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Il debutto di Palese suscita più polemiche tra le fila del Pd che nelle opposizioni

La recente nomina di Rocco Palese alla guida dell’Assessorato alla Santità della Regione Puglia ha catalizzato il dibattito politico della prima seduta del Consiglio regionale che ha visto il ritorno da esterno, dopo oltre 16 anni, tra i banchi di un esecutivo in teoria “giallo-rosso”, ma in pratica adesso con la presenza di un esponente, Palese per l’appunto, di spicco della stagione pugliese del centrodestra tatarelliano prima e fittiano dopo.  Il presidente Michele Emiliano – come è noto – ha spacciato la nomina di Palese al vertice dell’Assessorato più importante della Regione come un mero fatto tecnico e non politico. Tesi, questa, contestatagli in primis da alcuni autorevoli esponenti (l’on. Michele Bordo) e consiglieri pugliesi (Fabiano Amati, Michele Mazzarano, Ruggero Mennea, Paolo Campo e Donato Metallo) del suo stesso partito, il Pd, che durante un apposito vertice interno hanno rilevato come un politico del calibro di Palese non possa essere considerato semplicemente un “esponente tecnico” della Giunta. Infatti, la sensazione di molti, tra gli addetti ai lavori, è che l’ingresso dell’ex braccio destro di Raffaele Fitto alla Regione non sia affatto una presenza tecnica nell’esecutivo “giallo-rosso” di Emiliano. Anzi, stante alcune indiscrezioni romane, pare che la scelta di Emiliano a portare Palese nell’esecutivo della Regione Puglia abbia ricevuto nelle scorse settimane addirittura l’assenso tacito del segretario nazionale del Pd, Enrico Letta, ed un altrettanto tacita benedizione del ministro forzista Renato Brunetta, che di Palese è molto amico. Se fosse vero ciò, allora significa che la decisione di Emiliano a portare in Giunta un uomo come Palese, che in passato e fino a marzo del 2018 è stato tra i principali protagonisti del centrodestra pugliese, non sarebbe affatto soltanto tecnica, come di fatto la si vorrebbe far passare, ma celerebbe invece una probabile evoluzione futura non dichiarata dello scenario politico pugliese. Evoluzione che alla lunga – presagisce qualche bene informato – potrebbe portare ad un’omologazione del governo regionale al quadro politico che è alla base del governo Draghi. Ovvero ad un eventuale e possibile allargamento a destra della maggioranza giallo-rossa che sostiene il governatore Emiliano alla guida della Regione Puglia. “Certamente non subito!” – ha esclamato lo stesso bene informato, che ha precisato: “Non prima delle politiche del 2023, quando si capirà dalle urne sia il destino del governo Draghi e sia quello delle forze politiche che lo sostengono”. E che tale ipotesi possa non essere del tutto fantasiosa lo si potrebbe dedurre dal tenore delle dichiarazioni rilasciate, nella seduta di ieri dell’Assemblea pugliese, da parte dei Capigruppo delle tre forze politiche di centrodestra e dai silenzi di quelli della maggioranza giallo-rossa, in particolare del Pd, sulla recente nomina di Palese e sul significato che questa potrebbe avere ai fini della gestione della Sanità in Puglia. Ma vediamo nei particolari alcuni passaggi significativi nelle dichiarazioni dei Capigruppo di opposizione all’esecutivo Emiliano. “Non ci scandalizza la nomina di Rocco Palese ad assessore” – ha esclamato Stafano Lacatena di Forza Italia che, poi, ha così commentato: “rappresenta il fallimento del progetto del centrodestra pugliese, il tradimento di un’intera classe dirigente che ha creduto in quel modello politico e il segno dell’urgenza di un cambio di passo”. E, continuando, ha aggiunto: “Palese è stato protagonista di pagine importanti della politica pugliese e da lui ci aspettiamo tanto, dalla riduzione delle liste d’attesa all’efficienza dei servizi sanitari”. Per poi puntualizzare: “Non entriamo nel merito, quindi, delle scelte di Emiliano perché questo metodo lo ha portato a vincere, né intendiamo esprimere un giudizio sulle persone, ma diamo la nostra disponibilità a collaborare in modo serio e costruttivo sui problemi dei pugliesi”.  Per il capogruppo della Lega, Davide Bellomo, l’interrogativo da porsi su Palese è: “Quali sono le reali idee in materia di Sanità del neoassessore?” Infatti, ha rilevato Bellomo: “Non mi si venga a parlare di ruolo tecnico” perché “l’assessore è chiaramente un organo di indirizzo politico”. Quindi, ha concluso il capogruppo leghista alla Regione Puglia: “Lo giudicheremo, come abbiamo sempre fatto con chiunque, sui contenuti e senza pregiudizi”. Di confusione nella composizione della Giunta di Emiliano ha parlato, invece, il capogruppo di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo, che nel suo discorso tuttavia ha parlato anch’egli di “collaborazione nel precipuo interesse della collettività pugliese” e non certo “per collaborare al mercato delle vacche del presidente Emiliano”, se l’assessore Palese porterà avanti, come è stato per lui in passato, una visione della Sanità basata sulla “razionalizzazione della spesa”, facendo correggere la rotta al presidente. Insomma, nessuna polemica personale da parte delle opposizioni di centrodestra nei confronti del neo assessore Palese, ma forse neppure dello stesso Emiliano che lo ha nominato, tranne che dalla frangia del Pd innanzi citata. E questo potrebbe essere la conferma che la nomina di Palese non sia stata soltanto un’iniziativa autonoma di Emiliano, ma abbia avuto invece anche un benestare romano, in vista di un possibile scenario “alla Draghi” in futuro anche nella nostra regione, soprattutto quando i pentastellati, come è facilmente prevedibile, non avranno più i numeri, e quindi il peso politico, che hanno attualmente a livello nazionale e pugliese.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 9 Febbraio 2022

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