Il Comandante respinse ogni complimento
Alle 00:04 del 27 aprile 1915 a sud di Santa Maria di Leuca, a poche miglia di distanza dalla nostra costa il Léon Gambetta, un incrociatore corazzato della Marine Nationale francese andava a fondo, silurato dal sommergibile austro-ungarico U-5. Nella tragedia perdevano la vita 684 dei 728 uomini dell’equipaggio. Otto ore dopo una scialuppa con parte dei naufraghi raggiungeva Santa Maria di Leuca. Mentre la popolazione locale li soccorreva con slancio generoso, da Brindisi e Taranto salpavano unità militari alla volta del luogo di affondamento. In serata altre decine di naufraghi sfiniti e disidratati si ricongiungevano agli altri compagni di sventura. Appena il tempo di rifiatare e tutti di nuovo a bordo, un mercantile questa volta e diretto a Siracusa dove un campo d’internamento per prigionieri di guerra attendeva gli sventurati. La drastica misura trova spiegazione nella necessità dell’Italia, in quel momento ancora estranea al conflitto poiché in posizione di neutralità, di rispettare le convenzioni internazionali (quanto a quei poveri francesi, in un secondo momento furono condotti a Malta prima d’essere rimpatriati). Un incrociatore da 12mila tonnellate colato a picco con un solo siluro… Un bel bottino per la Marina Austro-ungarica. Ma mentre a Vienna si brindava, a bordo di quell’U-5 il comandante, Georg Ludwig von Trapp, respingeva i complimenti dell’ufficiale in seconda e degli altri sottoposti. Era il suo primo successo (alla fine del conflitto con dodici affondamenti von Trapp si sarebbe imposto come il miglior ufficiale della Marina Austro-ungarica). Eppure, agli occhi del comandante quello era tutt’altro che un successo. Significative le parole che von Trapp scrisse a caldo la sera stessa sul diario personale : “Allora, ecco com’è la guerra… siamo come banditi di strada, saltiamo addosso a navi ignare del pericolo, da veri codardi… Combattere in trincea sarebbe stato meglio, lì almeno si sentono gli spari, i lamenti dei feriti, si vedono i compagni cadere.. ci si sente invadere dalla rabbia e si spara al nemico per difesa o per paura ; andando all’assalto si può persino urlare. Ma qui niente. E’ semplicemente crudele far annegare tanti uomini come in un’imboscata”… Singolare il destino di quest’uomo, che nel 1935, a seguito di un pessimo investimento bancario, si ritrovò sul lastrico. Per sopravvivere, fece del suo hobby – cantare in coro con la moglie e i numerosi figli – una professione. Nel 1938, contraria all’Anschluss (l’annessione dell’Austria alla Germania), la famiglia emigrò negli USA, dove incontrò un’accoglienza particolarmente favorevole. Alla morte di von Trapp, avvenuta nel 1947, sua moglie, Maria Augusta, diede alle stampe ‘The story of the Trapp Family Singers’, un fortunato romanzo autobiografico. L’opera ispirò prima un musical (‘The Sound of Music), poi due film, ‘Die Trapp- Familie’ e il più celebre ‘Tutti assieme appassionatamente’.
Italo Interesse
Pubblicato il 7 Ottobre 2017