I sindacati sferrano l’attacco: “Liste d’attesa indecenti”
Non vi vorrà poi molto che anche in Puglia potrà permettersi il ‘lusso’ di curarsi solo chi ha elevate possibilità economiche: tra liste d’attesa infinite che costringono il cittadino ad aspettare anche anni per un test o un’analisi, reparti emergenziali al collasso e ricoveri negati, la sanità anche in Puglia è diventata terra di nessuno. Lo hanno capito da tempo i sindacati autonomi che tornano all’attacco rivolgendosi direttamente al Presidente pugliese Emiliano, all’Assessore alla Sanità Palese e al Direttore del Dipartimento Salute Montanaro sulla grave situazione, appunto, delle liste d’attesa nella nostra sanità. “”Se chiedessimo all’azienda sanitaria locale una visita specialistica urgente, se va bene si aspetta sei mesi, viceversa se si prenota a pagamento dallo stesso medico e nello stesso ambulatorio/ospedale bastano pochi giorni o al massimo una settimana. E’ ormai un coro unanime, quello dei cittadini pugliesi. Ecco perchè abbiamo bisogno di un tavolo al più presto coi Direttori generali delle Aziende sanitarie pugliesi, Presidente Emiliano e Assessore regionale alla sanità””. A ribadirlo è stato il Segretario Usppi/Sanità Nicola Brescia nel corso dell’assemblea svoltasi l’altro giorno a Bari, per denunciare -come detto all’inizio – una situazione non più tollerabile, soprattutto per anziani e fragili, ancora una volta lasciati soli dopo due anni e mezzo di pandemia. E sempre più spesso costretti a rinunciare alle cure. “La situazione delle lunghe liste di attesa nella nostra sanità è talmente grave che diventa indispensabile sospendere l’attività intramoenia”, incalza Brescia. “Sono circa 400mila le prestazioni da garantire entro l’anno – prosegue il segretario Usppi/Puglia – e in alcuni casi le liste risultano chiuse e al paziente non viene assegnata neppure un’ipotetica data. Ed è bene ribadire che tutto ciò è espressamente vietato dalle norme. In Sardegna è stato applicato il blocco delle attività intramoenia, perché in Puglia no?” Insomma, una richiesta chiara per assicurare un “intervento straordinario” della Regione Puglia, riprendendo quanto già scritto nella stessa legge regionale n. 13 del 2019. E cioè sospendere temporaneamente l’intramoenia, per dare le prestazioni sanitarie anche a chi è esente da compartecipazione alla spesa, reperire e assegnare le risorse necessarie al finanziamento dei Piani di recupero delle prestazioni sospese e dei tempi delle liste di attesa, vigilare sull’attuazione delle misure previste dai Piani Operativi dei Direttori Generali delle ASL. Una realtà non più tollerabile per i rappresentanti sindacali, specie a beneficio di quei pazienti portati sempre più spesso a rinunciare alle cure. Pazienti che spesso non riescono manco a ricorrere alle prestazioni intramoenia, rimarca il segretario generale dell’Usppi/Puglia dopo aver raccolto una lunga serie di denunce. Esposti e denunce dalle quali emerge un “…sentimento di rabbia e dolore” che si sta diffondendo ogni giorno di più tra pazienti ammalati gravi e cittadini più fragili che, dopo oltre due anni e mezzo di isolamento da covid, si sentono ancor più traditi e abbandonati.
Antonio De Luigi
Pubblicato il 27 Gennaio 2023