Cronaca

I tagli alla sanità non pagano: “Chi meno spende, più spende!”

I tagli alla Sanità pugliese che hanno colpito in maniera lineare personale, beni e servizi non hanno pagato. “Chi meno spende, più spende!”, è quanto ritiene usando uno slogan che dovrebbe far riflettere chi manovra le leve nelle stanze dei bottoni e che il Sindacato USSMO (Universo Sanità Sindacato dei Medici Ospedalieri) rileva sulla politica operata in questi anni nella sanità pugliese e del Sud più in generale. Per il sindacato autonomo, in pratica, utilizzare parte dei Fondi della Sanità per dirottarli su altri capitoli di spesa è solo servito ad indebolire il sistema. <<Chissà se, finalmente, i politici hanno capito che la Sanità non può essere il bancomat per far quadrare i bilanci perché, alla fine, il banco salta. La chiusura di molti ospedali operata in questi anni, per essere riconvertiti: In cosa, poi? Ha di fatto dato meno possibilità di ricovero alle persone. Il blocco del turnover del personale ha di fatto lasciato sguarnite le piante organiche di molte Unità Ospedaliere. Il Covid ce lo sta ancora dimostrando con la grande difficoltà di coprire i turni di servizio e di reperibilità. E non stiamo ancora parlando delle ferie nei periodi estivi>>, incalza Franco Lavalle, segretario USSMO. Certo, nessuno è tanto sprovveduto da non capire che un aggiustamento almeno alla rete ospedaliera andava fatta, epperò andava usato maggior criterio. Tanto per capirsi: i posti letto residui dovevano essere sia adeguati agli ‘standard’ nazionali e sia rapportati al peso numerico dei ricoveri, pesandolo in relazione alla tipologia delle patologie. Un esempio servirà a meglio comprendere: se abbiamo avuto in più anni presi in considerazione 10mila interventi l’anno per tumore, dobbiamo garantire i 10mila ricoveri nell’anno, altrimenti i malati troveranno altre strade in altre Regioni. L’Assessore pugliese alla sanità Rocco Palese fa bene a prendere in considerazione la spesa per mobilità passiva (persone che vanno a ricoverarsi in altre Regioni) e spesa farmaceutica (i cronici, i fragili, le malattie rare ed invalidanti costano), ma tutto ciò non deve essere uno stimolo a tagliare, ma deve rappresentare uno stimolo a curare le persone in Regione per risparmiare queste spese. <<E’ impensabile che un malato eviti di andare a curarsi fuori Regione se da noi la possibilità di ricovero in tempi adeguati alla patologia non c’è -continua il sindacato medico – così com’è impensabile che un fragile, un cronico, un malato raro non deve essere curato per operare un risparmio di spesa. I tetti alla spesa sanitaria per curare le patologie serie? E’ sbagliato e non accettabile. Non in un paese civile>>. Allora, la strada è obbligata: per spendere meno in Sanità, bisogna investire con giudizio. La gente non va a curarsi fuori Regione perché mancano le competenze. Abbiamo fior di professionisti ed attrezzature all’avanguardia. Abbiamo invece pochi posti letto, pochi medici e personale sanitario, poche attrezzature in relazione alle richieste. E’ questa la strada che USSMO invita a seguire all’assessore Palese e, più in generale, alla Politica della nostra Regione: “”Chi meno spende, alla fine, più spende””: i fatti dimostrano senza tema di smentite quest’assioma. (fradema)


Pubblicato il 20 Aprile 2022

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