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Il covid fa slittare all’anno prossimo l’85esima edizione della Campionaria

 

A poco più di un mese dall’evento, la società concessionaria dell’organizzazione degli eventi nel quartiere fieristico, ossia la “Nuova Fiera del Levante” srl, ha comunicato con una nota di aver deciso di rinviare al prossimo anno l’organizzazione dell’85esima edizione della tradizionale Campionaria barese di inizio settembre. “Una scelta – ha comunicato la concessionaria del quartiere fieristico barese – essenzialmente legata alla scarsa adesione delle aziende per le difficoltà finanziarie, per la mancanza di materie prime e di prodotti disponibili, in conseguenza delle ripetute restrizioni adottate dai governi per contenere la pandemia”, sottolineando che il “quadro” descritto “rispecchia perfettamente la situazione nazionale in cui versano migliaia di piccole e medie aziende/imprese che sono oggettivamente in grandissima difficoltà”. Ed essendosi aggiunto a ciò “anche il timore di non poter rispettare impegni a lungo termine in considerazione delle variabili dovute all’andamento dei contagi da COVID/variante Delta, oltre a tutte le problematiche sull’utilizzo del Green Pass”, allora la decisione di far slittare al prossimo anno l’edizione del 2021 della storica Campionaria barese è diventata una scelta quasi d’obbligo. Infatti, nella nota è stato precisato che “rinviare la Campionaria è un atto dovuto che si compie nel rispetto di chi aveva deciso di esserci, ed a cui non si vuol chiedere di aggiungere alla fiducia un rischio”. Quindi, la “Nuova Fiera del Levante” srl, sulla base di un bilancio consolidato e di un fitto programma di lavoro su cui è impegnata, ha  optato per quello che in gergo agonistico è definito come un “pit stop”, assicurando di “essere già al lavoro per l’organizzazione della prima Campionaria post pandemia” (o quantomeno così si spera!), perchè l’edizione della Campionaria del prossimo anno “sarà innanzitutto una grande festa per tutte e tutti” e “si strutturerà in continuità con l’edizione del 2019 in cui oltre 300.000 visitatori affollarono il quartiere fieristico, registrando un “ sold out in tutti i suoi spazi”.  Con tale decisione si è di fatto interrotta una tradizione barese, ossia quella della Campionaria settembrina nata – come si ricorderà – nell’ormai lontano 1930 e che solo nel periodo del secondo conflitto mondiale aveva subito una interruzione, che fortunatamente dal 1947 in poi non si era mai più verificata. Infatti, come è noto, neppure l’emergenza sanitaria per il Covid aveva interrotto lo scorso anno il tradizionale appuntamento barese con l’edizione della Fiera del Levante che, come è noto, per l’84esima edizione si svolse comunque, sia pure in tono minore, facendo slittare ad ottobre la settimana fieristica. Quest’anno, invece, non si farà e, quindi, l’85esima edizione nei programmi della concessionaria dell’evento fieristico salta di un anno. Difatti, la decisione della società organizzatrice dell’evento di far slittare l’edizione di quest’anno della Campionaria, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe stata dettata soprattutto dal fatto che le aziende che avevano manifestato la disponibilità a partecipare alla Campionaria di quest’anno, a poco più di un mese dall’evento, erano state poco meno di cento, a fronte dei numeri ben più alti registrati in passato, compreso l’edizione ridotta dello scorso anno. Ma a temere che a dissuadere gli espositori anche più affezionali alla Fiera di Bari non siano state soltanto le ragioni accennate dalla società “Nuova Fiera del Levante” nel comunicato di annuncio dello slittamento è il Gruppo dei consiglieri regionali pugliesi di “Fratelli d’Italia”, che con una nota ha commentato: “Una motivazione sicuramente valida, molte piccole e medie aziende che affittavano i padiglioni della Campionaria non sono in grado di sostenere gli alti costi degli affitti che, riteniamo, comunque potevano essere ridotti in ragione delle riconosciute difficoltà economiche e finanziarie”. Però, per il partito pugliese di Giorgia Meloni, oggi è “indispensabile comprendere se la mancata adesione sia anche conseguente alla promiscuità dei luoghi a destinazione fieristica con quelli a destinazione sanitaria, vista la presenza nello spazio fieristico di un Ospedale Covid”. “Insomma, – hanno inoltre dichiarato gli esponenti regionali di Fdi – abbiamo il dovere di capire se nel 2022 la Fiera si potrà organizzare o se fin da ora è segnato il destino negativo della storica Fiera del Levante”, rilevando che non è un caso se lo stesso sindaco di Bari, Antonio Decaro,” ha eccepito l’impossibilità di mantenere le strutture sanitarie in zona destinata urbanisticamente ad attività fieristiche”. Perciò, i “meloniani” pugliesi si sono poi chiesti: “per dirla tutta, operatori commerciali e relativi avventori e visitatori possono coesistere in promiscuità con operatori sanitari e ammalati?”. Infatti, il dubbio legittimo e non certo banale è se il numero assai ridotto degli espositori disponibili all’edizione di quest’anno della Campionaria barese non sia stato soprattutto una conseguenza della co-presenza nel quartiere fieristico della struttura ospedaliera per il Covid. Infatti, a conclusione del sospetto sollevato e dell’interrogativo posto, il Gruppo dei consiglieri regionali di Fdi ha dichiarato: “la nostra richiesta non è di poco conto perché se la Fiera del Levante non si dovesse più tenere non possiamo continuare perennemente a pagare il fitto di 111mila euro al mese per le strutture sanitarie ubicate nei padiglioni, a maggior ragione se non si realizzano le entrate della Campionaria”. Perché se così fosse realmente, allora un altro più significativo sospetto pervade il partito pugliese di Meloni. Ovvero “che l’ospedale in Fiera venga mantenuto per una manovra di salvaguardia degli equilibri economico-finanziari dell’Ente Fiera”. Dubbio, quest’ultimo, che verosimilmente non è soltanto dei politici dell’opposizione di Fdi alla Regione, ma anche di tanti semplici cittadini pugliesi e, in particolare, baresi.

Giuseppe Palella

 

 

 


Pubblicato il 28 Luglio 2021

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