Il caro energia “divora” i taralli pugliesi
Il caro energia e l’aumento delle materie prime si…. ” divorano” i taralli pugliesi. Questa autentica ghiottoneria della nostra terra, infatti, subisce più che altri prodotti il rincaro di luce, gas e farina, ma non solo. Lo ricaviamo da due interviste realizzate con importanti esponenti di imprese produttrici di taralli: Marina Perta di Golosità dei Trulli ad Alberobello e Domenico Egizio titolare del brand Farinella a Putignano. Partiamo da Marina Perta.
Signora Perta, qual è e come è la situazione relativa alla produzione dei taralli?
“Definirla complicata è poco. Siamo obbligati e noi non lo vogliamo, ad un rincaro medio del 15 -20 per cento. La situazione è fluida e ho il fondato timore che possa persino peggiorare”.
Quali le cause?
“Sono molteplici. La più evidente è il caro farina, il costo è diventato davvero proibitivo. In secondo luogo, la carenza di olio di semi di girasole. Noi lavoriamo con quello extravergine, ma se viene a mancare quello di girasole, chi produce con quell’ olio deve necessariamente fare rotta sull’ olio di oliva e il prezzo si alza. Poi il grande problema è l’aumento esponenziale del costo delle risorse energetiche”.
Ci spieghi, per favore…
“Gas e luce. Noi registriamo una lievitazione del 50 per cento, chiaramente insostenibile. A tanto si aggiungano i costi di cartoni da imballaggio, trasporti, costo delle buste per la confezione. Per chi come noi commercia con la grande distribuzione i problemi aumentano. Infatti la grande distribuzione non è disposta a comprare con i nostri aumenti e spesso pur di vendere lo facciamo senza margini di guadagno e persino sotto costo. Insomma, viviamo un momento molto, ma molto complicato”.
Parola a Domenico Egizio, patron a Putignano del noto brand Farinella.
Come va?
“Tutto fuori da ogni logica, una battaglia. La situazione, lo scriva pure, è fuori controllo. Tra tutti i prodotti da forno, il tarallo è quello che ha avuto maggiori problemi”.
Perchè?
“Perchè per la produzione ha bisogno di vari ingredienti, non solo della farina che pur è cresciuta notevolmente di prezzo. Come noto l’olio di girasole è introvabile e tutti si sono buttati sull’olio di oliva e il prezzo è cresciuto. A questo aumento aggiungiamo gas, elettricità, costo degli imballaggi, trasporti. Inevitabilmente dobbiamo ritoccare in alto il costo. Dal canto suo la grande distribuzione ci strozza. Noi stiamo vendendo col listino aperto, in quanto oggi come oggi fare previsioni a lunga scadenza è quasi impossibile”.
Qual è la percentuale di aumento sul prodotto tarallo?
“Circa il 25 per cento. Non le nasconde che in alcuni casi procediamo in perdita, ma così non è possibile continuare a lungo”.
Bruno Volpe
Pubblicato il 17 Marzo 2022