Cronaca

Il caro gasolio incide e anche molto pesantemente sul prezzo del pesce

Il caro gasolio incide ed anche molto pesantemente sul prezzo del pesce e in una città come Bari, ghiotta di questo prodotto, la cosa si fa seria. L’ aumento di prezzo del prodotto è stimato tra il venticinque e trenta per cento al mercato ittico e questo comporta a catena un effetto sul consumatore finale che riduce la quantità da acquistare. Con tutte le conseguenze. Per saperne di più abbiamo intervistato alcuni pescivendoli di Bari e il quadro che ne emerge è poco confortante. Partiamo da Domenico De Tullio titolare della nota Marisqueria a Poggiofranco: “Uno dei grandi problemi è la diminuzione del prodotto, manca proprio il pesce. Dopo anni di sfruttamento massivo, oggi se ne pesca poco e questo ovviamente lo paghiamo caramente. Tutto questo fa lievitare per noi dettaglianti il costo del prodotto e ne risente ovviamente il consumatore finale in quanto giocoforza dobbiamo aumentarne il prezzo, non possiamo fare diversamente. Considerate anche l’ aspetto climatico. Dal sei gennaio sino ad oggi le barche per il maltempo sono uscite appena dieci giorni e per normativa devono lavorare solo 180 giorni, molto pochi. Registriamo gli aumenti più significativi sul pesce importato, mentre scampi e gamberi rossi sono quasi introvabili. Un guaio”. Parola a Giovanni De Benedictis Pescheria del Centro: “La situazione si fa sempre più complicata. Il pesce al mercato generale costa sempre di più ed ovviamente noi dobbiamo ricaricare. Questo si ripercuote sul consumatore che a sua volta riduce la quantità. Sicuramente nel nostro mar Adriatico abbiamo molto meno pesce di prima, scarseggia. Però il grande problema si chiama caro gasolio. Lo scontiamo sia per quanto riguarda i pescherecci, sia sul pesce di importazione. I trasporti infatti costano di più. Su scampi e gamberoni, difficili da reperire, segnalo un rincaro che va tra il trenta e quaranta per cento. Molti clienti hanno diradato le visite nel nostro negozio”. Alla pescheria Moretti, via Sagarriga dicono: “Segnaliamo soprattutto un aumento del pesce importato”. Infine parola alla pescheria Momò di via Latilla: ” L’ aumento medio del pesce va tra il venticinque e trenta per cento. La causa principale sta nel caro gasolio, le barche o non escono o se escono devono ricaricare l’ aumento del combustibile sul prezzo del pesce. Noi a nostra volta per rientrare nelle spese dobbiamo ritoccare in alto il prezzo e questo lo paga il consumatore finale. Accade così che se una famiglia mangiava il pesce due volte alla settimana oggi lo fa solo una, quando va bene. Gli aumenti più sensibili? Sul prodotto di importazione”.

Bruno Volpe


Pubblicato il 16 Marzo 2022

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