Cronaca

I sonni non tranquilli di Vendola ed Emiliano

I risultati pugliesi, ed in particolar modo quelli baresi, delle recenti elezioni politiche non fanno più dormire sonni tranquilli a molti esponenti della politica locale, che fino a prima della consultazione dello scorso febbraio avevano ben chiare le idee su strategie ed obiettivi, per le future elezioni al Comune di Bari ed alla Regione. Ed alcuni di questi esponenti, soprattutto quelli che sono stati candidati alle politiche, sembrerebbe che non si siano ancora ripresi dai traumi che gli avrebbero provocati i risultati delle urne, indipendentemente dal fatto se sono stati eletti o meno. Certo, per quelli che non sono stati eletti, come il consigliere regionale Nicola Canonico (Centro democratico), l’assessore regionale Elena Gentile (Pd) o l’assessore barese Filippo Barattolo (Udc), la delusione post elettorale, per la mancata elezione in Parlamento, potrebbe essere stata maggiormente avvertita, per cui non desterebbe particolare meraviglia se qualcuno dei “papabili” non eletti avesse ancora i sintomi del trauma post-voto. Però, a quanto pare, talune sorprese riscontrate nei risultati elettorali potrebbero aver traumatizzato anche qualche eletto o, peggio ancora, qualche altro esponente politico che non è stato neppure candidato, ma che da dati elettorali di queste politiche vedrebbe fortemente compromessi, o quantomeno ridimensionati, progetti e future ambizioni di carriera politica personale. E tra coloro che, dopo i risultati elettorali, potrebbero essersi trovati in dette condizioni c’è di sicuro il governatore pugliese, Nichi Vendola, che è stato sì eletto alla Camera dei Deputati, ma la sua lista, il Sel, a livello nazionale ha ottenuto appena il 3,2% dei consensi alla Camera ed il 2,97% al Senato.  Un risultato, questo, che è addirittura inferiore a quello riportato nel 2008 dal suo partito di allora, Rifondazione comunista, che alla Camera, dove il simbolo di Rc era presente da solo, ottenne circa il 3,6% dei voti, ma che non riuscì ad eleggere alcun deputato perché, non essendo in coalizione, aveva bisogno di raggiungere la soglia del 4%. Ora, infatti, Vendola con il Sel è riuscito ad ottenere la rappresentanza parlamentare, sia alla Camera che al Senato, ma solo perché era in coalizione con il Pd. Circostanza, quest’ultima, che di fatto gli ha consentito a Sel di eleggere propri esponenti nelle due assemblee legislative con dette percentuali di consenso. Percentuali che, se si  fosse invece presentato da solo, gli avrebbero fatto la stessa fine di Fausto Bertinotti alle politiche del 2008. Infatti, alla luce di tali risultati, il governatore Vendola avrebbe ben poco da gioire e molto da riflettere sul futuro del suo partito che, se anche alle europee del prossimo anno dovesse confermare tali risultati, resterebbe sicuramente fuori dal Parlamento di Strasburgo perché, come nel 2009, non riuscirebbe a raggiungere la soglia minima del 4%, necessaria per partecipare alla ripartizione dei seggi. Quindi, la leadership del governatore pugliese, nonostante la presenza del suo partito in Parlamento, con 37 rappresentanti alla Camera e 7 al Senato, esce fortemente ridimensionata sul piano politico, per cui difficilmente potrebbe immaginare il suo futuro destino svincolato dal Pd, che lo condizionerà sempre di più ed alla fine, forse, riuscirà pure a fagociterà gran parte dell’elettorato di Sel, oltre che molti dei suoi esponenti di spicco. Ma tra coloro che, dopo i risultati delle ultime politiche, sono costretti a rivedere strategie ed obiettivi personali potrebbe esserci anche il sindaco Emiliano, che un’opportunità per la sua carriera da politico potrebbe averla già persa con la mancata candidatura parlamentare con un posto sicuro in lista alle scorse elezioni di febbraio. Infatti, sempre alla luce dei risultati pugliesi e baresi, appare abbastanza improbabile che il Primo cittadino di Bari possa pensare con tranquillità ad una sua facile alla presidenza della Regione. Candidatura che, se eventualmente riuscisse ad ottenere, sarebbe comunque difficile da poter poi coronare con successo, visto che in Puglia il centrodestra  ha ripreso vigore ed il Movimento di Grillo sembra intenzionato a correre da solo anche alle Regionali. Inoltre, Vendola potrebbe decidere di restare in Puglia, se non fino al 2015, almeno per un altro anno, proprio per i possibili condizionamenti del Pd, che ora teme anche una possibile sconfitta alla Regione se si andasse ad elezioni anticipate. E Vendola non può dispiacere il Pd nazionale, per i motivi innanzi accennati. Ad Emiliano non resterebbe che pensare nell’immediato ad una candidatura alle europee del 2014, dove però l’elezione avviene con la preferenza e non è certo facile trovarsi i voti necessari in un collegio elettorale formato da sei regioni. Alle europee infatti è fondamentale il sostegno del partito. E da Pd Emiliano potrebbe non ottenere ciò che è indispensabile per conquistarsi un seggio a Strasburgo, visti i risultati che lo stesso Pd ha ottenuto a in Puglia, ed a Bari in particolare, dove il partito sembrerebbe essere stato sempre penalizzato proprio dalla presenza di un sindaco che è stato più attento a costruire i propri successi elettorali che quelli della formazione politica che, per ben due volte, gli dato la possibilità di diventare sindaco. E con tali premesse anche Emiliano, come Vendola, non dovrebbe dormire più sonni tranquilli, almeno in politica.                         

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 6 Marzo 2013

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