Cronaca

Il faccia a faccia tra Emiliano e Renzi lascia irrisolti i “nodi” tra Regione e Governo

 

La polemica di un paio di giorni fa del governatore pugliese Michele Emiliano con il Governo centrale per non essere stato preavvisato della venuta in Puglia del premier Matteo Renzi tutto sommato è servita, perché alla fine, sia pur in  “zona cesarini”, il Presidente della Regione è stato invitato a Taranto per un incontro istituzionale, in Prefettura, con il presidente del Consiglio. Un faccia a faccia, quello tra Renzi ed Emiliano, che non è servito alla firma del “Patto per la Puglia” con cui il Governo darà il via libera a finanziamenti straordinari alla Regione di circa due miliardi di Euro per i prossimi anni, ma che quantomeno è stato forse utile al governatore pugliese per mettere i puntini sulle “i” con Renzi. Infatti, il governatore pugliese, a margine della conferenza stampa in Prefettura, ha dichiarato: “E’ la prima volta che riesco a parlare di Taranto con un pezzo di governo. Mi auguro che questa prassi di discutere delle vicende di Taranto direttamente tra il Presidente della Regione e il Governo possa proseguire. Io sono certo che con la calma, con il garbo, il rispetto, Taranto possa ottenere molto di più che se si perde la calma e si adoperano mezzi e parole che autorizzano a pensare il resto del mondo che tanto a Taranto non c’è alcun rimedio e che qualcun’altro deve scrivere il proprio futuro”. E, proseguendo, Emiliano ha aggiunto: “Qui a Taranto si gioca la battaglia per il futuro industriale del nostro Paese, che deve essere non un pericolo per la salute”, chiarendo che “le parole a Taranto non possono essere sprecate, bisogna parlare la lingua della verità: dire una cosa e poi farla altrimenti non si é più credibili”. “E la credibilità del Governo – ha poi commentato Emiliano – qui non é stata ancora del tutto stabilita”. Un linguaggio di verità che il Presidente della Regione ha usato quando, commentando la firma del contratto istituzionale di sviluppo per la Città ionica, ha dichiarato: “Da quanto mi sembra di capire per Taranto non c’è una lira in più, non so se è chiaro, sono tutti soldi che erano stati già stanziati dall’Amministrazione  regionale precedente e solo in piccola parte dai governi passati”. Infatti, ha poi spiegato Emiliano: “Qui, oggi, abbiamo fatto solo un riepilogo, una ri-firma. La ri-firma è un istituto giuridico che ho appreso essere nell’ordinamento italiano”. Infatti, per il governatore pugliese, serve invece “descrivere una situazione della città e della provincia che possa consentire al governo di prendere buone decisioni e di evitare una sindrome, che é comprensibile ma pericolosa, quella di valutare solo gli aspetti positivo di ciò che accade e non, ad esempio, la constatazione che ancora oggi, a causa e grazie ai decreti (perché altrimenti l’Ilva sarebbe sequestrata dalla magistratura) i tarantini sono ancora soggetti ad una fonte di inquinamento attiva, che non è quella di una volta, ma è esistente”. Difatti Emiliano, in merito all’impianto tarantino, ha raccontato di aver fatto presente al Capo del governo della proposta tecnica della Regione che consentirebbe di “azzerare l’inquinamento di Taranto” e di “dimezzare le emissioni di C02”, riferendosi evidentemente all’idea di far alimentare gli alti forni dell’Ilva a gas, anziché con il carbone, com’è attualmente. “Ma su questo punto – ha sottolineato lo stesso Emiliano – ancora una volta non ho avuto ancora risposta, così come su un principio fondamentale di ogni bonifica: questa può iniziare se la fonte di inquinamento è sottocontrollo”. Però, a fare da contro canto alla promessa del premier di firma a settembre del “Patto” con la Regione ed alla dichiarazione sul “Patto per lo sviluppo di Taranto” è ancora una volta l’ex ministro forzista agli Affari regionali Raffaele Fitto, ora leader di Cor, che in una nota afferma: “Renzi ed Emiliano, come epilogo della loro stucchevole telenovela delle scorse ore, in cui hanno giocato ad evitarsi a danno dei cittadini, oggi prendono in giro i pugliesi e i tarantini rifirmando il contratto istituzionale di sviluppo”. Infatti, Fitto ha ironicamente commentato: “Renzi in Puglia firma due volte lo stesso contratto. Pensa di essere sul set di ‘Totò truffa’ e ci vuole vendere la Fontana di Trevi”. Ed a sostegno di ciò ha segnalato due link (uno del Governo e l’altro della Regione Puglia) che, messi a confronto, fanno scoprire di essere in presenza di un identico testo. “In sintesi – afferma poi il leader di Cor – Renzi viene a Taranto ad inaugurare un museo finanziato dai precedenti Governi, non dice una parola sul fatto che a maggio il Cipe ha distribuito un miliardo di euro per la Cultura, destinando, però, al Sud il 30% delle risorse anziché, come prevede la legge, l’80% ed alla Puglia solo briciole (25 milioni). Rinvia a settembre, per una contrapposizione irresponsabile tra lui ed Emiliano la firma del discutibile Patto per la Puglia, penalizzando la Puglia che sarà l’unica Regione del Sud a non beneficiare la prossima settimana dei finanziamenti del Cipe ed infine  firma esattamente lo stesso contratto già firmato mesi fa”. Ad ironizzare sulla promessa del premier della firma a settembre del “Patto” con la Regione è invece il gruppo dei 5 consiglieri regionali di Cor che su questo tema, ancora una volta, attacca sia il governatore pugliese che il leader nazionale del Pd, nonché premier. Infatti, rilevano i “fittiani” della Regione: “Oggi (ndr – Renzi) promette di tornare a settembre in occasione della Fiera del Levante. Magari nella speranza che per quella data il presidente Emiliano abbia assunto una posizione referendaria per il Sì! Nel frattempo siamo l’unica Regione del Sud che rimane senza i fondi previsti. Ai ritardi già accumulati negli ultimi anni ne dobbiamo registrare altri”. Però, per stare tranquilli, gli stessi assicurano di tenere i panzerotti in caldo, perché temono che “alla fine invece del Patto del panzerotto” ci i possa trovare “di fronte a un calzone di cipolla indigesto per i pugliesi che sono stati  costretti ad assistere, anche oggi, al teatrino fra il premier Renzi e il presidente Emiliano”. Intanto il governatore pugliese, rispondendo a chi su Twitter gli chiedeva “chi pagherà il conto salato della guerra personale tra @micheleemiliano e 
@matteorenzi?”, ha assicurato: “Si tratta di divergenze politiche nell’interesse della Puglia che al massimo pagherò io. Stia tranquillo”. Per cui i pugliesi, tra uno “stare sereno” di Renzi  sulla sottoscrizione a settembre del “Patto per la Puglia” ed uno “stare tranquillo” di Emiliano per i danni causati dal ritardo, possono verosimilmente dormire “a sette cuscini” per il loro futuro. Ma sarò così davvero? Infatti, per ora, non possono far altro che sperare.

 

  Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 30 Luglio 2016

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