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Il falso decentramento dei nuovi Municipi

Che il nuovo decentramento amministrativo del Comune di Bari, varato nella primavera del 2013 dalla maggioranza di centrosinistra che sosteneva l’ex sindaco Michele Emiliano (da qualche mese neo governatore della Puglia) sarebbe stato un vero e proprio “bluff ” lo sostenevano in pochi quando si votò nell’aula “Dalfino” il Regolamento sui 5 cinque Municipi, che da giugno del 2014 hanno sostituito le vecchie nove Circoscrizioni. Ora, invece, che è trascorso poco più di un anno da quando a Bari sono in vigore i cosiddetti Municipi, coloro che, sia tra gli addetti ai lavori che tra i comuni cittadini, si rendono conto sempre più dell’inutilità di Organi istituzionali totalmente privi di poteri concreti, ma fonti soltanto di nepotismo politico e spreco di preziose risorse pubbliche, sono davvero numerosi. Giuseppe Anaclerio, esponente di spicco del movimento autonomistico delle periferie baresi è tra i pochi che all’epoca avevano denunciato l’inutilità dei ‘Municipi’ come organi comunali di decentramento amministrativo per la città di Bari, in sostituzione alle vecchie Circoscrizioni. Ma Anaclerio aveva già da allora evidenziato soprattutto l’inadeguatezza dei cosiddetti ‘Municipi’ a rispondere alle esigenze di autonomia politica ed amministrativa delle due grandi realtà periferiche baresi, Palese e Santo Spirito da un lato e Carbonara-Ceglie-Loseto dall’altro, che da oltre un decennio, come è noto, rivendicano a gran voce l’esigenza di staccarsi dal capoluogo, per costituirsi in distinti Comuni autonomi. Infatti, dichiara tutt’ora in una nota lo stesso Anaclerio: “Il decentramento nel senso con il quale l’intende il Comune centrale, lo abbiamo già sperimentato anche in forma (letterale) di Circoscrizione ad autonomia speciale, aggettivo poi scomparso nei successivi, diversi regolamenti, e sostituito ora con un titolo enfatico di  Municipio”. Però, l’esponente del Movimento autonomistico delle periferie baresi, con un passato quarantennale alle spalle da dirigente di alto livello del Comune di Bari, non si ferma qui con le considerazioni sugli attuali fallimentari ‘Municipi’ dei quartieri baresi e proseguendo ricorda: “E’ il decentramento sempre annunciato e promesso che non è  decollato né decollerà mai effettivamente fino quando – a mio giudizio – la macchina comunale barese conserverà le due strutture concorrenti di Assessorati/Ripartizioni e delle Circoscrizioni, ora chiamate Municipi, (ndr – ma il nome Circoscrizioni esiste ancora nello Statuto del Comune di Bari!) con i loro apparati  amministrativi”.

