Cronaca

Il doppio gioco di Emiliano sulla preferenza di genere

Che il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione, nonché segretario del Pd pugliese, Michele Emiliano, sulla doppia preferenza di genere e sulla percentuale di soglia, per le liste non coalizzate, stesse facendo il doppio gioco lo sospettavano in molti. Ora, invece, gli stessi non hanno più alcun dubbio. Infatti, adesso che la legge elettorale regionale è stata approvata senza l’introduzione della doppia preferenza di genere, né l’obbligatorietà di presentare liste al 50 e 50, ossia per metà uomini e per l’altra metà donne, gli ex sospettosi obiettano che se l’ex sindaco di Bari avesse voluto effettivamente dare alle donne maggiori possibilità di essere presenti nel prossimo consiglio regionale, allora avrebbe sicuramente agito allo stesso modo in cui si comporto nel febbraio del 2010, quando da semplice presidente del Pd pugliese impose ai consiglieri regionali del suo partito di bocciare i due disegni di legge che avrebbero dovuto rendere realtà comunali autonome le ex frazioni di Palese e Santo Spirito da una parte e Carbonara-Ceglie-Loseto dall’altra. Come si ricorderà, in quell’occasione Emiliano impose il suo diktat, costringendo la maggioranza di centrosinistra ad un vergognoso dietro front, considerato che appena dieci giorni prima entrambi i disegni di legge per l’autonomia delle ex frazioni baresi avevano ottenuto all’unanimità, in commissione Affari istituzionali, parere favorevole da parte dei rappresentati delle forze politiche presenti in consiglio regionale. Un dietro front ancora più vergognoso se si considera che entrambe quelle proposte di legge avevano ottenuto il via libera dall’esito favorevole di un referendum popolare consultivo effettuato dalla Regione, che si era fatta carico di una spesa di oltre 700mila Euro per lo svolgimento dello stesso. Quindi, a dire di coloro che dubitava sull’effettiva volontà del segretario del Pd pugliese, lo sconcerto di Emiliano e le sue doglianze, per la mancata introduzione nella legge elettorale regionale della seconda preferenza di genere, non sono altro che una farsa recitata ad effetto dall’interessato. Infatti, dall’esito del voto nell’Aula di via Capruzzi si evince che ci sono stati nelle fila del centrosinistra non meno di 13 o 14 consiglieri della maggioranza che, nella segretezza del voto, hanno detto “sì” alla pregiudiziale sulla parità di genere posta dal capogruppo di Forza Italia, Ignazio Zullo. Pregiudiziale che, come è noto, ha poi eliminato la possibilità di mettere in votazione la norma che introduceva la doppia preferenza. E per questo che il vice presidente forzista del Consiglio regionale, Nino Marmo, in apertura di una sua nota sulle vicende che hanno riguardato la recente approvazione della legge elettorale pugliese, ha ironicamente dichiarato: “Emiliano indossa gli abiti del ‘duro e puro’, ma gli vanno piuttosto stretti”. Considerazione, questa, che lo stesso Marmo chiarisce nel prosieguo della nota, quando afferma: “Se Emiliano avesse voluto, avrebbe diretto i suoi consiglieri come fa sempre
e, soprattutto, avrebbe inserito più donne nelle liste del 2010 e può provarci ancora nel 2015. La sua posizione è strumentale e non è credibile”. E, proseguendo, il vice presidente del consiglio regionale spiega la posizione sua e della propria parte politica: “Il segretario del Pd deve sapere che la nostra posizione è stata di grande coerenza e di grande correttezza, da sempre,
nei confronti delle donne che chiedevano la doppia preferenza. Personalmente, non ho mai condiviso questa opzione e l’ho dichiarato pubblicamente. Se i partiti lo ritengono, devono inserire le donne, prima che nelle liste, nella vita dei partiti, sempre più sclerotizzati. È una scelta diversa e di natura politica”. Marmo poi, sempre con riferimento alle contraddizioni del segretario del Pd pugliese nella battaglia per la doppia preferenza, inoltre rileva: “Sta di fatto che Emiliano oggi indossa una maschera che non gli si addice: se è per le donne come dice, anziché prenderle ancora in giro inserendole come capilista, ne candidi più che può nelle sue liste. Solo allora sarà credibile”. Ma ciò che più rattrista Marmo non sono le contumelie, che a vario modo diverse donne interessate alla doppia preferenza di genere hanno proferito contro la sua parte politica, per il mancato sostegno a tale novità elettorale e, forse, anche per l’ostruzionismo del centrodestra andato a buon fine, “ma il fatto che donne, apparentemente intelligenti, si siano fatte strumentalizzare in malo modo da una sinistra che pubblicamente le decanta, ma segretamente le cancella”. “La sinistra in consiglio – eccepisce ancora Marmo – aveva una maggioranza schiacciante”. E poi, sempre Marmo, rivolgendosi evidentemente a quelle stesse donne che non risparmiano contumelie al centrodestra senza accorgersi del doppio gioco di Emiliano sulla legge elettorale, retoricamente chiede: “Ma se gli alti dirigenti ‘emilianei’ sapevano che ciascun consigliere non era d’accordo su quella linea, perché hanno insistito in questo traccheggiamento durato anni dalla votazione che bocciava la doppia preferenza?” Ed ancora Marmo: “Perché non essere sinceri dal primo momento? È più vigliacco che chiede il voto segreto o chi nel segreto si nasconde?” Concludendo, in fine, con un ennesimo affondo sull’aspirante governatore del centrosinistra: “Oggi Emiliano, come è nel suo stile predica bene e razzola molto male”. Infatti, rileva Marmo: “Non doveva cancellare alleanze? Non doveva cancellare le candidature che non obbedivano?” ricordando che “Lo hanno sentito tutte, nell’ultimo incontro promosso dal comitato!” (ndr – per la parità di genere). Ma gli interrogativi più pesanti e significativi rivolti ad Emiliano sono sicuramente quelli posti da un’importante e rappresentativo esponente della sua stessa coalizione, Michele Losappio (Sel), che, riferendosi evidentemente a talune posizioni di esponenti Udc sulla doppia preferenza di genere, provocatoriamente chiede: “Come fa Emiliano ad allearsi in una coalizione di governo con questi rappresentanti del conservatorismo politico e culturale e del neo paleontologismo democristiano?” E Losappio, con riferimento a Realtà Italia sullo stesso argomento, l’interrogativo all’aspirante governatore della sua coalizione è ancora più provocatorio: “Come fa Emiliano ad allearsi con una lista che esprime – al di là delle qualità personali del collega – un livello politico culturale così agli antipodi del centrosinistra?” E qui la risposta –  secondo alcuni – potrebbe essere la stessa che bisognerebbe dare per il doppio gioco sulla legge elettorale: “Con l’identica trasversalità con cui si è recentemente bocciata la doppia preferenza di genere ed approvata la soglia dell’8% per le liste non in coalizione”. Infatti, al primo obiettivo era particolarmente interessato il centrodestra, mentre al secondo direttamente Emiliano, per sventare eventuali fughe di sigle politiche dalla sua coalizione. E contemporaneamente ostacolare possibili ingressi in Consiglio regionale di forze politiche a lui non sgradite.          
               

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 28 Febbraio 2015

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