Il Bambinello lo fa mio figlio!
Sarà la grande tradizione religiosa di questo Mezzogiorno, sarà la naturale ‘propensione’ geografica della nostra terra verso quella Santa, si può dire non esista centro anche piccolo di casa nostra dove non si allestisca un presepe vivente. Da qualche giorno si lavora in tal senso da Santa Maria di Leuca a San Severo. I presepi viventi presentano non pochi problemi logistici. Là dove si può, si sfruttano scenografie naturali (ad esempio, il Pulo di Molfetta) ; altrove si ricorre a suggestioni architettoniche (castelli, borghi antichi) ; diversamente, ci si arrangia fra cortili, chiese, capannoni. Quando richiedono organizzazioni imponenti, i presepi viventi sono costosi. In questi casi intervengono gli sponsor oppure si ricorre a un biglietto d’ingresso. Se invece tocca arrangiarsi, costumi e oggetti vengono confezionati in casa, sicché nella stalla non c’è spazio per buoi e asinelli ; e trattandosi di cose alla buona nessuno pretende un ticket (ma un cestino all’uscita è pronto ad accogliere espressioni di buon cuore). E poi c’è il ‘materiale’ umano. Per una questione morale nessun figurante percepisce un gettone. Ugualmente si gareggia per trovare spazio. Maggiore è la visibilità offerta dalla ‘parte’, più si sgomita. La ‘graduatoria’ d’importanza dei ruoli disponibili ha andamento piramidale ed è divisa in tre fasce. L’ultima, la più popolosa, considera un popolo di pastori, zampognari, curiosi, passanti, ambulanti, artigiani, soldati romani in libera uscita…. Drastica la riduzione dei figuranti in seconda fascia che per forza di cose si riduce a non più di cinque o sei figure (i Magi e gli Angeli). Infine la prima fascia che è al minimo del plurale componendosi dei soli Maria e Giuseppe. Al vertice della piramide è il Bambinello. Dicevamo prima di gente che sgomita per trovare visibilità. Talvolta si scalcia. L’assegnazione del ruolo di Baldassarre a Tizio, di Giuseppe a Caio e di Gesù al figlio di Sempronio ha dato origini a polemiche, ripicche, persino a dispetti. Sappiamo di presepi viventi non più rinnovati il Natale successivo per colpa di diatribe responsabili di aver portato alle dimissioni di Presidenti di Associazioni Culturali o addirittura allo scioglimento delle stesse. Diatribe che in qualche caso sono state spente impiegando le stesse modalità in uso per le processioni : i ruoli messi all’asta (modalità che, tra l’altro, assicura l’autofinanziamento). Ma attenzione, così si può sfiorare il grottesco : Bambinelli di tre anni, Madonne attempate e dai tratti plebei, Magi dall’aspetto adolescenziale… I nemici dei presepi viventi se la spassano a fare i franchi tiratori anche giocando sugli anacronismi. In effetti (e ci è successo di vederle) cose come un San Giuseppe con l’orologio al polso, Melchiorre con le scarpe da ginnastica o un Angelo occhialuto, una risatina te la fanno scappare e come.
Italo Interesse
Pubblicato il 4 Dicembre 2014