Cronaca

Il custode va in pensione e il museo storico chiude…

Anche il museo storico è chiuso, da quando è andato in pensione l’ultimo custode, ennesima offesa alla cultura nella nostra città. Mihele Fanelli, già consigliere comunale e ora vicepresidente del circolo Acli-Dalfino di Bari Vecchia, non fatica a denunciare quest’altro colpo inferto a chi ama la città, facendo qualche paragone non tanto ardito. “La riapertura del glorioso Petruzzelli è costato sacrifici immani dell’intera città: non possiamo dimenticare l’orologio “countdown” che per un anno ha segnato mesi, giorni, ore e secondi che separavano dall’apertura del teatro Petruzzelli. Eebbene quell’orologio non solo è costato un mucchio di soldi ma alla fine ha segnato non l’inizio di una ripresa culturale, ma la morte della cultura a Bari”. Eggià, per Fanelli -…e non solo- questa città culturalmente è morta, non si vedono più iniziative sia in centro, che nei quartieri periferici e ora anche il museo storico chiude per mancanza d’un custode che sostituisca quello con l’unico torto di andare giustamente in pensione. Una “cosa assurda” in una città metropolitana, capoluogo di Regione, costretta a privarsi del museo dov’è racchiusa la storia cittadina. Ma anche quella legata all’unità nazionale di cui si festeggiano i centocinquant’anni. Il patrimonio artistico, storico e culturale della Città di Bari meriterebbe molto di più se i suoi amministratori conoscessero la città che amministrano, pensando allo stato di totale abbandono in cui vige il nostro patrimonio di edicole votive. Michele Fanelli ricorda ancora che a Bari abbiamo ben duecentoquaranta edicole tra cui affreschi basso rilievi, pitture olio su rame e sculture che risalgono al 1500, oggi in totale stato di degrado e abbandono. “L’unica cosa che sta funzionando in questa città –riattacca Fanelli- è un’azione con tolleranza zero da parte della polizia urbana che sta spaventando tutti con le nuove multe fatte con le macchine fotografiche, e con le telecamere che, sia pure ufficiosamente, sono entrate in funzione facendo spopolare il centro della città. Intano Bari Vecchia sta lentamente morendo, anche grazie all’ex assessore De Caro che inizialmente aveva condiviso i problemi con la base e il territorio. Ma poi non sono state fatte le verifiche concordate, e non ha mantenuto fede alle promesse”. Conclusione? Nel centro murattiano grazie a questa azione repressiva, si sta verificando un calo vertiginoso nel flusso veicolare e di pedoni, questa situazione senza volerlo sta favorendo la grande distribuzione, perché la gente va nei grandi centri commerciali dove c’è il parcheggio gratuito, non c’è rischio di multe e si trova di tutto. E cosi, come detto, muore il borgo murattiano e le piccole botteghe nei centri storici della città, anima e linfa del commercio barese. Alla luce di questa “catastrofica situazione” che sta penalizzando la cultura, ma anche il commercio della città, le Acli della città vecchia guidate dal battagliero vicepresidente Michele Fanelli chiedono a sindaco e amministratori che cessi l’azione repressiva della polizia municipale. E si torni a fare cultura quella “vera” nella città vecchia, martoriata come non mai: in via Carmine angolo Tancredi, pavimenti sconnessi e rotti in cui inciampano tantissime persone; il bagno pubblico in piazza del Ferrarese è ancora chiuso e sono passati più di dodici mesi. E non è finita: sulla muraglia verso il Fortino S. Antonio il muro di cinta della scala che porta giù alla Basilica è pericolante; tutti i lampioni del lungomare di Bari vecchia sono spenti da 3 anni; i lavori del ‘Sesto Piano Urban’ viaggiano con ben due anni e mezzo di ritardo, anche dopo le garanzie dell’Assessore ai lavori pubblici Lacarra, senza contare  la totale assenza della circoscrizione Murat San Nicola. Per tutto questo il circolo ACLI Dalfino di Bari Vecchia ci tiene a rendere noto che sta organizzando un’assemblea pubblica, allo scopo di ribadire che questa città vuole il rispetto della cultura, il rispetto della sua storia e la valorizzazione dell’artigianato e delle piccole botteghe, e soprattutto della tradizione popolare che è la nostra memoria storica. Quanti vogliono aderire a questa assemblea pubblica, associazioni o semplici cittadini possono chiedere informazioni al circolo ACLI Dalfino  Bari, o mandando proposte e suggerimenti a questo indirizzo e mail acli.dalfino@libero.it
 
Francesco De Martino
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 13 Aprile 2011

Articoli Correlati

Back to top button