Cronaca

“Il 2014 non presenta prospettive migliori del 2013, eppure si continua a navigare a vista”

È ora che il Paese, nelle sue istituzioni rappresentative, prenda atto che non ci sono scorciatoie per puntare alla crescita se non rimediando alle inerzie che hanno posto l’Italia su un pendio declinante” Usa parole dure Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia e di Bari, nel corso della lunga conferenza stampa di inizio anno che si è tenuta ieri mattina presso la sede di Bari: ciò che emerge dalla relazione è un futuro per niente roseo per il nostro Paese e ancor meno per la nostra regione, che non presentano prospettive migliori dell’anno appena conclusosi. L’Italia infatti si presenta, nel 2014, come un Paese fiaccato e smarrito, con 6 milioni di lavoratori precari e 3,2 milioni di disoccupati: in 5 anni sono stati persi 1 milione e 200 mila posti di lavoro. Risulta difficile parlare di ripresa economica, quando la disoccupazione non fa che aumentare: salvo clamorosi sviluppi, infatti, in Italia il tasso di disoccupazione generale toccherà progressivamente nel 2014 quota 13%, mentre quella giovanile si attesterà al 44%: oltre 4 giovani su 10 sono disoccupati. “La recessione dell’economia italiana ed in particolare quella del Mezzogiorno provoca gravi cambiamenti della morfologia del mercato del lavoro: aumenta il peso dei disoccupati di lungo periodo, dei lavoratori poveri, del lavoratori che involontariamente sono a tempo parziale nonché del fenomeno in triste ascesa rappresentato dai giovani che non lavorano, non studiano e che non sono in formazione (i NEET). Questi ultimi, in Puglia, al 2013 sono oltre 342 mila”. Nel contempo è cresciuto anche il divario Nord-Sud, con il Pil pro-capite nel Mezzogiorno del 57% rispetto a quello del Centro-Nord. In Italia è l’instabilità politica la causa di effetti deleteri sulla competitività e la produttività del nostro Paese, avendo impedito qualsiasi tentativo di politica industriale a favore del recupero del nostro apparato produttivo: dati alla mano, il mercato del lavoro 2013 si chiude come l’anno peggiore della storia dell’economia italiana. Una crisi che ha eroso notevolmente le capacità di resistenza delle famiglie e delle imprese italiane: negli ultimi cinque anni, in Italia, il numero di poveri è raddoppiato, toccando la punta dei 5 milioni di persone. In Puglia le famiglie in difficoltà rappresentano attualmente il 25,9% del totale (399.318 nuclei), ma il tasso regionale di povertà è in continuo e pericoloso aumento e anche pagare le tasse è diventata un’impresa. La gente è più che mai mortificata dalla mancanza di lavoro e demoralizzata da un futuro che non c’è: urgono, pertanto, misure concrete di protezione sociale per garantire a 360° il sostegno alle famiglie e ai lavoratori pugliesi, affinché possano recuperare la propria dignità e garantirsi un futuro occupazionale più sicuro di quello attuale. Pesantissimi anche i dati diffusi dall’Inps sulla cassa integrazione che riguardano il 2013, ma che rischiano di presentarsi anche nel 2014 salvo interventi drastici: l’anno appena concluso fa infatti registrare in Italia lo sfondamento della cifra stratosferica del miliardo di ore. Nel 2013 l’Inps ha autorizzato in favore delle aziende pugliesi quasi 58 milioni di ore e i cassintegrati in Puglia sarebbero in media quasi 38 mila: numeri allarmanti, perché per molte aziende si presenta l’enorme difficoltà di aver esaurito le diverse forme di cassa integrazione, tanto da dover ricorrere alla mobilità, che si traduce poi nel licenziamento dei lavoratori. Inoltre molte imprese hanno già chiuso i battenti e molte sono sull’orlo del baratro: in particolare nella provincia di Bari hanno cessato l’attività, negli ultimi cinque anni, quasi 2400 aziende del manifatturiero, della produzione di mobili, della fabbricazione del legno, dell’edilizia e del tessile. Altre, piccole e medie, si barcamenano tra debiti e spettro della cessazione definitiva dell’attività: la zona industriale di Bari si starebbe trasformando in un’“isola deserta, terra di nessuno incapace di attrarre investimenti sia nazionali che internazionali.” Pugliese invita pertanto a investire in ambiti strategici per la nostra economia e dunque in infrastrutture, istruzione e ricerca, per tornare ad essere competitivi su mercati nazionali ed esteri; le banche, dal canto loro, devono svolgere la loro autentica funzione, e cioè erogare credito in favore delle piccole e medie imprese. Ma il Segretario generale della UIL regionale è critico anche nei confronti della Regione Puglia, i cui bilanci dell’attività 2013 non sarebbero poi così rosei: “Il quadro dipinto – ha attaccato Pugliese – a nostro avviso non ricalca la realtà dei fatti. A cominciare dalla Sanità. Certo, i conti in ordine non possono che essere accolti positivamente, ma quello che è ancora in rosso è il rapporto della Sanità pugliese con i cittadini. I fatti sono abbastanza chiari e sotto gli occhi di tutti: ci sono organici talmente insufficienti che in molti casi non si riesce neanche ad assicurare i livelli essenziali di assistenza sanitaria. Dal punto di vista della lotta all’emergenza ambientale siamo all’anno zero: basti pensare che si sta realizzando un ospedale da 725 posti letto, il San Cataldo di Taranto, in piena campagna e senza alcun collegamento, che sarà pronto chissà in quale anno. Più che una misura di contrasto, pare tanto un’operazione di speculazione edilizia che richiama alla memoria il progetto San Raffaele”. Chiusura sui costi della politica. “In Puglia, le persone che vivono direttamente o indirettamente di politica sono oltre 51mila, il 4,6% del totale degli occupati nella Regione, e le spese di funzionamento di Consigli e Giunte ammontano a 44,8 milioni di euro.” “Non ci si può permettere di tenere a libro paga quasi 20mila persone tra consiglieri d’amministrazione, presidenti e direttori – ha spiegato Pugliese – senza calcolare le auto di servizio, le segreterie, gli staff e quant’altro. Il caso, recente, Aeroporti di Puglia è emblematico: in cambio di una gestione piena di lacune e punti interrogativi, l’ex amministratore unico ha incassato, in quasi 12 anni, cifre stratosferiche, che sfondano di gran lunga il muro dei 5 milioni di euro, tutto a spese del pubblico che ha retribuito per anni un management pessimo e che avrebbe invece diritto a un minimo di trasparenza.” E promette un impegno concreto per costruire una società più giusta, fondata sulla responsabilità, sulla partecipazione e sulla solidarietà, che dia certezze alle nuove generazioni: “Il 2014 sarà un anno impegnativo e allo stesso tempo stimolante e ricco di sfide ambiziose per il nostro sindacato. Oltre all’attività quotidiana per contrastare la perdita di posti di lavoro e la povertà, saremo chiamati ad affrontare la stagione congressuale, già dal mese di marzo. Il 12, 13 e 14 giugno si svolgerà il Congresso Regionale della UIL di Puglia e di Bari. Infine, a novembre, avrà luogo il Congresso Confederale Nazionale della UIL.”

 

Lorena Perchiazzi


Pubblicato il 11 Gennaio 2014

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