Cronaca

Il centrodestra ha completato lo sfascio: Forza Italia avrà un suo candidato

Il centrodestra pugliese ora è allo sfascio e Francesco Schittulli già domani (ndr – oggi per chi legge) o al massimo lunedì potrebbe non essere più l’unico candidato di centrodestra alla presidenza della Regione. Infatti, dopo le dichiarazioni rilasciate da Schittulli durante la conferenza stampa di questa mattina (ndr – ieri per chi legge) per la presentazione del programma, il responsabile pugliese di Forza Italia, Luigi Vitali, ha dichiarato: “da oggi Schittulli non è più il nostro candidato”. Quindi, le diatribe interne al partito di Silvio Berlusconi alla fine hanno provocato anche la spaccatura del centrodestra pugliese e la rottura dell’unità intorno alla candidatura dell’ex presidente della Provincia di Bari per la guida della coalizione. Da un lato Schittulli con il suo Movimento civico (MpS), Alleanza popolare-Ncd, Fratelli d’Italia-An e, soprattutto, l’area forzista pugliese che fa capo a Raffaele Fitto, dall’altro invece la parte ufficiale di Forza Italia, rappresentata da Vitali, ed il Nuovo Psi di Stefano Caldoro che nelle prossime ore dovranno individuare il nome di un altro candidato presidente da sostenere alle regionali di fine maggio. Non è da escludere che a sostegno del nuovo candidato governatore di Fi e Nuovo Psi si aggiunga quasi sicuramente la lista leghista per il sud “Noi con Salvini” e quella del candidato presidente che a breve dovrebbe essere individuato con la benedizione di Silvio Berlusconi.  A far saltare l’unità del centrodestra sul nome di Schittulli, secondo Vitali, sono stati i tatticismi dello stesso candidato presidente, che nel corso dell’ultima settimana “invece di essere il candidato di tutto il Centrodestra è (ndr – divenuto) il candidato di Fitto”. Infatti, l’accusa più pesante che Vitali muove nei confronti di Schittulli è quella di voler interferire nelle scelte interne a Forza Italia per favorire i nomi di candidati “fittiani” a discapito di altri candidati forzisti che sarebbero altrettanto meritevoli di candidatura. Vitali, infatti, pur di non rompere l’unità del centrodestra, qualche giorno fa su invito del leader nazionale del partito, Belusconi, aveva fatto cadere anche la pregiudiziale alla candidatura nelle liste di Fi dei due consiglieri “fittiani” uscenti, Ignazio Zullo e Luigi Mazzei, che, sempre secondo Vitali, non potevano più essere ricandidati in Fi a causa di talune affermazioni irriguardose rilasciate nei confronti suoi e del vertice nazionale del partito, dopo che Berlusconi, lo scorso febbraio, aveva commissariato Fi in Puglia. Sta di fatto che le rassicurazioni di Vitali (e vale a dire Berlusconi) che, alle regionali pugliesi, tutti i consiglieri forzisti uscenti avrebbero trovato posto per la candidatura nelle liste di Fi sono state ritenute sufficienti da Schittulli per accogliere il sostegno del partito azzurro, così come accolto quello di tutte le altre forze schierate al suo fianco, a cominciare dalla civica richiesta a Raffaele Fitto e di cui l’eurodeputato di Maglie si è impegnato a presentare. “Ma quanto valgono – si chiedono stupefatti alcuni elettori pugliesi di centrodestra –  in termini di consenso elettorale i nomi dei forzisti ‘fittiani’ che potevano eventualmente restare fuori dalle liste di Fi?” E, continuando con i dubbi, si interrogano: “Come mai Schittulli mette a rischio il sostegno alla propria candidatura del maggior partito pugliese del centrodestra, Fi per l’appunto, per l’incerta ed eventuale perdita di qualche migliaio di voti?” E concludono poi rilevando: “Nella spaccatura del centrodestra pugliese c’è qualcosa che non quadra”. Infatti, la perdita di qualche migliaio, per il mancato apporto di qualche candidato escluso, a Schittulli potrebbe anche eventualmente determinare una sconfitta, ma il mancato sostegno di un partito come Fi determinerebbe una sconfitta certa alle regionali per l’oncologo, ed ex presidente della Provincia di Bari, prestato alla politica. Allora i motivi effettivi del caos che si sta verificando nel centrodestra pugliese ed i suoi imprevedibili sviluppi, la cui unica conseguenza sarebbe la vittoria certa del candidato presidente di centrosinistra, Michele Emiliano, sono tutti da decifrare non certamente alla luce delle ragioni espresse da Schittulli, ma con retroscena di ben altra natura e motivazioni. Infatti, giocarsi l’unica possibilità che il centrodestra pugliese avrebbe, dopo dieci anni di opposizione, di ritornare alla guida della Regione per delle fisiologiche scaramucce interne sulla candidatura di questo o quel nome in una civica di Fitto anziché in Fi, o viceversa, è una “favola” a cui non crede davvero nessuno. Neppure gli sprovveduti di politica. Infatti, secondo molti, i retroscena di certe prese di posizione ed apparentemente inspiegabili rotture politiche prima o poi si capiranno. E sarà allora che i pugliesi potranno anche sapere se nella loro regione la politica è gestita da leader veri oppure da “capetti” di zona con l’aspirazione da leader.          

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 11 Aprile 2015

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