Cronaca

I vertici nazionali del Pd bacchettano Emiliano e Lacarra: “Accuse ingenerose”

Dopo il recente blitz della segreteria pugliese e del governatore Michele Emiliano che a Barletta hanno ufficializzato la candidatura a sindaco di Santa Scommegna per il centrosinistra, il Pd nazionale ha bacchettato il segretario regionale, l’on. Marco Lacarra, che subito dopo, però, ha definito “ingenerose” le affermazioni giunte da Roma al vertice pugliese del partito. Infatti, ha dichiarato seccamente Lacarra: “Siamo rammaricati per la nota del Partito Democratico nazionale in merito alle elezioni amministrative a Barletta, evidentemente frutto di una rappresentazione parziale della realtà”, pensando forse di giustificare così l’operato suo e del Pd barlettano, oltre che la verosimile e determinante imposizione di Emiliano sull’improvvisa ed accelerata ufficializzazione della candidata sindaca del centrosinistra nella Città della disfida. Ma veniamo ai fatti. Il responsabile nazionale Dem per gli enti locali, l’onorevole biscegliese Francesco Boccia, in sintonia con la linea politica del segretario nazionale Enrico Letta, aveva in precedenza inviato una lettera a Lacarra ed alla segretaria barlettana del Pd, Rosa Cascella, in cui aveva chiarito che, per le amministrative, “come a Taranto, anche a Barletta il Pd dovrà far parte della coalizione politica del campo largo nazionale, dove potrà avere protagonismo il civismo pugliese che ruota intorno al presidente Emiliano”. Perciò, Boccia rivolgendosi a Lacarra e Cascella, gli aveva intimato “di sospendere ogni ulteriore iniziativa politica” che non fosse in sintonia con detta linea ed “a confrontarsi con la segreteria nazionale”. Ma così non è stato. Anzi, a seguito dell’invito di Boccia, il governatore Emiliano accelerato i tempi e sabato scorso, con Lacarra, Cascella, la senatrice e sottosegretaria barlettana Dem, Assuntela Messina, in testa ed insieme ai rappresentanti delle civiche, ha ufficializzato la candidatura a sindaco di Scommegna, che è sostenuta anche dal capogruppo del Pd alla Regione, il consigliere barlettano Filippo Caracciolo. Silente sul caso, invece, l’altro consigliere regionale barlettano, Ruggiero Mennea. Insomma, il presidente della Regione, Emiliano, pur facendo dichiarazioni di apertura a Sinistra italiana, M5S ed alle altre frange del centrosinistra nazionale, con un blitz ha sostanzialmente tirato dritto, ignorando l’invito giunto da Roma al Pd pugliese, e sostanzialmente imposto la candidatura di Scommegna. Quindi, per ora Si, M5S, Italia Viva, Azione, + Europa ed Art.1- Mdp, sono rimaste fuori dalla coalizione di centrosinistra capeggiata dal Pd barlettano. Altrettanto rapida anche la scomunica all’operato di Emiliano e Lacarra giunta da Roma a firma del coordinatore della segreteria nazionale Dem, Marco Meloni, che poche ore dopo, con una nota, ha fatto sapere che il Pd nazionale ritiene “un grave errore che a Barletta si tenti di intraprendere una strada fondata, nelle sostanza, su un confuso coacervo di liste civiche che sembrano prescindere da qualsiasi discrimine tra centrosinistra e centrodestra, e dunque privo di alcuna chiara connotazione progressista”. Una scelta, ha sottolineato Meloni, aggravata dall’aver ignorato totalmente l’invito del responsabile enti locali del partito e con l’avvertimento che nei prossimi giorni il Pd nazionale procederà a verificare “in Puglia, come nel resto d’Italia”, con quali modalità si potrà “giungere a scelte improntate al senso di responsabilità e al rispetto di una linea politica che costituisce l’essenza del progetto politico guidato dal segretario Enrico Letta”. Insomma, all’attacco frontale alla linea di Letta a Barletta da parte di Emiliano e Lacarra, è giunta dai vertici romani del Pd una dura risposta che, almeno dai toni, non dovrebbe restare senza conseguenze per il Pd pugliese e barlettano. Anche perché, se ciò non dovesse accadere, l’ipotesi ovvia e più semplice a cui pensare è ad una possibile farsa consumata tra Bari e Roma, per occultare agli occhi di Si, M5S e tutte le altre frange del centrosinistra largo la deroga barlettana alla linea Letta. Una deroga, difficile e pericolosa, se fosse frutto davvero di una teatralità, poiché un’alleanza anomala in un Comune come Barletta, che per importanza non è di certo paragonabile ai precedenti casi di Nardò (Le), Triggiano (Bari) od altre realtà medio-piccole della Puglia, per il Pd nazionale potrebbe avere “prezzi” pesanti da pagare agli alleati di Si, M5S, etc. negli accodi futuri per le prossime politiche. Ma