“In una così fatta situazione burocratica – spiega ancora Anaclerio – il ‘Centro’ tergiversa e rinvia alle calende greche l’assegnazione effettiva di nuove funzioni con personale e finanziamenti adeguati”. Infatti, proseguendo con le considerazioni l’ex dirigente del Comune capoluogo rileva: “Per cominciare ci vorrebbe la introduzione di un vero e proprio bilancio municipale con la capacità per il ‘Municipio’ di disporre di propri capitoli di spesa per servizi ed opere nuove e manutentive, con la conseguente competenza ad approvarne i progetti, ad affidarne la esecuzione nelle forme di legge, ad impegnare e liquidare la relativa spesa”. E constata: “Sono passati ormai più di trenta anni ed a Bari gli Organi di decentramento vivacchiano in attesa dei modesti finanziamenti disposti dal ‘Centro’ per interventi nel campo dei Servizi sociali e in quelli culturali e sportivi”. Ma l’aspetto forse più grave che evidenzia Anaclerio riguarda proprio l’inerzia e l’indifferenza degli esponenti politici di quartiere (Presidenti e consiglieri di Circoscrizioni e/o Municipi) che si limitano a subire passivamente il loro stato di rappresentanti dei territori senza effettivi poteri ed afferma: “Gli amministratori del decentramento – salvo qualche sussulto di dignità (ndr – vedi ex presidente di centrosinistra della circoscrizione Palese-Santo Spirito, Saverio Diliso) – finiscono con l’adeguarsi allo status quo, limitandosi a contabilizzare gettoni di presenza (ndr – un’indennità di circa 38 Euro a seduta) a cui con improbabili argomenti si cerca di dare idonea legittimazione”. E dopo aver fotografato la passata, ma anche presente fallimentare realtà degli Organi di decentramento comunale di Bari, Anaclerio ritorna a spiegare l’attualità dell’esigenza di distacco polirico amministrativo da Bari delle ex frazioni, come Palese-Santo Spirito e Carbonara-Ceglie-Loseto, che hanno i requisiti storico-culturali, di abitanti, di distanza dal capoluogo ed economico finanziari, per potersi costituire in distinte realtà comunali scissa da Bari. “Sarebbe facile a questo punto, – sottolinea l’esponente autonomista – con forse gratuita dietrologia, dire e ripetere che noi dei comitati autonomistici l’avevamo detto e previsto che, con il neologismo di ‘Municipi’ nulla sarebbe cambiato in tema di ‘buona amministrazione’ con servizi adeguati ed interventi celeri a favore dei cittadini-utenti”. “Soprattutto – ribadisce Anaclerio – per quelli che risiedono nelle periferie di Bari come Carbonara-Ceglie-Loseto, realtà di oltre 40mila abitanti, e Palese e Santo Spirito, realtà ora di quasi 35mila residenti”. E conclude: “Quindi, nulla è cambiato, tranne che il nome, con la trasformazione delle vecchie ‘Circoscrizioni’ in ‘Municipi’  che possa fare modificare la nostra posizione fortemente critica”. Dunque, nessuna abiura all’idea di Autonomia comunale per le ex frazioni baresi in condizioni di autogestirsi amministrativamente e politicamente e della cui necessità molti sono oggi ancor più fortemente convinti e da cui non intendono affatto deflettere. Infatti, ha precisato Anaclerio a ragionamento concluso sul ‘falso decentramento’ del Comune di Bari: “La mia partecipazione al nascente Comitato dei ‘cittadini metropolitani’ ed alle iniziative che lo stesso va ad intraprendere (ndr – come annunciato da questo stesso giornale in un servizio apparso sul numero del 4 Agosto scorso) è finalizzata a supportare la proposta di legge di iniziativa popolare predisposta a Milano, ma anche con il nostro contributo, con la quale, integrando e modificando la legge Delrio (ndr – la n. 56 del 7 aprile 2014), s vuole introdurre l’elezione diretta e popolare del Sindaco e del Consiglio metropolitano,che ora sono invece uati senza alcun coinvolgimento dei cittadini residenti nell’Area metropolitana”. Un sostegno, ha spiegato inoltre Anaclerio, che vuole essere per parte sua, oltre che un contributo alla giusta rivendicazione del diritto del popolo a poter eleggere a suffragio universale i rappresentanti istituzionali, anche per la possibilità – in forza di legge – di realizzare quella autonomia comunale per le due comunità (Palese-Santo Spirito e Carbonara-Ceglie-Loseto) che, malgrado referendum popolari espressisi a favore, ha visto nel 2010 il Comune di Bari e la Regione Puglia negarla con prepotenza politica contro la volontà popolare legittimamente espressa e le sue storiche aspettative. La legge Delrio prevede (art. 22), infatti, che, con l’elezione diretta del Sindaco e del Consiglio Metropolitano, il Comune capoluogo debba far luogo ad un riordino del proprio territorio in più Comuni, tenendo conto della omogeneità delle zone per storia, cultura, economia e posizione territoriale. “Tale previsione – chiarisce Anaclerio – a mio parere fa sì che il Comune capoluogo perda la sua posizione egemonica a tutto vantaggio di decisioni collegiali ed effettivamente paritetiche di tutti i 41 Comuni (io ne auspico 43!) della provincia di Bari che compongono l’odierna ‘Area metropolitana’ di Terra di Bari”. E l’ex dirigente comunale barese, da tempo convinto sostenitore del progetto autonomistico delle ex frazioni, chiude affermando: “Personalmente, all’innanzi detta proposta di legge di iniziativa popolare partita da Milano proporrei un emendamento con il quale si dovrebbe stabilire che la carica di sindaco della Città capofila (ndr – nel nostro caso Bari) sia incompatibile con quella di sindaco della Città metropolitana”. Una proposta, quest’ultima, che chiude il cerchio sul conflitto d’interesse e sugli egoismi amministrativi e politici di chi nega un diritto costituzionalmente garantito (Cost. art. 5) all’autodeterminazione di due consistenti consistente di cittadini attualmente sotto Bari, oltre che l’evidenza dei fatti.

 

Giuseppe Palella

 

 

   


Pubblicato il 28 Agosto 2015

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