Cronaca

Il ‘dome’ che ti cambia la vita

Uno dei nostri più spassosi corregionali, Achille Starace (era nato a Sannicola nel 1889) promosse a suo tempo l’italianizzazione dei termini stranieri : Tramezzino per sandwich, autorimessa per garage, autiere per autista, mescita per bar, pallacorda per tennis… Una cosa ridicola, va bene, tuttavia non è che si stia meglio adesso vista la disinvoltura con cui diciamo flop per fiasco, trend per tendenza, bipartisan per bipartitico, authority per autorità, cash per contanti… La corruzione della nostra lingua ad opera di neologismi arbitrari e soprattutto di termini stranieri talvolta adoperati anche a sproposito va avanti e coglie impreparate sempre più persone. Quale sorpresa qualche giorno fa quando l’Enel annunciava d’aver completato la costruzione del primo dei due ‘dome’ di cui si va dotando la centrale Federico II di Cerano, alla periferia di Brindisi. ‘Dome’?… Pronunciato differentemente in inglese e francese, ‘dome’ sta semplicemente per ‘cupola’. Tutto qui. A Cerano era emersa la necessità di coprire la riserva di carbone che fino a ieri giaceva all’aperto. Elevato con l’impiego di materiale ecosostenibile come il legno lamellare che proviene da foreste gestite in modo sostenibile, il primo ‘dome’ entrerà in esercizio entro l’anno (costo : 150 milioni di euro). Ci sentiamo tutti meglio adesso? Una volgare ‘cupola’ quali garanzie avrebbe offerto? Un ‘dome’ invece evita che il vento disperda polvere di carbone la quale, come tutti sanno è nociva quando inalata. Un ‘dome’ protegge la qualità del prezioso combustibile evitando che il vento, ancora lui, lo inquini ammantandolo di un velo di terriccio. E poi un ‘dome’ è amico del paesaggio. Può difenderlo dallo squallore di una collinetta nera come può valorizzarlo. Si pensi alle suggestioni architettoniche del ‘dome’ di San Pietro, di Santa Maria del Fiore, del Pantheon… Quale bellezza i dome storici del Belpaese. Una bellezza da valorizzare se si vuole che continui ad esercitare il suo appeal sui visitatori del nostro paese, risorsa del cui benefit non si può fare a meno se si vuole scansare il default, stante la minaccia esercitata in materia di turismo da agguerriti competitors (con i quali comunque, male che vada, si può sempre entrare in partnership). Piaccia o no, è così che funziona il business. Anche in materia di dome è indispensabile definire target, se ci si vuole attestare su share concorrenziali che ci mettano al sicuro dai capricci dello spread. Una mission, questa, affatto proibitiva per un popolo come il nostro che nelle circostanze più difficili ha sempre manifestato un’invidiabile capacità di problem solving. Agendo con prudenza e maturo senso del politically correct si può arrivare lontano.

 

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 31 Luglio 2015

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