vediamo la comparsa difensiva di Lacarra, dopo il duro comunicato romano. “In Puglia, il Pd sta lavorando quotidianamente assieme ai coordinatori di Sinistra Italiana e del Movimento 5 Stelle, tenendo anche conto delle volontà espresse e delle necessità rappresentate dai circoli del nostro partito”. “In particolare, – si giustifica il segretario del Pd pugliese – il dialogo con il M5S presenta l’ulteriore complessità dell’assenza di organismi regionali di coordinamento”, poiché “in alcuni Comuni ci sono situazioni difficili, determinate dalla presenza di frizioni e risentimenti con i quali bisogna confrontarsi, mentre in altri le condizioni sono molto più agevoli”. Per Barletta, poi, ribatte Lacarra: “sono ancora in corso contatti tra le segreterie cittadina e regionale del Pd e i rispettivi omologhi di Sinistra Italiana, per provare a presentarsi assieme alle elezioni” ed “il tentativo di giungere a questa sintesi è in corso in tante realtà locali pugliesi, quindi le affermazioni del Partito nazionale appaiono ingenerose, soprattutto nei confronti di tanti segretari di circolo e, tra di loro, certamente della segretaria del Pd di Barletta, Rosa Cascella, che quotidianamente lavorano tra mille difficoltà e senza che siano pienamente legittimati in assenza di organismi provinciali e regionali rinnovati e legittimati, spesso senza coltivare alcuna ambizione personale”. In altri termini, Lacarra ha colto occasione per rinfacciare al Pd nazionale, e quindi a Letta, la responsabilità per il ritardo nei congressi territoriali pugliesi del Pd e, in definitiva, anche per quello regionale. Però, a dire di Lacarra, “a Barletta è ancora possibile trovare un accordo sia con Sinistra Italiana che con il Movimento 5 Stelle”, perché “da sempre manteniamo sul territorio ottimi rapporti con le altre forze politiche che si riconoscono nel percorso progressista indicato da Enrico Letta e a questa tornata non sarà diverso”. Per poi concludere che è “disponibile a incontrare il Segretario nazionale” del suo parto, il Pd, “per rappresentargli nel modo più dettagliato possibile la situazione della Puglia”. Ossia, ha specificato inoltre Lacarra, “un territorio dove il centrosinistra vince praticamente tutte le competizioni elettorali principali da oltre 15 anni, determinando una svolta nella storia della regione rispetto alla quale non si torna indietro”. E, su queste ultime frasi, non è di poco conto l’affondo frontale del segretario pugliese al responsabile nazionale degli enti locali del Pd, Boccia, che tra l’altro – come si ricorderà – è un deputato pugliese come Lacarra e che, a differenza di quest’ultimo che è al suo primo mandato alla Camera, ha addirittura un’ininterrotta esperienza parlamentare iniziata dal 2006. Infatti, la disponibilità pubblica di Lacarra ad incontrare il leader del suo partito, per chiarire il deragliamento del Pd pugliese dalla linea nazionale alle prossime amministrative a Barletta, giustificandolo col fatto che in questo modo da 15 anni così facendo si sono vinte tutte le competizioni locali, sarebbe, forse, come a voler dire che il biscegliese Boccia, scelto – come è noto – proprio da Letta a responsabile nazionale degli enti locali, non conosce bene la realtà politica del suo territorio di appartenenza e che, quindi, evidentemente a vertici romani del partito non sia stato in grado di rappresentarne la validità politica, ai fini di una scelta vincente per il Pd al Comune di Barletta. Ma se fosse effettivamente questo il senso della difensiva di Lacarra, allora Letta, prima di essere conseguenziale con qualsiasi sua decisione sul caso, dovrebbe forse chiedere al segretario pugliese del suo partito del perché il centrosinistra in Puglia, nonostante vinca da oltre 15 tutte le più importanti competizioni elettorali locali, non sia mai riuscito finora a vincere alcuna tornata delle elezioni politiche. E ciò a cominciare, forse, dalle ultime politiche del 2018, quando lo stesso Lacarra è stato eletto alla Camera come capolista nel listo del proporzionale e non anche nel collegio maggioritario barese, dove – come è pure noto – l’anno successivo il centrosinistra ha invece stravinto le amministrative. Un chiarimento che forse, in base all’accusa di ingenerosità di Lacarra al Pd nazionale, sarebbe quantomeno doveroso e necessario a Letta, prima che quest’ultimo traesse le conclusioni sulla plausibile situazione del suo partito in Puglia nell’ultimo quindicennio.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 22 Marzo 2022

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