Cultura e Spettacoli

Il capodanno della liturgia

Domenica prossima nella Chiesa cattolica universale si celebra la solennità di Cristo Re dell'Universo

Domenica prossima nella Chiesa cattolica universale si celebra la solennità di Cristo Re dell’Universo. In sintesi, essa rappresenta il capodanno della liturgia, in quanto finisce un ciclo di letture e ne inizia uno nuovo, con apertura sull’ Avvento che prenderà il via il primo dicembre. Ma qual è il significato della solennità visto anche nell’ottica della iconografia bizantina? Lo abbiamo chiesto in questa intervista al noto iconografo cattolico di rito bizantino, padre Antonio Calisi.

Qual è il significato profondo dell’iconografia bizantina di Cristo Re dell’universo che andiamo a celebrare?

“L’icona del Cristo Re dell’universo, il Pantocrator o “l’Onnipotente”, è un riflesso luminoso delle verità teologiche che la Santa Chiesa ha custodito e proclamato nel corso dei secoli. In questo sacro ritratto, vediamo l’onnipotenza di Cristo, Colui che regna sopra le potenze celesti e terrene e il suo ruolo di Giudice e Salvatore. La Chiesa bizantina ha sempre sottolineato l’importanza della regalità di Cristo; Egli è il Re che guida il Suo popolo verso la salvezza e l’immagine del Pantocrator ci invita a riconoscere la Sua sovranità su ogni aspetto della nostra vita”.

In che modo l’iconografia del Pantocrator riflette le credenze teologiche e le dottrine della Chiesa durante il periodo bizantino?

“Nell’iconografia del Cristo Pantocrator, ogni elemento visivo è carico di significato e riflette la profondità del mistero divino. La postura di Cristo è solenne e maestosa, spesso è rappresentato seduto in trono o in piedi, una posizione che esprime la sua regalità e autorità.

Il Signore Gesù è rappresentato con uno sguardo che penetra nell’anima, esprimendo la Sua giustizia e misericordia, mentre la mano destra è alzata in segno di benedizione a significare la Sua grazia e la Sua volontà di donare la salvezza ai fedeli, mentre la sinistra regge il Vangelo, simbolo della Sua parola vivificante ed eterna, che illumina e guida l’umanità. Egli è il Logos che illumina le tenebre del mondo. Questa rappresentazione è un richiamo alla nostra chiamata a vivere secondo gli insegnamenti del Signore Gesù, a cercare la verità e a partecipare alla Sua grazia”.

La presenza del nimbo crucifero, che circonda la Sua testa, indica la sua divinità, in cui sono inscritte le lettere del suo nome divino.

I colori utilizzati nell’iconografia sono altrettanto significativi: il rosso, della tunica di Cristo, simboleggia la sua regalità e divinità, mentre il blu del suo manto la sua umanità. Questa dualità di colori riflette l’unione delle due nature in una sola persona, come affermato dai Padri della Chiesa.

 

L’iconografia del Pantocrator riflette la dottrina dell’incarnazione, che è centrale nella fede cristiana. Cristo è vero Dio e vero uomo, il Creatore che si è fatto creatura per la nostra salvezza.

 

L’iconografia del Pantocrator non è solo un’opera d’arte, ma una testimonianza della fede viva della Chiesa, è un invito a contemplare la verità della fede: Cristo, il Re dell’universo, è colui che unisce il cielo e la terra, il divino e l’umano, chiamando ogni uomo a partecipare alla Sua vita divina e alla Sua eterna gloria”.

Come è evoluta l’immagine del Pantocrator nel corso dei secoli e quali influenze culturali hanno contribuito a questa evoluzione?

“L’immagine del Cristo Pantocrator ha conosciuto un’evoluzione ricca e profonda nel corso dei secoli, riflettendo non solo i cambiamenti artistici, ma anche le trasformazioni teologiche e culturali della Chiesa. A differenza di altre antiche rappresentazioni di Cristo, come il buon pastore, il Pantocrator esprime la regalità e l’autorità divina. Qui, Cristo non è solo il Salvatore che si china verso l’umanità, ma anche il Giudice supremo, Colui che regna sopra tutte le cose. Questa immagine invita i fedeli a riconoscere la Sua signoria e a vivere in conformità alla Sua volontà, richiamando alla mente le parole del Salmo: “Il Signore regna, si è rivestito di maestà”.

E nel periodo bizantino?

“Nel periodo bizantino, in particolare, l’iconografia del Pantocrator raggiunse una sua forma classica, caratterizzata da una rappresentazione austera e maestosa. Le influenze culturali dell’arte classica greca, unite alla spiritualità bizantina, contribuirono a plasmare questa immagine. I maestri iconografi, ispirati dalla teologia dei Padri, cercarono di esprimere non solo la bellezza esteriore, ma anche la realtà interiore della divinità di Cristo. Le influenze culturali e le tradizioni locali, arricchirono ulteriormente l’iconografia, portando a variazioni stilistiche e a nuove interpretazioni, tuttavia, il fulcro rimase sempre la verità teologica della duplice natura di Cristo, che continua a risuonare attraverso le epoche”.

 

Come possiamo, nella nostra vita quotidiana, riflettere l’amore e la misericordia di Cristo, re dell’universo e diventare strumenti della Sua luce nel mondo?

“Nel contemplare l’icona del Cristo Pantocrator, re dell’universo e nostro Salvatore, lasciamo che i nostri cuori si aprano alla Sua infinita misericordia e alla Sua divina presenza. Rivolgiamo lo sguardo al Suo volto, che irradia luce e verità e permettiamo che la Sua regalità ci guidi nel cammino della fede. Esortiamo le nostre anime a cercare in Lui la forza e la speranza, a riconoscere che, in ogni prova e tribolazione, Egli è il nostro rifugio e la nostra salvezza. Che l’immagine del Pantocrator, con la Sua mano benedicente e il Vangelo tra le mani, ci ricordi sempre la chiamata a vivere secondo la Sua parola e a diffondere il Suo amore nel mondo”

Bruno Volpe


Pubblicato il 22 Novembre 2024

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