Cronaca

Il bullismo e il sottobosco delle mezze cartucce

Il tessuto sociale si sgrana, si decompone. Peggioriamo. A trarne partito sono furbi e prepotenti. Intorno a queste infelici espressioni d’umanità prospera il sottobosco delle mezze cartucce. E’ il gran momento di vigliacchi e frustrati, gli stessi ‘eroi’ che opprimono gli indifesi o che trovano identità e forza solo nel branco. Ha fatto il giro d’Italia la ‘bravata’ (così la definirà il loro avvocato) di quei quattro intoccabili sedicenni di Triggiano che a più riprese hanno deriso, picchiato e derubato un disabile. Vessazioni risalenti a qualche mese fa e divenute di dominio pubblico solo avantieri, quando quel poveraccio ha trovato il coraggio di denunciare i suoi aguzzini. La notizia è stata battuta dalle agenzie di stampa nello stesso momento in cui giungevano altre nuove, questa volta ‘fresche’ e della medesima, orribile  natura. A Taranto, nella città vecchia,  una decina di omofobi sempre intoccabili perché minori, ha preso a schiaffi, insultato e ricoperto di minacce Luigi Pignatelli, presidente dell’Arcigay del capoluogo jonico. Pignatelli, ovviamente, era solo al momento dell’aggressione. E ancora a Taranto (città ormai avvelenata anche nei cuori) una matura insegnante di scuola d’infanzia è ora agli arresti domiciliari per maltrattamenti aggravati nei confronti degli propri alunni… Cose ormai all’ordine del giorno, non solo in Puglia o in Italia. Allora viene da domandarsi a che servano Giornate Internazionali come quella del 3 dicembre (in difesa dei disabili), del 17 maggio (contro l’omotransfobia) e del 20 novembre (a tutela dei diritti dell’Infanzia). E servono a qualcosa i gazebo dove si raccolgono firme e fondi, producono risultato  cortei, flash mob, fiaccolate, sit-in, incatenamenti, girotondi e altre colorite manifestazioni per richiamare l’attenzione dell’uomo della strada sui problemi di una ‘categoria’? Addolora questa impenetrabilità. Un ulteriore esempio : Dopodomani ricorre un’altra e importantissima Giornata, quella della Donna, una celebrazione che negli USA ha più di cento anni. Che ne è stato di tanto militante esempio? E’ vero, lo status femminile ha compiuto un prodigioso balzo in avanti. Peccato che ce ne voglia un altro ancora per completare questa la rincorsa, questa corsa ad handicap. E invece qui sembra si stia tornando indietro fra stupri e femminicidi. A proposito di domani nove donne su dieci parlano di ‘Festa’… La differenza (un abisso) non è solo nelle parole. Perché se in luogo di lottare (ce ne vuole per conquistare l’altra metà del cielo) si bada solo ad ostentare mimose, a riempire ristoranti o a pretendere doni da fidanzati, mariti o amanti, è segno che non s’è capito nulla.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 6 Marzo 2015

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