I tre scomparsi di Polignano
Il 3 luglio 1672, in località Gutto Latrone, sulla costa di Polignano, prima dello spuntare del sole, l’equipaggio di una paranza barese fu testimone di un grave fatto : Un pugno d’uomini scesi da una galeotta turca avevano catturato un prete di Mola e due corrieri della Sacra Regia Udienza di Trani che stavano transitando per la zona (fonte: Vito Melchiorre, ‘Storie baresi’, Levante Editori). I ‘cavallari’, di Conversano, incaricati di presidiare qual tratto di costa e inspiegabilmente assenti al momento del rapimento, furono messi ai ferri. Nei giorni successivi, però Melchiorre non dice come, si potette apprendere che i tre disgraziati erano stati condotti al mercato degli schiavi di Dulcigno, il porto più a sud del Montenegro, dove erano in vendita al prezzo di novanta zecchini a testa. Chi erano costoro? Se i due corrieri hanno nome: Angel’Antonio e Nicolò Domenico Urbano (erano fratelli?), il prete rimarrà uno sconosciuto. Melchiorre non si sofferma su questa stranezza. Innanzi tutto come si potette stabilire che il prete era di Mola, solo perché Gutto Latrone è sulla strada che da Polignano conduce a Mola, sulla quale strada il religioso era incamminato? Comunque, di Mola, Rutigliano o di limitrofe contrade di campagna che quel prete fosse, la notizia della sua scomparsa si sarebbe sparsa in capo a ventiquattr’ore. E invece… Ma, a parte l’altra stranezza di un prete costretto a uno spostamento a piedi di quindici chilometri in piena estate alla stregua di un qualunque sventuratissimo cafone, poniamoci un’altra domanda : era davvero un sacerdote, quello? A parlare di ‘un prete’ non potettero essere quei pescatori baresi, i quali, dovendosi tenere lontani dalla riva per non essere catturati a loro volta e a causa delle precarie condizioni di luce (tutto avvenne “prima dello spuntare del sole”) dovettero vedere non più di tre uomini catturati da altri uomini, quasi ombre contro ombre. La voce del ‘prete di Mola’ dovette diffondersi sulla base di un equivoco : Alla stessa ora, diretto verso qualche vicina contrada di campagna, si era mosso da Polignano un prete ‘nativo di Mola’. In ogni caso, lo sconosciuto rimase tale. Una cosa spiegabile solo se si parla di un vagabondo o di un pellegrino. Tornando alle notizie raccolte dallo storico barese, le famiglie dei due Urbano, essendo poverissime, rivolsero al Vicerè Antonio Alvarez un’accorata istanza di sussidio. La supplica – nella quale si sottolineava che l’incidente era occorso mentre i due sfortunati corrieri stavano disimpegnando un servizio nell’interesse del sovrano – era accompagnata da una lettera di raccomandazione firmata da tre magistrati. La supplica rimase inascoltata. Allora quei giudici rinnovarono la supplica…. Malgrado “le più accurate ricerche fra le carte dell’epoca”, conclude Melchiorre con strisciante delusione, non si potette rinvenire alcun segno di interessamento in favore di quei servitori dello Stato. I presunti fratelli Urbano, così, spariscono dalla Storia.
Italo Interesse
Pubblicato il 10 Gennaio 2017