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Il Comune di Modugno verso lo scioglimento coatto

 
Al Comune di Modugno potrebbero esserci a breve clamorosi sviluppi non solo giudiziari, ma anche amministrativi, conseguenti alle indagini avviate, circa un anno fa, dalla Procura di Bari. Infatti, secondo alcune indiscrezioni, il consiglio comunale della cittadina alle porte di Bari, rinnovato appena cinque mesi fa, potrebbe essere sciolto con decreto del Ministero degli Interni, per sospette infiltrazioni di carattere mafioso. L’iter per lo scioglimento coatto dell’Assemblea modugnese potrebbe essere stato avviato già da qualche mese dalla Prefettura di Bari, che avrebbe messo sotto osservazione l’attività amministrativa del Comune, anche se finora non ci sono notizie certe sulla delicata vicenda. E’noto, però, che da qualche settimana la Magistratura barese ha già iscritto nel registro degli indagati 11 nomi, tra politici locali e dirigenti comunali. Quasi tutti volti noti e pubblici a Modugno. Tra di essi l’ex sindaco Pino Rana dell’Udc, che ha guidato ininterrottamente l’Amministrazione cittadina dal 2001 fino allo scorso maggio e che, tra l’altro, siede in consiglio provinciale di Bari, quale unico rappresentante del partito di Pier Ferdinando Casini, che nelle provinciali del 2009 lo portò da candidato presidente non eletto. Fra gli indagati compare anche il nome del neo sindaco Domenico Gatti (Pd), che in passato è stato assessore all’Urbanistica in una delle giunte guidate da Rana. Un altro ex assessore di Rana, Vito Carlo Liberio, attualmente consigliere comunale dell’Api di Francesco Rutelli, è finito sotto inchiesta insieme a Salvatore Antonio Scippa, ex capogruppo del Pd, nonché attuale presidente dell’Assemblea di Palazzo Santa Croce, e ad altri 3 consiglieri comunali in carica, Graziano Di Ciaula e Saverio Pascazio del Pd, e Giuseppe Vasile, ex Udc, che nel precedente consiglio faceva parte della maggioranza ed attualmente capo dell’opposizione in quota al Mep (Moderati e popolari), che alle amministrative di maggio scorso lo ha candidato a sindaco con il centrodestra. Figura tra gli indagati anche Giuseppe Caggiano, ex militante dell’Udc, che non ha alcuna carica politica. E poi vi sono due tecnici, Giuseppe Capriulo, ex capo dell’Ufficio urbanistico comunale, e l’ingegner Livio Scarselletta, libero professionista, oltre Pino Bruno, ex city manager del Comune ai tempi di Rana sindaco. Questi i nomi degli indagati, tra politici e tecnici, finora coinvolti. Però, dicono alcuni modugnesi, non è da escludere che la lista degli indagati possa allungarsi, in quanto gli inquirenti hanno ottenuto proprio nei giorni scorsi dal gip Parisi una proroga dei termini per le indagini. Ma ulteriori sorprese su Modugno potrebbero arrivare anche da altri filoni di indagini che – sempre secondo voci locali – sarebbero in corso anche sulle attività dell’Asi, il Consorzio di sviluppo industriale di Bari, di cui fa parte pure il Comune di Modugno. L’inchiesta che vede detto Comune nel mirino della Procura  ruoterebbe intorno a presunti abusi ed irregolarità commesse, tra il 2003 ed il 2010, ai danni di imprenditori, che sarebbero stati costretti a versare ingenti somme di denaro ad amministratori e funzionari pubblici, per ottenere concessioni e permessi edificatori. La Prefettura, inoltre, avrebbe concentrato la propria attività conoscitiva in relazione ad altri aspetti poco chiari dell’attività amministrativa, come la gestione degli appalti e delle concessioni amministrative in settori diversi dall’urbanistica. Come si ricorderà, agli inizi degli Anni Novanta, il Comune di Modugno era già stato al centro di altri scandali che portarono allo scioglimento del consiglio comunale da parte del Ministero. Ora, pare, che la situazione possa ripetersi. In tal caso sarà lo stesso Ministero a nominare un Commissario,  che dovrà farsi carico della gestione ordinaria dell’Ente per almeno tre anni. Questo è, infatti, il periodo minimo previsto per legge, in caso di scioglimento coatto del consiglio per presunte infiltrazioni mafiose. E, quindi, solo dopo tale intervento straordinario, gli elettori modugnesi potranno ritornare a scegliersi gli amministratori. E’ noto, inoltre, che il neo sindaco Gatti dal 2007 risulta rinviato a giudizio, per vicende attinenti alla propria attività alle dipendenza dello Iacp (Istituto autonomo case popolari) di Bari, per frodi in pubbliche forniture e falso ideologico. Tuttavia, pur salvaguardando il diritto alla presunzione d’innocenza, il Pd e tutte le altre forze che hanno sostenuto l’ascesa di Gatti a sindaco avrebbero dovuto tener conto delle vicissitudini giudiziarie del proprio candidato ed evitare una scelta così inopportuna, che oggi anche alla luce degli eventi, appare ancor più pesante in quanto, oltre a travolgere lo stesso Gatti, mette in seria difficoltà l’intero assetto amministrativo comunale. Alla fine chi pagherà sicuramente le conseguenze di tale spiacevoli situazioni saranno comunque sempre gli stessi, cioè gli onesti cittadini modugnesi.
 
Giuseppe Palella
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 11 Novembre 2011

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