urgente, in questo caso, d’una discussione sulle altre, possibili azioni da intraprendere a difesa di centro-tredici lavoratori baresi che si vedono veramente franare il terreno sotto i piedi. (fdm)


Pubblicato il 2 Febbraio 2023

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