Il conflitto bellico scoraggia gli acquisti
Il conflitto bellico tra Russia e Ucraina scoraggia i consumatori e in particolare bastona i consumi ritenuti voluttuari come moda e profumeria. Lo ricaviamo da due interviste che il Quotidiano ha realizzato con Carlo Saponaro presidente Confcommercio Bari Bat per il settore moda e Michelangelo Liuni Confcommercio Bari Bat profumeria e anche Presidente Nazionale della Federazione Profumieri, proprietario a Bari della storica profumeria Pepe.
Dottor Saponaro, come vanno le cose?
“Come noto, il nostro è un Paese che vive di terziario e di manifatturiero. E’ evidente che qualsiasi mutamento, nella fattispecie così grave, porta turbolenze sui mercati e riduzione del potere di acquisto da parte della gente. Notiamo in aggiunta, un abbassamento della fiducia che a sua volta causa contrazione nelle spese. In poche parole la gente ha paura, non sa quello che accadrà e spende di meno. Io definisco il nostro come il settore degli invisibili, non veniamo mai considerati, come invece siamo, una categoria fragile”.
Il vostro è un settore legato strettamente al turismo…
“Certamente e questa volta, a causa della guerra, non ci saranno i russi che sono coloro con un’ ottima capacità di spesa. Se infatti il turismo non va, ne risente l’abbigliamento. Ritengo che chi consumerà di meno sarà la fascia media”.
I russi di solito comprano dalle grandi firme…
“Vero. Vi è motivo di pensare che anche la moda del lusso avrà ripercussioni, ma in minore incidenza. Chi ha tanti soldi in fin dei conti non ci pensa troppo su e compra lo stesso, magari riduce la frequenza. Innegabilmente qualche ripercussione ci sarà. In quanto ai russi, siamo proprio sicuri che non arriveranno visto che da quanto si legge non si è in grado neppure di capire e accertare la titolarità di una nave?”.
Venivate da due lockdown ed ecco la guerra…
“Davvero quest’ altra situazione non ci voleva. Le aspettative di crescita del pil si sono ridotte e per conseguenza diretta le aspettative di vendita”.
Parola a Michelangelo Liuni, profumiere: “Sino allo scoppio della guerra stavamo andando bene e ci eravamo ripresi. Ora registriamo una frenata, che riteniamo maggiormente di natura psicologica. La gente ha paura, pensa di essere in economia di guerra e riduce gli acquisti. Se prima infatti si compravano due creme, adesso una e si acquista la confezione più piccola di essenza. In tutto questo giocano un ruolo determinante gli aumenti dell’energia e dei trasporti. Tutto ciò ovviamente ricade sul consumatore finale, il cliente. In sintesi la gente sembra sfiduciata e anche preoccupata”.
Bruno Volpe
Pubblicato il 31 Marzo 2022