Il clima politico pugliese diventa più rovente della calura estiva in atto
Dopo i ballottaggi della scorsa domenica, quando il dato finale dei 14 Comuni pugliesi chiamati a scegliere il sindaco al secondo turno è risultato, per la maggioranza di essi, in controtendenza rispetto al dato nazionale, il clima all’interno delle due maggiori e contrapposte coalizioni politiche è divento forse più rovente della calura estiva che in questi giorni sta interessando la Puglia. Infatti, nel centrosinistra pugliese (risultato vittorioso a Lecce e Taranto, oltre che a Molfetta (Ba), Martina Franca (Ta) e Galatone (Le), dove i pronostici a favore del centrodestra sono stati tutti sovvertiti) ad infervorarsi è soprattutto l’anima interna al Pd che fa capo al governatore Michele Emiliano, che ritiene i recenti successi pugliesi delle amministrative ascrivibile soprattutto alla capacità di aggregazione e coesione del proprio leader, Emiliano per l’appunto, che in Puglia è sempre riuscito a scompaginare il centrodestra, utilizzando i movimenti civici come valore aggiunto dello schieramento progressista. Risultato, questo, che nell’ultimo congresso ad Pd ha portato il governatore pugliese a proporsi come candidato alternativo a Matteo Renzi per la segreteria nazionale del partito e, per questo, ad assumere anche un ruolo sia pur di minoranza, ma sicuramente di primo piano nel Pd nazionale. Ed ora, approfittando del recente risultato positivo del Pd pugliese ai ballottaggi di domenica scorsa, Emiliano è tornato a rilanciare il ruolo della sua corrente (Fronte democratico) nel partito e sia pure senza troppa enfasi trionfalistica si è inserito nel dibattito nazionale che vede il segretario Renzi sottoattacco a seguito delle pesanti sconfitte subite dal suo partito in tutto il resto d’Italia, con la sola eccezione della Puglia, dove il centrosinistra non solo è riuscito mantenere la guida del Comune di Taranto, ma ha addirittura espugnato la guida del Comune di Lecce al centrodestra, dopo ben 22 anni consecutivi di amministrazioni confermate a tale parte politica sempre al primo turno. E proprio nel momento in cui il Pd pugliese gioisce per l’imprevedibile vittoria a Lecce, in questa stessa provincia si spacca clamorosamente con il passaggio di ben 103 suoi dirigenti ed amministratori locali alla formazione politica nata dalla scissione dello scorso febbraio, ossia “Articolo 1- Mdp”. Spaccatura, quest’ultima, che ha portato Emiliano ad affermare in una recente nota che “Il Pd deve tornare ad essere un riferimento attorno al quale costruire lo schieramento progressista”. Infatti, ha rilevato a seguire il governatore: “Nel momento in cui cominciamo a pensare di fare tutto da soli, lo schieramento progressista si schianta”. Ed Emiliano, per tirare acqua al proprio “mulino” interno al Pd, quasi compiaciuto ha poi affermato anche: “Ho notato con piacere che adesso anche Prodi, Veltroni e Franceschini dicono le stesse cose che noi di Fronte Democratico abbiamo detto nella nostra mozione, al congresso Pd, e cioè che bisogna ricostruire una coalizione di centrosinistra”. Invece, ben più alta è la temperatura delle polemiche all’interno del centrodestra pugliese, dove tra il capogruppo di Forza Italia alla Regione, Andrea Caroppo, ed il partito di Raffaele Fitto (Dit) le accuse reciproche sulle cause della recente sconfitta a Lecce sono diventate probabilmente anche occasione per rinfacciarsi precedenti “coabitazioni” e successivi “divorzi”. Infatti, dopo la replica del senatore Francesco Bruni di Dit alle pesanti accuse di qualche giorno fa a Fitto da parte di Caroppo, quest’ultimo ha controbattuto con toni ancor più accessi, per respingere al mittente il rilievo di “ingratitudine” eccepito da Bruni nella replica. Infatti, ha affermato il capogruppo forzista alla Regione: “Il responsabile principale della progressiva scomparsa del centrodestra in Puglia non può che essere chi per decenni ha pensato e voluto esserne il padrone: senza memoria è chi dimentica 13 anni di imposizioni divisive. La malsana gratitudine è solo di chi è stato eletto con il Porcellum; chi si misura con gli elettori dice grazie solo a loro”. E rivolgendosi agli esponenti di Direzione Italia intervenuti a difesa del proprio leader, Fitto per l’appunto, Caroppo chiede: “E’ un opinione o un fatto che nel 2004, con Fitto presidente della Regione, il centrodestra abbia perso quasi tutte le Province e la città di Bari? E’ un’opinione o un fatto che nel 2005 Fitto abbia perso le Regionali creando il fenomeno Vendola? E’ un’opinione o un fatto che nel 2010 Fitto abbia riperso le Regionali imponendo un candidato che non assicurava l’unità? E’ un’opinione o un fatto che tanto sia riaccaduto nel 2015? E’ un’opinione o un fatto che tra 2016 e 2017, dopo Bari, sono state perse Brindisi, Taranto e infine Lecce? Infine, è un’opinione o un fatto che in tutte queste circostanze, dal 2004 a oggi, l’ultima parola sia spettata sempre a chi ha pensato di essere il padrone del centrodestra pugliese finendo per spappolarlo? E’ un’opinione o un fatto che chi dice di ispirarsi ai conservatori inglesi non imiti il grande gesto di Cameron, vero leader, che si fa da parte dopo la sconfitta? Domande a cui Caroppo dice di gradire una risposta, lanciando poi una frecciata finale a chi lo ha accusato di “ingratitudine”. Infatti, conclude l’esponente forzista: “Personalmente, sono grato solo agli elettori, perché chi come i consiglieri regionali si misura con il consenso reale deve essere grato solo a loro”. “Comprendo bene, invece, che – sottolinea alla fine l’esponente forzista leccese – i Parlamentari eletti con il ‘Porcellum’ sentano di dover essere grati a qualcuno, ancor più se nella loro città perdono le elezioni amministrative da 15 anni”. Conclusione, questa, che – chiarisce il comunica di Caroppo – è un chiaro riferimento al senatore Bruni, che in passato è stato sindaco di Otranto. Il “caso Lecce” nel centrodestra ha causato a Fitto anche qualche critica da parte del consigliere regionale salentino Erio Congedo, eletto alle ultime regionali del 2015 proprio nella lista “Oltre con Fitto” e rimasto al suo fianco fino ad alcuni mesi fa, essendo poi passato nel partito di Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia). Accuse, queste ultime di Congedo, a cui ha inteso replicare il capogruppo di Dit alla Regione, Ignazio Zullo, che in una nota ha rilevato che “parlare con il senno di poi é facile ed é ancor più facile trovare alibi alle proprie mancanze, addossando responsabilità ad altri e, se poi ‘l’altri’ coincide con l’elemento più rappresentativo del sistema, non solo c’è facilità, ma anche visibilità”. Invece, l’invito di Zullo nella replica è che “ognuno riconosca come ha giocato il proprio ruolo nelle scelte e nelle decisioni” e, quindi, “chi le ha formate o accettate” oggi, a risultato ottenuto, non si sottragga da tali responsabilità, tirandosi fuori. “Perché – ha commentato ancora Zullo – se a Lecce avessimo vinto ora starebbero dentro”. Ma verosimilmente il clima politico pugliese è destinato a diventare ancor più rovente di quello innanzi riportato. Anche perché siamo solo agli inizi delle polemiche per i risultati delle recenti elezioni amministrative, come per la calura in atto, che è probabilmente solo un “antipasto” delle elevate temperature di questo inizio d’estate.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 29 Giugno 2017