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Il consiglio di Stato, le liste sotto 4% escluse dal Consiglio regionale

Il Consiglio di Stato ha rigettato, confermando le decisioni già assunte dal Tar Puglia nel gennaio scorso, i ricorsi presentati dai gruppi politici “Italia in Comune” e “Senso Civico”, esclusi dal Consiglio regionale, che chiedevano ai giudici amministrativi – in due distinti ricorsi – “la correzione del risultato” elettorale “con conseguente assegnazione” dei “seggi spettanti”. Entrambi i gruppi politici contestavano l’esclusione perché le rispettive liste non avrebbero raggiunto la soglia di sbarramento del 4%.
I ricorrenti di “Italia in Comune”, Paolo Pellegrino e Rosario Cusmai, contestavano il calcolo del 3,49% di voti validi, “benché ciascuno di essi sia risultato il più suffragato della lista nelle circoscrizioni di Bari, Lecce, Foggia e Taranto”.
Anche i cinque candidati di “Senso Civico – Un nuovo Ulivo per la Puglia”, Ernesto Abaterusso, Luigi Giorgione, Alfonsino Pisicchio, Giuseppe Tanzarella, Sabino Zinni, contestavano il verbale dell’ufficio centrale elettorale secondo il quale la lista “ha riportato la percentuale di voti validi del 3,76%, escludendola dall’assegnazione dei seggi”, e chiedevano il ricalcolo dei voti ritenendo, invece, che avesse “superato la soglia del 4%” e che quindi “il gruppo di liste ha diritto a concorrere al riparto dei seggi del Consiglio”.
I giudici, in due sentenze motivate, hanno ricordato che “il legislatore regionale ha previsto una soglia di sbarramento inderogabile calcolata in termini percentuali”, la cui “applicazione non può prescindere dalla commisurazione del grado di rappresentatività di ciascuna lista secondo il complesso dei voti validi”, che per entrambe sarebbe stato correttamente calcolato al di sotto del 4%. Soglia che il Consiglio di Stato ritiene comunque “particolarmente elevata, e tuttavia certamente legittima”.


Pubblicato il 9 Agosto 2021

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