Il campione e il ragazzo impertinente
Centodue anni fa, a Robbio (vicino Pavia), nasceva uno dei più grandi centravanti, come si diceva allora, del calcio italiano. Silvio Piola (spentosi nel ’96) , vinse relativamente poco considerato il suo talento: Un campionato del mondo (Francia, 1938), una Coppa Internazionale (1933) e un campionato di Serie B (Novara ‘47/’48). Benché avesse vestito divise importanti (Juventus e Torino) non arrivò allo scudetto, né alla Coppa Italia. Il suo rimpianto più grande fu di “non aver mai fatto parte di un autentico squadrone: avrei tanto desiderato vincere uno scudetto”. Si consolò vincendo due volte la classifica cannonieri e stabilendo il record ancora imbattuto di marcature in serie A: 274 goal. Atleta poderoso per l’epoca con i suoi 178 cm. di altezza e 75 kg. di stazza, era il classico ariete. Ma la completezza tecnica (era ambidestro) e una sorprendente agilità considerata la taglia gli consentivano di partecipare alla manovra e di arrivare alla segnatura in tutti i modi (spettacolari le sue rovesciate). Fuori dal campo era il classico antidivo: discreto e taciturno, non beveva, non fumava, non amava comparire in pubblicità. Fu anche un marito esemplare. Appassionato cinofilo, amava andare a pesca e a caccia. Questo stile di vita gli consentì di restare sul campo più a lungo di tutti i suoi contemporanei. Piola infatti disputò l’ultima partita il 7 marzo 1954; aveva oltre quarant’anni. Giocò diverse volte contro il Bari. La sua migliore partita sul terreno del Della Vittoria la disputò il 25 febbraio del 1940, con la maglia della Lazio. Il Bari (che all’andata si era imposto per 1-0) venne sommerso da una coltre di goal : 5-1. Piola firmò tre reti. La sua impresa fece infuriare un ragazzo che, meditando vendetta, prima del termine della partita scese all’ultimo gradino della curva sud posizionandosi nel punto più vicino all’imbocco degli spogliatoi, allora distanti dalla rete di recinzione solo pochi metri. A gara finita le due squadre si avviarono verso il tunnel. Quando Piola fu a una decina di metri, il giovane tifoso biancorosso cominciò a chiamarlo con quanto fiato aveva: Piola!, Piola! Piola!… Ma il campione – vuoi perché stanco, vuoi perché quella voce stentava a imporsi nel clamore degli impropri rivolti dai sostenitori biancorossi ai propri beniamini (davvero una prestazione inguardabile quella del Bari) – non prestava ascolto. E il giovane tifoso, come disperato, sempre più forte : Piola! Piola! Piola!…Finalmente, proprio un attimo prima di affrontare la scalinata, il cannoniere biancoceleste alzò gli occhi. Chi lo chiamava con tanta insistenza?… Per un attimo incrociò lo sguardo del ragazzo e quello, lesto come un gatto, con l’ultimo fiato gli urlò: Cornuto! accompagnando l’insulto col classico gesto. Un attimo dopo il campione imboccava la discesa degli spogliatoi. Dall’altra parte un ragazzo con la gola raschiata sorrideva soddisfatto aggrappato alla ringhiera. Aveva vendicato il suo Bari. Perdinci.
Italo Interesse
Pubblicato il 29 Settembre 2015