Cronaca

Il Consiglio di Stato da’ ragione al professor Inchingolo

Nella lunga battaglia legale tra Azienda Consorziale Policlinico e Franco Inchingolo, il chirurgo e docente barese che quasi tre anni or sono ha denunciato concorsi truccati all’Università di Bari, la bilancia pende dalla parte di quest’ultimo, anche se negli ultimi tempi l’odontoiatra ha trascorso più tempo a redigere memorie e atti difensivi coi suoi legali, che in sala operatoria o in aula universitaria. Dove, invece, ora dovrà essere reintegrato (e con tante scuse) senza indugio dalla direzione generale del Policlinico. Infatti nell’ultima decisione il Consiglio di Stato ha accolto l’appello proposto (procedimento ruolo 3839/2011) del professor Inchingolo (difeso dall’avv. Aldo Loiodice) annullando l’ordinanza del 19 aprile adottata dal T.A.R. Puglia, che aveva respinto la richiesta di consentire al docente la partecipazione alla assegnazione di incarichi chirurgici e interrompendo, così, la lunga sospensione dalle funzioni assistenziali in vigore da quasi tre anni. E precisamente dal  26 settembre 2008. Inchingolo, che per essere precisi riveste il ruolo di docente aggregato di insegnamenti clinici e chirurgici nella disciplina della Odontoiatria e responsabile della “Chirurgia Orale”  nell’Università di Bari, aveva denunciato che la sua sospensione dall’attività assistenziale gli impediva di svolgere insieme attività di ricerca e didattica con la prestazione di assistenza ai pazienti.La questione è sorta da quando lui denunciò alcuni colleghi docenti a causa di alcuni presunti reati. Immediatamente, fu sospeso dall’attività universitaria e, subito dopo, da quella assistenziale. L’Università, tuttavia, lo ha reintegrato nel servizio di docenza e di ricerca, ma il Policlinico l’ha lasciato sospeso a tempo indeterminato, causa il clamore mediatico dalla trasmissione mandata in onda tre anni or sono da ‘Striscia la Notizia’ in cui si accusava Inchingolo di assenteismo. Il Consiglio di Stato, già, aveva stabilito, il 29 gennaio 2010, che il Policlinico dovesse fissare un termine a questa sospensione a tempo indeterminato; senonché l’Amministrazione Sanitaria, cambiando itinerario, lo destituì completamente de convenzionando il battagliero docente e chirurgo barese dal rapporto con il Policlinico dopo una delibera adottata dal direttore generale (con puntuale intervista alla solita “Striscia”) a fine aprile dell’anno scorso. I giudici amministrativi, il primo luglio 2010 (ricorso 711/2011), sospesero il provvedimento invitando l’Azienda diretta da Vitangelo Dattoli a riesaminare la pratica. Dopo un’istruttoria che è passata anche per il vaglio del Comitato dei Garanti, il Policlinico ha nuovamente sospeso per un anno Inchingolo in maniera “non conforme” alla decisione dei Garanti stessi, anche se questi ultimi avevano espresso “parere contrario alla sospensione”; senonché l’Azienda Consorziale ha ritenuto che il docente finito al pubblico ludibrio doveva essere comunque sospeso dall’attività assistenziale, in pendenza d’un giudizio penale non ancora concluso. Giudizio del quale, però, erano tutti a conoscenza già da gennaio 2009 nei posti di comando al Policlinico, come chiarisce lo stesso Inchingolo. Dinanzi al Consiglio di Stato il Prof. Aldo Loiodice ha fatto notare che il Comitato dei Garanti a dicembre 2010, una volta ricevuta la documentazione, ha dichiarato che non vi era alcuna possibilità di sospendere il docente dall’attività assistenziale perché: “entrambi i fatti a lui imputati non possono ritenersi integrare gli estremi delle gravissime mancanze ai doveri di ufficio”. Ma nonostante questo parere, l’Amministrazione di piazza Giulio Cesare ha però continuato a sospendere nuovamente il prof. Inchingolo con terzo nuovo provvedimento deliberato a dicembre 2010, questa volta con un termine di ben dodici mesi, fino al 29 dicembre di quest’anno. Ma c’è da notare come i giudici di piazza Massari  /che hanno avuto torto su tutta la linea dai colleghi di secondo grado/ avevano respinto anche la domanda di sospensiva ritenendo che si trattasse solo di un provvedimento cautelare, e non sanzionatorio, mentre era stata lamentata la durata di 3 anni di sospensione per fatti o inesistenti o che, al massimo, avrebbero condotto ad una sanzione disciplinare di 10 giorni, o un mese. Era eccessivo e risultava quindi eccessiva una sospensione così lunga dal servizio, tanto più che questa sospensione danneggia la posizione di ricerca e didattica universitaria del docente andriese. Sembrerebbe che tre anni di sospensione illegittima siano passati nel dimenticatoio. Il Consiglio di Stato ha riconosciuto “l’esistenza di grave ed irreparabile pregiudizio ai danni del Prof. Inchingolo”, riconoscendo la inscindibilità tra funzioni didattiche e di ricerca e quelle assistenziali. Perciò ha accolto l’appello d’Inchingolo, imponendo al T.A.R. Puglia di fissare immediatamente l’udienza di merito per esaminare, finalmente, la causa che era stata già fissata per il 16 marzo 2011 (ruolo TAR  n. 711/2010) e che era stata rinviata a motivo dello sciopero degli avvocati, al quale aveva aderito solo il legale del Policlinico e non i legali di Inchingolo. Attraverso queste iniziative giudiziarie la vicenda del Prof. Inchingolo si va, via via, chiarendo, in quanto dagli atti giudiziari è emerso che le accuse di assenteismo che, originariamente, avevano motivato la sospensione dal servizio, sono state superate dalla assoluzione effettuata dal C.U.N.,  organo Disciplinare Romano del Ministero della Ricerca Scientifica, dal Rettore che  ha archiviato annullando la sospensione patita restituendo le tre mensilità, dalla Commissione di indagine disposta dal policlinico che alla fine del 2008 ha concluso senza dare alcuna responsabilità all’indomito docente e chirurgo, anzi accusando altri Dirigenti medici che si erano ‘defatigati’ dall’Ordine degli Odontoiatri della BAT, che ha archiviato per gli stessi fatti il procedimento cinque mesi fa.
 
Francesco De Martino
 
 
 
 
            


Pubblicato il 31 Agosto 2011

Articoli Correlati

Back to top button