Cronaca

“Il Coronavirus rischia di darci seriamente il colpo di grazia”

“Il Coronavirus rischia di darci seriamente il colpo di grazia”: lo dice preoccupato Giuseppe Corcelli, figlio di una nota dinastia di ottimi fotografi, professionista impagabile. Anche il suo studio in centro (benché non fosse strettamente tenuto per legge) ha tenuto chiusa la serranda. Lo abbiamo intervistato.

Corcelli, i fotografi hanno subito un bel colpo…

“Certamente è così, siamo tra i più esposti e pochi si ricordano di noi”.

Quale il motivo?

“E’ una catena. Non si celebrano i matrimoni, battesimi, cresime o lauree e la gente certamente ci chiamava, sia in chiesa sia alle sale di ricevimento. Con noi risentono seriamente questa situazione le sale banchetti, i ristoranti e i fiorai”.

Che cosa accadrà a questi eventi?

“Posticipati, non si sa a quando. Però la domanda che mi pongo è questa: quanti di noi, quanti piccoli riusciranno a sopravvivere? Ho il serio dubbio che alla fine di questa parentesi, quando tutto sarà finito, molti non saranno in grado neppure di riaprire bottega”.

Perché?

“Il Governo ci dà 600 euro, molto poco. Non serve a nulla, però le utenze continuano ad arrivare, pur stando chiusi. Non sappiamo che fare. Mi domando: se a maggio, ammesso che a quella data riaprirò, devo corrispondere l’utenza di quel mese, come faccio senza un rinvio corposo o un annullamento a saldare le precedenti quando non ho lavorato?”.

Rischio disoccupazione?

“Lo vedo ed è molto serio”.

Il vostro comunque era un settore già in crisi da prima…

“Questo è innegabile. Vi è tanto abusivismo e lavoro a nero. E’ accaduto da quando è arrivato il digitale e si è persa molta professionalità. Non si lavorava più come una volta e voglio sperare che questo non sia il colpo di grazia per un intero glorioso settore”.

Bruno Volpe

 


Pubblicato il 2 Aprile 2020

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