Cultura e Spettacoli

Il buon precettore illuminò il giovane Principe

Penultimo Re del Regno delle Due Sicilie, Francesco I di Borbone fu monarca dalle caratteristiche insolite. Da adolescente, essendo versato nelle scienze naturali, si appassionò alla botanica al punto da scrivere due trattati : ‘Istruzione per la coltura della pianta del cartamo’ e ‘Memoria sulla coltura ed uso dell’erba dell’abbondanza’. Quando nel 1799 la famiglia reale dovette rifugiarsi in Sicilia a seguito della proclamazione della Repubblica Partenopea, il principe ereditario continuò a non occuparsi di politica, rifuggendo la vita di corte per dedicarsi solo alla campagna.  E anche quando per la seconda volta, nel 1806, i Borbone dovettero nuovamente rifugiarsi a Palermo per effetto dell’invasione francese, Francesco continuò a dedicarsi alle sue attività preferite, ovvero la botanica e l’agricoltura, impiantando nella sua tenuta di Boccadifalco una villa agricola modello, dove si sperimentavano nuovi sistemi di coltura, irrigazione e allevamento. Poi il 4 gennaio 1825 Ferdinando I morì per un colpo apoplettico e il principe ereditario salì al trono con il nome di Francesco I. Il suo regno non fu lungo (meno di sei anni) ma bastò a lasciare una traccia importante nella storia del Regno. A lui si devono la costruzione della rete stradale in Calabria, la bonifica di alcune aree paludose e l’istituzione di un ordine cavalleresco che premiava i letterati, gli uomini di scienza e i benemeriti per virtù civili. Il Reale Ordine di Francesco I, precursore dei moderni ordini civili al merito, fu la migliore espressione della larghezza di vedute di questo monarca. Il merito di tanta ampiezza di pensiero, dote rara in casa Borbone, viene attribuita dagli storici all’uomo che fu precettore del Principe già dall’età di cinque anni. Costui era un pugliese. Nato a Molfetta il 28 ottobre 1746 (si sarebbe spento a Napoli il 7 aprile 1825) Giuseppe Saverio Poli fu un fisico naturalista. Laureatosi in medicina a Napoli, Poli si trasferì a Napoli nel 1790 per insegnare storia e geografia all’Accademia militare Nunziatella, per la quale, una volta diventato comandante, con il grado di tenente colonnellocurò il Gabinetto di fisica, dotandolo delle più moderne apparecchiature. Successivamente insegnò fisica al Collegio medico dell’Ospedale degli Incurabili, cattedra alla quale dovette rinunciare perché chiamato come istitutore del principe ereditario delle Due Sicilie, come abbiano visto. Divenne in seguito professore di fisica sperimentale presso l’Università di Napoli, del cui gabinetto di fisica fu primo direttore. Pubblicò numerosi saggi su argomenti diversi dalla fisica, come geologia, zoologia e meteorologia; particolarmente brillanti vennero giudicati i trattati sul tuono (1772) e sui fulmini (1773). La sua opera più nota è rappresentata dai 6 volumi degli ‘Elementi di fisica sperimentale’. Si cimentò anche nel componimento poetico, con inni e poemi, di cui resta emblematico il Viaggio celeste composto, in due volumi, nel 1805. Fu socio di numerose istituzioni scientifiche e culturali, fra le quali l’Accademia Nazionale delle Scienze. Molfetta gli ha dedicato una via del borgo antico. – Nell’immagine, Francesco I ritratto da Vicente López y Portañanel 1829 ; la tela è conservata nella Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, a Madrid.

 

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 5 Febbraio 2022

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