Il Comune, oltre ad aver demolito i palazzi, ora vorrebbe abbattere anche il valore degli espropri
Pioggia di ricorsi in arrivo contro la variante urbanistica di "Costa sud", che secondo l'ex sindaco Decaro sarebbe un'anticipazione del nuovo Pug, che finora però conosce stranamente solo lui e qualche suo "accolito"
A Bari i ricorsi a “pioggia” non solo quelli che riguardano le ultime elezioni, come abbiamo avuto modo di riferire in precedenti nostri servizi (come si ricorderà, paventate ineleggibilità di Antonio Decaro al Parlamento europeo, in costanza di mandato, e di Vito Leccese a sindaco, senza aver effettivamente dismesso l’esercizio delle funzioni espletate da capo di Gabinetto), perché ora potrebbe essere in arrivo anche una “pioggia” di ricorsi contro il Comune, per il realizzando Parco da 75 milioni di euro del Pnrr a costa sud. Infatti, i primi due ricorsi al Tar (Tribunale amministrativo regionale) già sono stati presentati dalle quattro società proprietarie dell’area di Punta Perotti e che hanno impugnato le due delibere comunali con cui l’ex amministrazione Decaro aveva approvato, con una, il Piano urbanistico esecutivo di costa sud e, con l’altra, la variante che sposta le volumetrie previste dal Prg del 1976 di Ludovico Quaroni, rendendo inedificabili (come previsto dal Pptr) anche i suoli di Punta Perotti di proprietà principalmente della società “Sud fondi”, che fa capo alla “Salvatore Matarrese spa” (ora in procedura concorsuale) e in misura minore delle società “Mabar”, “Istvan” e “Iema”, facenti capo ad altri noti imprenditori baresi. Due delibere, quelle impugnate, che consentirebbero gli espropri di dette aree a prezzi bassi (12 euro a metro quadro), ma che – secondo le società ricorrenti – prevedono anche una valutazione errata del reale valore compensativo con lo spostamento delle volumetrie, però in misura ridotta, in altre zone della città presenti sul quartiere Japigia di Bari, esattamente su via Gentile, su terreni in precedenza classificati come agricoli. In definitiva, che sia esproprio o perequazione con trasferimento delle volumetrie – secondo i titolari delle società ricorrenti – si tratterebbe di un’operazione in perdita, perché sicuramente danneggia i proprietari dei suoli dell’area di Punta Perotti. Infatti, l’ingegner Salvatore Matarrese, oltre a manifestare tutta la sua delusione ed amarezza a nome della famiglia, al riguardo ha dichiarato: “Per cinque anni abbiamo cercato di trovare una soluzione con un progetto che mettesse insieme pubblico e privato”. “Ora – ha commentato, inoltre, il rappresentante della nota famiglia di costruttori edili – ci rendono inedificabili i terreni di Punta Perotti, li espropriano e spostano una minima parte delle volumetrie originarie in via Gentile, abbassandone così il valore” effettivo delle aree prima della variante, a fine di abbattere il valore reale dell’esproprio. Per poi proseguire rilevando: “Per una società come la ‘Sud fondi’, in concordato fallimentare, che deve soddisfare i creditori, garantendo anche fornitori e lavoratori, è una operazione impossibile”, perché “significherebbe farla morire due volte”. Però, a destare perplessità (e forse anche scandalo!) in molti cittadini baresi, soprattutto tra gli addetti ai lavori della politica e del comparto edilizio, non sono soltanto le delibere comunali già impugnate dalle ditte proprietarie dei suoli di Punta Perotti, ma è l’intera “Operazione costa sud”. Infatti, ha rilevato alcuni esperti, con le varianti introdotte dall’ex amministrazione Decaro si stravolge una vasta area cittadina, quella della costa sud per l’appunto, con tutte le implicazioni che ciò comporterà sulla città di Bari, senza però sapere cosa accadrà effettivamente per le altre parti urbanistiche della città. “L’ex sindaco Decaro – ha rilevato, inoltre, uno dei professionisti baresi perplessi su quanto sta accadendo per costa sud – ha più volte dichiarato che l’operazione ‘costa sud è un’anticipazione del Pug”, ossia del nuovo Piano urbanistico generale di Bari. Un Piano che – come si ricorderà – non è stato ancora approvato e che non è neppure noto in via informale alla cittadinanza, perché gli elaborati del Pug, pur essendo stati licenziati dai progettisti incaricati, che sono stati anche già pagati, dal 2014 resi pubblici per un confronto ed un apposito dibattito almeno a livello delle categorie tecniche ed economiche interessate. Infatti, – come è noto – tutte le carte del nuovo Pug della città di Bari giacciono tutt’ora sotto chiave nei cassetti della Ripartizione comunale competente. Quindi, ha esclamato lo stesso professionista, “le progettazioni e realizzazioni di costa sud sarebbero, secondo l’ex sindaco Decaro, un’anticipazione del nuovo Piano urbanistico generale, ma finora il Pug, stranamente, lo conosce solo lui. E verosimilmente qualche suo accolito!”. Su questo tema, più espliciti di così forse non si poteva essere.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 27 Agosto 2024