Ieri in piazza i migranti dell’ex Set per parlare con Decaro di casa e dignità
Ancora in piazza i migranti che, esattamente da un anno, ‘vivono’ nella tendopoli-ghetto ex Set, all’incrocio tra via Napoli e via Brigata Bari, e che ieri mattina hanno consegnato al segretario generale del Comune di Bari D’Amelio e all’assessora al Welfare/Immigrazione Bottalico l’appello per un’abitazione dignitosa. Un appello firmato da quasi duecento di loro ed appoggiato da una settantina tra comitati di volontariato, associazioni, collettivi, organizzazioni sindacali di base. Seppur senza la presenza del sindaco Decaro, impegnato nei soliti, improcrastinabili incontri, i rappresentanti dei migranti hanno comunicato ‘ufficialmente’ la loro ferma e assoluta contrarietà a spostarsi nei prefabbricati metallici che il Comune di Bari (unilateralmente, ha detto qualcuno…) sta per far allestire in un’area nei pressi della Fiera del Levante, a via Verdi. Dei veri e propri container che creeranno ulteriore marginalizzazione, come i tanti ‘campi ghetto’ presenti in tutta Italia, dal Lazio alla Sicilia, fino alla Lombardia. I migranti hanno richiesto una risposta ufficiale al Sindaco, specie rispetto alla proposta riportata sull’appello: individuare un immobile in disuso di proprietà pubblica, in pratica un immobile dove potersi sistemare per vivere dignitosamente. Più o meno come già avvenuto con l’apertura di Villa Roth, dove al momento vivono serenamente una trentina di persone e che fino a qualche mese fa era uno dei tanti ruderi che a Bari, di certo, non mancano. I migranti ieri mattina al segretario Mario D’Amelio e all’assessora Francesca Bottalico hanno ripetuto (…e sottolineato) per l’ennesima volta che, così come il Comune ha messo a disposizione Villa Roth immediatamente dopo la denuncia di Cecilia Strada, presidente di Emergency, lo stesso iter può essere seguito per assegnare un altro immobile abbandonato. <
Il prossimo incontro tra i migranti, i firmatari dell’appello e il sindaco è stato fissato per mercoledì prossimo 18 novembre, alle undici al primo piano Palazzo di Città. Nel frattempo l’assessora Bottalico sta lavorando alacremente anche su altri fronti, sulla scorta di una “lettera aperta” alle Istituzioni inviata dagli stessi profughi per precisare ancora meglio la loro situazione precaria, soprattutto le condizioni di vita difficili all’interno della tendopoli ex-Set di Bari. Il problema è che resta ancora in piedi la proposta che sono stati destinati e verranno utilizzati un milione e 600mila euro per allestire dei ‘container’ come sistemazione definitiva. <
Francesco De Martino
Pubblicato il 14 Novembre 2015