“Il Codice di Decaro per i dipendenti comunali potrebbe essere un insulto al personale onesto”
Non è certo un buon inizio d’anno per l’Amministrazione comunale del sindaco barese Decaro, che proprio in avvio del nuovo anno ha subito dure critiche dalle tre organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl e Uil) maggiormente rappresentative dei dipendenti del Comune di Bari per il codice di comportamento del personale dell’Ente recentemente approvato dall’esecutivo comunale. Infatti, con una nota a firma dei rispettivi rappresentanti di categoria, Domenico Ficco (Fp – Cgil), Dino Di Gennaro (Fp – Cisl) e Davide De Gregorio (Fpl – Uil), la citata triplice sindacale ha invitato l’amministrazione Decaro ad “aprire un tavolo per discutere insieme di un codice formulato in una forma rispettosa e corretta, come sono corretti e rispettosi i lavoratori del Comune di Bari”. Ma l’invito è la conclusione del comunicato diffuso in data di ieri, perché la premessa ed i contenuti che lo precedono sono di tutt’altro tenore. Infatti, in premessa i tre rappresentanti sindacali al Comune del capoluogo esordiscono: “Siamo letteralmente stupefatti del contenuto del codice di comportamento licenziato dalla giunta del Comune di Bari che, accanto a prescrizioni ovvie e cavalcate dalla peggior stampa per colpire i dipendenti pubblici (‘i furbetti del badge’ che nei casi previsti dalla legge comporta anche il licenziamento), affianca poi un fantomatico art. 8 che vieta ‘anche sui social network’ giudizi sull’operato dell’Ente”. Tanto da chiedersi di seguito: “Delle due l’una, o ci troviamo in un regime borderline, ai confini di un sistema che democratico non è più o la formulazione è talmente espressa male da dover essere seriamente e correttamente rivista”. E, continuando, sottolineano che “se è vero che qualsiasi inettitudine o inefficienza commessa da un lavoratore pubblico diventa notizia pareggiata a un affare di Stato”, per cui i rappresentanti sindacali della triplice al Palazzo di Corso Vittorio Emanuele hanno dichiarato di non essere più disposti a tollerare “che, nel parlare di pubblico impiego, si alluda sempre e continuamente a persone disoneste e nullafacenti”. E ciò, “innanzitutto perché – hanno affermato ancora, con sottile ironia, i tre esponenti sindacali – i disonesti allignano dappertutto, anche tra i politici e nelle istituzioni e la stampa è piena quotidianamente di pessimi esempi che mostrano una deriva del Paese. Ed inoltre perché se da un lato si vieta ai dipendenti di esprimere un giudizio sui social, dall’altro non si comprende perché il governo politico è libero di fare ciò che vuole, anche a mezzo stampa, quando decide di delegittimare del proprio operato proprio un dipendente”. Poi, proseguendo con le lamentele, nella nota di protesta contro il codice di comportamento del personale approvato dalla giunta Decaro i tre sindacalisti baresi si lasciano andare ad uno sfogo contro l’attuale situazione della Pubblica amministrazione ed alla politica finora adottata dal governo centrale per i lavoratori del settore e dichiarano: “Siamo stufi che si continui a descrivere l’impiegato pubblico a tinte fosche, tanto da renderlo sempre e comunque destinatario di umiliazioni e punizioni. Ci ha pensato bene il governo in questi anni che, invece di produrre una vera riforma della Pubblica Amministrazione, continua a fare tagli e blocchi di turn over e, non ultimo, si produce, dopo una pronuncia perentoria della Consulta, in un aumento balordo ed irrisorio del Ccnl nonostante sette anni di blocco. Un aumento vergognoso che la dice lunga sulla stima (leggi disistima) che lo Stato ha dei suoi lavoratori, degni solo di spiccioli”. E ricordano (loro dicono inutilmente, ma probabilmente per rincarare la dose nei confronti dell’Amministrazione barese) “che proprio il Comune di Bari ha la metà dei dipendenti in servizio di qualsiasi altra realtà metropolitana nazionale pur in presenza dello stesso numero di servizi da erogare”. Infatti, a seguire, chiedono ironicamente ai destinatari della nota: “Non è già questo un elemento distintivo del buon operato dei dipendenti del Comune di Bari?” E, pur riconoscendo che “i colpevoli vanno puniti, come dovrebbe essere sempre in un Paese civile”, fanno comunque presente che “la gran parte di loro deve essere rispettata perché attiene con scrupolo al proprio lavoro”, per rilevare in fine che “ormai è moda l’insulto operato senza mezzi termini nei confronti di tutti”. Ed è dopo quest’ultima considerazione che i tre rappresentanti sindacali baresi della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil affondano il colpo critico più duro verso la giunta Decaro, affermando: “E questo Codice di comportamento si ascrive nella stessa logica, tanto da fare notizia per l’impronta selvaggia e allusiva che contiene e non certo perché voglia semplicemente aggiornare prescrizioni vecchie di qualche anno”. Per concludere, poi, con un auspicio, che è pure un avvertimento, giustificativo della richiesta di un tavolo di discussione con l’Amministrazione barese per rivedere evidentemente quelle norme del codice di comportamento indigeste ai tre sindacati. Infatti, in conclusione, nella nota si afferma: “Noi crediamo, e speriamo, che dietro quella forma non si nasconda un modo di pensare che non è più tollerabile perché oltre a qualche disonesto, che va aspramente punito, ci sono moltissimi lavoratori che servono degnamente lo Stato e che non ci stanno più a essere vituperati!”. Il sindaco Decaro (Pd) è stato avvisato dalla triplice sindacale del Comune di Bari per un Codice del personale che, con qualche norma, rasenta forse l’insulto per chi, tra i dipendenti, al Comune di Bari è ligio al proprio dovere lavorativo.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 5 Gennaio 2016