II Comune si appresta a dare la “Dad” anche ai consiglieri dei 5 Municipi
Le sedute di Consiglio e commissione in presenza o via web, ma non anche per il pubblico che deve recarsi necessariamente nella sede
Il Consiglio comunale di Bari si appresta a varare un nuovo Regolamento per il funzionamento dei cinque Municipi di decentramento amministrativo cittadino. Un nuovo Regolamento che – a detta di qualche bene informato – nella sostanza non modificherà nulla in termini di potere concreto riconosciuto alle mini-assemblee periferiche, che resteranno a tutti gli effetti solo organi propositivi e consultivi, ma non di effettiva gestione dei quartieri baresi che rappresentano, perché il potere decisionale reale resterà sempre in capo alle diverse Ripartizioni della Civica amministrazione e, quindi, al Sindaco ed alla sua Giunta. In altri termini, a Bari, inutili sono e tali resteranno gli organi di decentramento comunale. Tra le norme che andranno a comporre il nuovo Regolamento sul decentramento ci sarebbe addirittura una novità, che contraddice lo spirito stesso per cui, a metà degli anni Settanta del secolo scorso, il Legislatore obbligò i Comuni con popolazione superiore a 100mila abitanti a dotarsi di Organi di decentramento interni, eletti direttamente dal popolo in concomitanza al rinnovo del Consiglio comunale. Infatti, all’epoca lo scopo era quello di avvicinare i cittadini, attraverso i rappresentanti eletti negli Organi di decentramento, all’Amministrazione centrale dei grandi centri urbani, per una pronta e migliore risoluzione delle problematiche territoriali. In realtà, nelle città come Bari, tale progetto, in oltre quarant’anni dalla nascita del decentramento elettivo, non si è mai concretizzato. Anzi, con l’entrata in vigore dell’elezione diretta del sindaco, nel 1993, il decentramento comunale per le realtà di dimensioni inferiori al mezzo milione di abitanti è divenuto finanche anacronistico perché, con il nuovo sistema elettorale e di poteri negli enti locali, la presenza di organi politici di quartiere è divenuta del tutto irrilevante rispetto a quando il Primo cittadino e la Giunta erano eletti dal Consiglio ed erano frutto della mediazione politica tra partiti. Infatti, non a caso, nel 2010 il Legislatore nazionale ha abolito l’obbligatorietà del decentramento, rendendolo facoltativo solo per i centri con popolazione superiore a 250mila abitanti. Però, lo spirito per cui diversi Comuni, che superano tale soglia, tra i quali Bari, hanno deciso di continuare a mantenere in vita il decentramento comunale si presume debba essere lo stesso degli ormai lontani anni Settanta. Ma se così fosse, allora risulterebbe del tutto irragionevole la modifica che l’Amministrazione barese si accinge ad apportare al nuovo Regolamento sul funzionamento dei cinque Municipi di decentramento cittadini, nel quale sta per essere introdotta la cosiddetta “Dad”. Ossia la possibilità di svolgimento del Consiglio e delle Commissioni anche per i Municipi (per i corrispondenti Organi comunali, a Bari è stata già introdotta a luglio scorso!) in modalità mista. Ovvero in presenza e/o in collegamento web. Insomma, la “Dad” che in epoca pandemica significa “didattica a distanza” per alunni ed insegnanti, ora nel Capoluogo pugliese, fuori dalla pandemia, è divenuto acronimo di “democrazia a distanza” per i rappresentati comunale e, forse ben presto, anche per quelli dei cinque Municipi di decentramento barese. In altri termini, con tale novità anche i consiglieri municipali se vorranno, potranno espletare il loro mandato on-line. E per farlo basterà dotarsi di un telefono palmare idoneo a tale funzione, in modo che potranno partecipare anche questi ultimi a sedute di Consiglio o di Commissione senza più neppure recarsi nella sede istituzionale, ma stando quindi comodamente a casa, sul posto di lavoro, per strada o in vacanza ed il gettone di presenza sarà comunque assicurato. E ciò che ancora più paradossale è che i cittadini, anziché essere facilitati anch’essi per assistere alle sedute pubbliche di Consiglio o Commissione degli istituti di decentramento e, quindi, avere anch’essi la possibilità via web di vedere ed ascoltare l’attività dei propri rappresentanti locali, dovranno invece recarsi necessariamente nella sede istituzionale, dove sarà allestito un apposito monitor per assistere alle predette sedute, poiché al pubblico non sarà consentito assistere via web alla “democrazia a distanza”. Motivo? La giustificazione apparente è “per ragioni tecniche”. In realtà, per chi se ne intende di tal genere di collegamenti on-line, trattasi chiaramente di un semplice “alibi” di cui non è neppure difficile immaginare la ragione, specialmente per le sedute di Commissione dei Municipi di decentramento barese. Sedute programmate mensilmente, dal lunedì al venerdì di ogni settimana, e spesso senza neppure un ordine del giorno di cui discutere, che viene il più delle volte stabilito il giorno prima, se non addirittura la mattina stessa della seduta, con argomenti che il più dele volte sono risibili od addirittura di non competenza della Commissione che lo esamina. Il tutto, chiaramente, finalizzato a fare scattare i famigerati “gettoni” di presenza, in modo da raggiungere mensilmente la somma massima raggiungibile. Vale a dire 1/3 dell’indennità mensile attribuita al Presidente del Municipio. Somma che attualmente, tradotta in cifra, per i consiglieri municipali baresi si aggira quasi sempre introno ai 1300 euro lordi mensili, con un ulteriore incremento che si aggiungerà da gennaio del 2024. Quindi, qualora per qualcuno mancasse la conferma che i cinque Municipi baresi sono soltanto dei costi “gettonifici”, per accontentare i “portatori di voti” alle elezioni comunali, adesso con l’imminente introduzione delle sedute in “Dad” anche per gli Organi di decentramento comunale barese ci sarà anche la prova (con il mancato riconoscimento al pubblico di seguire le sedute on-line) di consapevolezza della loro inutilità anche da parte dell’Amministrazione centrale. Fino a quando? Almeno fino a quando la stragrande maggioranza dei baresi non avrà la possibilità di scoprire direttamente (anche via web) quali sono i temi di cui si occupano effettivamente i consiglieri di Municipi e di quanto sia irrilevante e futile il loro operato.
