I timori di Decaro sono forse finalizzati a mascherare un “flop” progettuale?
Continua a far discutere la mancanza di interesse da parte degli operatori commerciali locali e non per la nuova struttura costruita da Comune sul waterfront al quartiere San Girolamo di Bari. Infatti, dopo la recente dichiarazione del sindaco, Antonio Decaro, con la quale il Primo cittadino barese ha provato a giustificare l’assenza di partecipanti al bando per l’assegnazione in concessione di detti locali sospettando possibili pressioni del clan locali sui potenzialmente interessati all’utilizzo commerciale di detti locali, c’è chi evidentemente non crede affatto a tale ipotesi e, quindi, prova a spiegare diversamente la questione. Una spiegazione non di certo campata in aria, ma frutto di considerazioni razionali e, forse, scaturita soprattutto da una vera e propria analisi tra i costi da affrontare, per avviare e mantenere un’attività di ristorazione o bar in tale struttura sul mare, e gli eventuali ricavi ottenibili nell’arco dell’anno da detto esercizio. Insomma, c’è chi non crede e, quindi, escluderebbe l’ipotesi del sindaco Decaro sull’assenza di partecipanti al bando di concessione per 12 anni di quei locali sulla costa del rione “San Girolamo”. Infatti, a detta di qualche malpensante, è più probabile che il Primo cittadino barese abbia paventato pressioni da parte di qualcuno sui possibili partecipanti per tentare di mascherare il flop di partecipanti. “Un flop che in realtà – ha ipotizzato lo stesso malpensante – sarebbe dell’Amministrazione barese che ha investito delle risorse pubbliche per costruire una struttura destinata ad ospitare attività ricettive sul mare in un posto dove difficilmente potrebbero aversi dei ritorni economici adeguati agli investimenti necessari per avviare e mantenere in esercizio tal genere di attività”. In altri termini, l’amministrazione Decaro – secondo quanto sostiene chi è scettico sull’ipotesi del sindaco – ha fatto costruire un immobile sulla costa con l’intento di fare polo di attrazione commerciale senza probabilmente aver effettuato preventivamente uno studio sulle potenzialità commerciali del luogo e, soprattutto, senza neppure un avviso in via preliminare da cui desumere le possibili manifestazioni d’interesse degli operatori del settore, prima di mettere in esecuzione il progetto. Quindi, se così fosse, la struttura sarebbe stata inserita nel progetto del waterfront di “San Girolamo” al fine di incrementare il relativo finanziamento europeo richiesto ed ottenuto dal Comune per restyling di detto lungomare, ma in realtà un’analisi socio-economica puntuale della zona. Pertanto, sempre secondo questa ipotesi, l’insinuazione del sindaco Decaro sull’assenza di partecipanti al bando altro non sarebbe che il malcelato tentativo di mascherare un “flop” nella progettazione dell’Amministrazione comunale che, in quello luogo, ha previsto e realizzato una sorta di “cattedrale” commerciale nel deserto. Per cui, ora, sarà forse necessario destinare ad altri usi, verosimilmente diversi da quello commerciale, quegli spazi sul mare, se non si vuole rischiare l’abbandono ed il degrado dell’immobile. Infatti, a prescindere dall’ipotesi non affatto strampalata di questo cittadino malpensante, sono in molti a far notare che proprio nella zona dove sorge la struttura oggetto del bando di assegnazione andato deserto, ci sono pochissimi posti per il parcheggio, perciò risulterebbe assai difficile pensare che delle attività di ristorazione e bar possano decollare economicamente con il solo potenziale (ammesso che vi sia effettivamente) della zona oppure che i potenziali clienti debbano raggiungere a piedi tali locali, lasciando i loro mezzi di locomozione a distanza di qualche chilometro da locale che li deve ospitare. Ma c’è di più! Infatti, osserva qualche cittadino, se ci fosse realmente un interesse di qualche clan locale ad acquisire quegli spazi, per esso sarebbe forse più facile attrezzarsi attraverso prestanomi o società di comodo, in modo da partecipare al bando, piuttosto che fare indebite pressioni di dissuasione sui possibili operatori interessati. Per altro difficili da individuare preventivamente e comunque con maggior rischio di essere individuati e perseguiti per il possibile reato. Ma, in ogni caso, l’Amministrazione dovrebbe forse sapere se presso il competente Ufficio si sono presentati operatori commerciali a chiedere di visionale le strutture oggetto del bando o ad acquisire informazioni per quegli spazi, per cui il sindaco Decaro dovrebbe già un’idea di quali avrebbero potuto essere i potenziali partecipanti che invece si sono tirati indietro. Quindi, se in possesso di notizie che lo hanno portato a ritenere che potrebbero esserci state pressioni indebite sui possibili interessati a quei locali sul mare, bene farebbe a presentare un circostanziato esposto all’Autorità competente, anziché limitarsi a semplici e generiche ipotesi utili verosimilmente solo a giustificare un “flop” del bando, ma che è in realtà potrebbe essere invece del Comune quando ha progettato un’opera senza aver almeno sondato le potenzialità ai fini commerciali di essa. E, quindi, adesso occorrerebbe forse giustificare non solo all’opinione pubblica, ma verosimilmente anche ai fini burocratici, un cambiamento di destinazione della stessa. In questo caso, è il caso di ricordare la nota frase autorevole esponete della vecchia Prima Repubblica (ndr – Giulio Andreotti) che affermava: “A pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina”. E questo potrebbe forse essere uno dei tanti.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 10 Maggio 2022