Cronaca

Il cortile della discordia:Il sindaco Emiliano: “Ci penso io”

Se non fosse per il retrogusto amaro che l’ormai arcinota vicenda che vede contrapposti la scuola Mazzini da una parte e la Parrocchia di Santa Croce dall’altra lascia in bocca a chi scrive, sembrerebbe davvero di essere piombati fra le pagine di un polveroso libro del delizioso Guareschi, papà letterario delle battaglie di Peppone e Don Camillo, caricaturali contendenti del potere sulle anime insieme rosse e cattoliche di una Emilia Romagna d’altri tempi.Ma Don Alberto D’Urso non è certo Don Camillo, siccome la Dirigente scolastica Dentamaro è ben lontana dall’essere paragonabile a Peppone, ed il terreno di scontro sul quale entrambi gli insigni protagonisti di questa vicenda giocano le loro carte e schierano i propri eserciti, più o meno guarniti, è ben meno rassicurante della bassa padana di Guareschiana memoria, offrendo spunti per tristissime riflessioni sull’operato del Consiglio Comunale in un clima di pressappochismo,di pilatesca ricerca della soluzione meno coraggiosa, di strumentalizzazione della querelle del cortile per “ spaccare” l’uno o l’altro schieramento.Il Consiglio Comunale lunedì pomeriggio, gremito come non mai da genitori agguerriti e titolati con lo striscione fra i denti, e da parrocchiani impegnati nelle varie opere di volontariato coordinate da Monsignor D’Urso, accusati tout court e piuttosto avventatamente dal fronte avverso di appartenere in massa all’Opus Dei e pertanto di formare un vero e proprio potentato laico, all’esito di una lunga discussione basata sul nulla ha deciso di non decidere un bel nulla – ci si perdoni il gioco di parole – rinviando di 30 giorni la elaborazione e la presentazione di una proposta operativa  che tenga conto dei diritti e delle esigenze sia della parrocchia che della scuola, ed alla quale ci si augura che l’assessora Gallucci, silente presenza in Consiglio, abbia già messo mano e cuore.Nelle more, garantisce il Sindaco Emiliano nel corso di un duplice appassionato intervento che testimonia il risveglio dell’Amministrazione sui problemi veri della città dopo un lungo sonno dedicato alle imminenti scadenze elettorali, ci sarà un incontro, un solo incontro fra i contendenti, che a dire del Primo Cittadino , qualificato e possibilista mediatore,(che in questa diatriba si è tuffato a “pesce”, e questa volta le spigole non c’entrano vista la visibilità mediatica che la vicenda può offrirgli)  porrà fine ad ogni problematica assicurando a Bari una futura e produttiva convivenza fra le due istituzioni scuola e chiesa.Insomma, una pessima pagina di politica cittadina nella quale si legge  di errori e leggerezze compiute senza che ci si voglia assumere la responsabilità di quanto detto e  fatto, senza che si senta il dovere di trovare una soluzione tecnicamente, giuridicamente ed eticamente accettabile, e senza nemmeno che ci si voglia adoperare affinché si faccia chiarezza e corretta informazione.Il vuoto pneumatico, insomma, che lascia sul campo, sole, a fronteggiarsi le due “ agenzie educative “ più importanti per la comunità, scuola e parrocchia, che invece dovrebbero essere entrambe poste nelle condizioni di potere condividere, per vocazione e con animo alieno da litigiosità, l’ impegno formativo della comunità di tutti i giovani del quartiere , sia dei rampolli di buona famiglia che dei ragazzi meno abbienti, fornendo a tutti loro la possibilità di accedere  nel rispetto dei valori cardine alla miglior crescita culturale e spirituale possibile ,senza inciampare nei fili tesi dalla pessima amministrazione e dalla burocrazia .

 

Piero Ferrarese


Pubblicato il 19 Settembre 2012

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