Giuseppe Palella
L’intervento
Gettoni a distanza
Un recente servizio sull’argomento, trattato in maniera puntuale su “La Gazzetta del Mezzogiorno” (Vita di Palazzo, edizione del 3 marzo scorso) ma già anticipato in cronaca da questo giornale, inducono a tornare sulla vexata quaestio dei Municipi a Bari e della loro funzionalità. Forse “repetita iuvant” ma viene da dubitare. Raccogliamo il comune pensiero di cittadini-contribuenti in ordine all’ultimo tassello di una gestione allegra quanto inutile della istituzione amministrativa periferica. Come riporta la “Gazzetta” nel servizio “dad anche nei cinque Municipi” si tratta di un progetto che crea sconcerto nei comuni cittadini. Molti si chiedono: “Opportuno, morale, legittimo, buona amministrazione?” Non si sa come definire il provvedimento all’esame del prossimo Consiglio Comunale di Bari circa la possibile attività politica da remoto, prima approvata per i consiglieri comunali ed ora graziosamente da estendere ai giovani cugini, i consiglieri municipali. E’ una misura che poteva avere senso e giustificazione nel periodo acuto della pandemia, quando ogni contatto poteva determinare una infezione da Covid 19.Ma ora? Tolto l’obbligo generalizzato delle mascherine, raggiunta l’immunità di gregge, domato il virus, che senso ha, oggi, effettuare sedute di consigli e commissioni municipali da lontano, svuotando l’agone del dibattito, del confronto “de visu”? E che dire del pubblico che da dietro le transenne vorrebbe ascoltare, anche rumoreggiare, partecipare e vedere i propri rappresentanti? I gettoni a go-go sono già uno scandalo a fronte di attività non incidenti sui programmi del Sindaco e dell’amministrazione centrale in generale, come rilevato da più parti, sapendo anche che, per esempio, in contrasto con quanto previsto dal relativo regolamento, le commissioni si riuniscono spesso senza regolare convocazione con allegato l’odg circa gli argomenti da trattare che dovrebbero essere (e spesso non lo sono) attinenti al programma del Sindaco e alle rispettive competenze. E’ immorale il fatto che, mentre si aumenta la Tari e mentre l’inflazione morde stipendi e pensioni, si consente non solo un abuso delle riunioni senza costrutto, ma si consentirebbe in caso di approvazione del provvedimento da parte del Consiglio Comunale, di conseguire il gettone di presenza(?) magari standosene comodamente seduti su un divano, sorbendo un caffè e presenziando via internet anche se malati.
Meraviglia, poi, che a proporre sia un’amministrazione di centro-sinistra che si adegua alla allegra gestione del Governo centrale di centro-destra che – secondo notizie di cronaca – starebbe dissanguando le casse erariali con l’uso smodato di aerei di Stato, per missioni la cui utilità appare poco plausibile. Considerato anche che, pochi giorni or sono, il commissario alla Economia della Ue, il rappresentate italiano della Commissione, Gentiloni, ha invitato i governi europei e, in particolare quelli in debito come l’Italia, a risparmiare sulla spesa corrente, in vista anche del ritorno del famigerato patto di bilancio con il deficit da contenere entro il 3% del Pil. Il bravo ex Presidente Mario Draghi, poi ci ha messo del suo con il lascito a favore dei Sindaci della grandi Città come Bari, dell’aumento della indennità di carica per il Sindaco e, a cascata come previsto dalla legge, con conseguente aumento delle indennità per gli assessori e dei gettoni sia per i consiglieri sia comunali che municipali in massima parte a carico del civico bilancio!
Giuseppe Anaclerio (ex dirigente comunale a Bari)
Pubblicato il 21 Marzo 2023