Il Comune pronto ad aumentare anche i grattini pur di non tagliare i costi dei politici
Ripristinati di recente i compensi per gli amministratori di quartiere che superano di gran lunga quelli di sindaci e consiglieri di Comuni come Bitonto, Corato, Gravina di Puglia e Monopoli
La neo amministrazione barese guidata dal sindaco Vito Leccese, per incrementare le entrate del Comune capoluogo, sta pensando sia di incrementare le aree pubbliche di parcheggio a pagamento (che un tempo – come si ricorderà – avveniva con i “grattini” ed ora invece con lo scontrino emesso dalle apposite colonnine), sia di estendere anche ai giorni festivi, finora esclusi, il pagamento di detto balzello, oltre che le fasce orarie per cui è previsto. Motivo? La giustificazione apparente sarebbe quella di voler meglio regimentare la circolazione automobilistica interna a talune zone centrali della città ed in particolare quelle più interessate dalla movida serale e notturna. Infatti, al Comune stanno ipotizzando di spostare dalle ore 21 alle 24 la scadenza oraria della fascia in cui occorre pagare, da parte dei non residenti, per la sosta nelle cosiddette zone blu. In realtà anche per i residenti parcheggiare nella zona dove si ha casa – come è noto – ha un costo poiché, per essere esentati dal pagamento della sosta in zona blu, occorre dotarsi di un apposito tagliando, il cui costo annuale finora è stato di 30 Euro per uno soltanto dei veicoli in possesso del nucleo famigliare, mentre per un numero di veicoli maggiore, ossia dal secondo in poi, il costo annuo sale a 300 Euro, per ogni veicolo di cui si chiede il tagliando che consente di parcheggiare senza grattino in zona blu. Quindi, per il Comune le auto parcheggiate in aree sottoposte a pagamento costituiscono comunque una fonte di introito sia col grattino (per i non residenti) che con il tagliando annuale (per i soli residenti). Pertanto è facile che, nel caso di estensione alle ore 24 dell’orario per la sosta con il grattino, anche il costo dei tagliandi annuali subisca un aumento. Il tutto, ovviamente, per aumentare il gettito da tali balzelli e quindi fare più introito per la probabile quasi esanime cassa del Comune barese. Infatti, ipotizzare che possa trattarsi di una cassa “quasi esanime” non è affatto azzardato poiché, stante ad alcune indiscrezioni, anche per il prossimo Bilancio previsionale l’amministrazione Leccese si appresta ad inserire alcune voci di ricavi con previsioni notevolmente in aumento rispetto al 2024 e tra queste figurerebbe, oltre a quella degli introiti da grattino, soprattutto la voce relativa alle sanzioni per infrazioni, ovvero le “multe” elevate dalla Polizia locale, che risulterebbe incrementata di ben tre milioni di euro per il 2025 rispetto alla corrispondente voce del 2024. Insomma, se le indiscrezioni pervenute fossero fondate, il neo-sindaco Leccese si appresta a presentare un Bilancio di previzione fondato su una serie di ricavi incrementi facendo cassa con balzelli e multe, senza escludere possibili aumenti anche su imposte e tasse comunali (per la Tari – come è noto – è già avvenuta lo scorso luglio!), al fine di far quadrare i conti di un Ente, forse, alquanto disastrati. Ma se così fosse, allora l’amministrazione Leccese per i baresi è già partita con il piede sbagliato. Infatti, è sufficiente ricordare che appena una settimana fa il Consiglio comunale di Bari ha deliberato la reintroduzione al massimo consentito degli emolumenti per gli amministratori di quartiere. Ovvero le indennità per le presidenti ed i consiglieri dei cinque Municipi di un finto e quindi inesistente decentramento comunale. Emolumenti che – come si ricorderà – erano stati sospesi, in attesa di un decreto del Viminale, da una legge dello scorso 25 marzo che li ha anche resi facoltativi per i Comuni e che – come è noto – sono istituti per giunta facoltativi, dal 2010, per tutte le città con più di 300mila abitanti. Pertanto il Comune di Bari, le cui casse – stante a quanto innanzi riferito – di certo non sono floride, pur potendo evitare o, quantomeno, ridurre al minimo il costo dei politici presenti negli inutili istituti di un quarantennale inesistente decentramento amministrativo, la scorsa settimana ha ripristinato una voce di costo, quella dei politici dei 5 Municipi, che graverà al massimo consentito e con una cifra (tra costi diretti ed indiretti) che a Bari potrebbe sfiorare anche i tre milioni di Euro l’anno. Trattasi, quindi, di una spesa sicuramente scandalosa, oltre che inutile, se confrontata con gli emolumenti percepiti dai sindaci di Comuni delle dimensioni di Bitonto, Corato, Gravina di Puglia e Monopoli, ossia di realtà autonome, i cui amministratori percepiscono cifre di gran lunga inferiori a quelle che il Comune di Bari si appresta ad erogare per presidenti e consiglieri di Municipio. Infatti, per dette realtà comunali il sindaco percepisce un compenso lordo che si aggira intorno ai 4500 Euro mensili ed i consiglieri comunali possono raggiungere complessivamente (tra sedute di consiglio e commissioni) non più di 1100 Euro lordi mensili, mentre per i presidenti dei Municipi baresi l’amministrazione Leccese ha stabilito 5.382 Euro lordi mensili e 1.345 Euro mensili di gettoni complessivi per i consiglieri. Cifre, queste ultime, che – a detta di molti – rappresntanto un vero scandalo, oltre che spreco di risorse pubbliche. Ma alla neo Amministrazione barese evidentemente ciò non interessa, perché è sufficiente incrementare le aree di sosta a pagamento e la relativa fascia oraria, per la corrispondente sostenibilità di spesa. E, comunque, se ciò non bastasse, ci sono sempre le multe a “go-go”, gli oneri di urbanizzazione per le colate di cemento a valanga, oltre alla possibilità degli eventuali incrementi di imposte e tasse da mettere a carico dei già tartassati contribuenti baresi.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 30 Ottobre 2024