Il ‘castello’ dei temerari
La piramide umana ha origini remote e fortemente simboliche, essendo una rappresentazione ‘gerarchica’ della società. In seguito questo virtuosismo di forza fisica e destrezza si innalzò a vertiginosa forma d’arte soprattutto ad opera degli equilibristi. Ciò non impedisce ad amatori audaci di esibirsi nello stesso numero (ma con i piedi piantati in terra, invece che su un filo sospeso). L’usanza ha diffusione planetaria. Alcune di queste composizioni sconfinano nel temerario. E’ il caso dei ‘castellars’ catalani, che si spingono sino a dieci livelli di figuranti.Una volta in Italia i ‘castelli’ d’uomini più belli si vedevano a Venezia. Lì i Castellani, cioè gli abitanti dei sestieri (quartieri) Dorsoduro, San Marco e Castello, sfidavano i Nicolotti (gli abitanti dei sestieri San Polo, Santa Croce e Cannareggio) con piramidi alte fino a otto livelli. In cima al castello veniva issato un bambino che innalzava il vessillo di appartenenza (tali piramidi, a seconda della morfologia del castello, prendevano nomi diversi : Forza d’Ercole, Colosso di Rodi, Cassa di Maometto, Bella Venezia, Unione, Verginella, Gloria). Da noi per vedere qualche piramide umana bisogna scendere a sud. L’ultima località pugliese dove l’usanza del ‘castello’ è rimasta in vita è Sannicandro. In questo piccolo comune del barese, il 15 luglio. alla vigilia della festa della Madonna del Carmine, si tiene il Pizzichello o Abitino dei quattro cantoni. I quattro cantoni sono le quattro contrade del paese (Assunta, Torre, Carmine e Castello) che annualmente gareggiano. La gara consiste nel percorrere un certo tratto di strada mantenendo intatta la ‘composizione’, che impegna nove atleti. Vince la piramide che percorre la distanza nel minore tempo. In passato la piramide umana rientrava tra i costumi di altro centro pugliese, Apricena, nel foggiano. Qui la torre umana, chiamata Girollè, veniva innalzata la notte del 15 agosto in occasione della festa della Madonna dell’Assunta. Il suo nome veniva da quello di una danza folclorica che nella stessa data si eseguiva davanti ai ‘tuselli’, altarini dove ancora oggi l’immagine mariana è accompagnata da oggetti che ricordano la tradizione contadina. E’ interessante notare come, al pari della festa del Pizzichello, anche quella del Girollè aveva lo scopo di ringraziare la Vergine per l’abbondanza del raccolto. Tale componente votiva consente di retrodatare l’origine dell’usanza all’era pagana, quando semina e mietitura erano accompagnati da rituali enfatici che coinvolgevano l’intera comunità. Ai rituali che rivestivano carattere spettacolare-ludico-agonistico, come la piramide umana, appunto, prendevano parte solo giovani maschi. Ciò aveva la funzione di ‘selezionare’ i giovani migliori, su cui cadevano gli occhi delle più belle tra le fanciulle da marito.
Italo Interesse
Pubblicato il 11 Settembre 2019