I soldi del Pnrr tutti alla costa a sud, a nord neppure i ciottoli per sistemare la spiaggia
A Palese e Santo Spirito la speranza di molti residenti è ormai nella costituzione in Comune autonomo
C’è l’ok dell’amministrazione Decaro ai primi due lotti per la riqualificazione della costa sud di Bari con i fondi del Pnrr. Infatti, con l’approvazione in Giunta, la scorsa settimana, della progettazione definitiva dei lotti 2 e 6 dell’intero quadro di interventi previsti (in tutto 6) per riqualificare la fascia costiera cittadina che dalla spiaggia di “Pane e Pomodoro” si estende verso “Torre Quetta”, fino al camping di San Giorgio, prende il via l’attività di restyling urbano che cambierà il volto di sei chilometri del lungomare sud di Bari, con i circa 85 milioni di Euro di fondi statali ed europei messi a disposizione con il Pnrr. E mentre a sud della città il Comune si appresta a spendere una “pioggia” di risorse per riqualificare la costa e per la quale già in precedenza, con una serie di interventi sporadici ha già speso qualche decina di milioni di Euro per valorizzare e migliorare l’uso della spiaggia libera, nella parte nord e, più in particolare, per quella a nord del canalone di Fesca, gli investimenti dell’Amministrazione barese sono ridottissimi e riguardano interventi disorganici e di modestissima entità rispetto a quelli programmati ed ora in via di realizzazione, o già effettuati, nel tratto costiero che dal quartiere Fesca-San Girolamo di Bari si estende fino alla ex frazione di Torre a Mare, passando per il “water front” della città vecchia e della predetta costa sud. Intatti, nel V Municipio di decentramento amministrativo barese, ovvero quello che comprende le due ex frazioni sul mare a nord del capoluogo, non sono pochi i cittadini che, dopo aver appreso l’entità degli ulteriori interventi che il Comune si appresta a realizzare sulla fascia di lungomare cittadino che dalla spiaggia di “Pane e Pomodoro” si estende verso sud, si domandano: “Ed alla costa nord del capoluogo?” Vale a dire quella di Palese e Santo Spirito, che è lunga anche qualche km in più di quella a sud oggetto degli interventi da finanziare con il Pnrr? Infatti, riepilogando in sintesi ciò che l’amministrazione Decaro ha finora progettato e avviato a realizzazione per il litorale costiero di Palese e Santo Spirito possiamo annoverare la demolizione lo scorso inverso dell’ex “ristorante L’ Ancora” a Palese, dopo sei anni di attesa e non ancora neppure completata l’opera di riqualificazione e valorizzazione dell’area su cui sorgeva la struttura abbattuta. Un restyling assai discusso e di dubbia valenza per 400mt di lungomare antistante il porto di Santo Spirito in fase di avvio e per le parti restati della costa, che versano in condizioni di degrado e abbandono non certo da meno di quelle di altre parti cittadine, “nulla di nulla!” – hanno esclamato in alcuni post sulle pagine locali di Facebook. In effetti, tranne una pista ciclabile di incerta effettiva utilità, a farsi lungo il tratto di costa che si estende da via Cola Di Cagno a Palese fino al porto di Santo Spirito, e qualche inevitabile manutenzione ordinaria e straordinaria, per tentare verosimilmente di occultare il degrado della costa a nord, lungo la quale ci si è dimenticati da decenni non solo del Piano urbano della costa, ma financo di realizzare scale per raggiungere la battigia e passerelle per disabili e normodotati che vogliono raggiungere ed utilizzare il mare e le spiagge libere di Palese e Santo Spirito, senza troppi rischi. Mentre – come già detto – in tutta la restante litoranea costiera barese, da Fesca-San Girolamo fino a Torre a Mare, il Comune di Bari, oltre ai 85 e passa milioni di Euro del Pnrr da destinare alla creazione del Parco della costa sud, ha già previsto e speso altre svariate decine di milioni di Euro, per attrezzare e riqualificare la costa e le relative aree libere di spiaggia! Quindi, che dire da parte di tanti cittadini residenti nelle due ex frazioni costiere a nord di Bari, se non il fatto inoppugnabile che, se Palese e Santo Spirito fossero già COMUNE autonomo, i suoi 7 km di costa avrebbero potuto sicuramente essere riqualificare con un proprio Piano urbano della costa ed attingere direttamente a tutte quelli fonti straordinarie di finanziamento (Pnrr, Fcs della UE, etc.) per valorizzare e riqualificare il proprio lungomare? Ma I residenti di Palese e Santo Spirito che ancora non credono nell’opportunità e valenza di staccarsi amministrativamente da Bari e costituirsi in Comune a sè di oltre 33mila abitanti sono ormai proprio pochi. E molti dei quali perché disinformati, oppure perché per tornaconti strettamente individuali sono in evidente mala fede anche nel prendere atto e commentare le disparità talmente evidenti, che sono sotto gli occhi di tutti, tra lo stato di riqualificazione già effettuato o in corso di avvio, oltre che di pulizia e manutenzioni ordinarie e straordinarie, tra i 7 chilometri di costa del finto V Municipio di decentramento barese, ossia di Palese e Santo Spirito per l’appunto, ed i restanti 21 chilometri di costa cittadina che dal canalone di Fesca si protraggono verso sud, fino a Torre a Mare. Ma forse non è ancora troppo tardi a ricredersi per i pochi che nella comunità di Palese e Santo Spirito sono scettici o non credono alle possibilità di effettiva indipendenza da Bari di dette, ormai, popolosissime realtà periferiche, distati e distinte dal capoluogo, non solo per cultura, tradizioni e posizione geografica, ma ancor di più per sviluppo e qualità di vita sul territorio.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 1 Agosto 2023