Cultura e Spettacoli

Il fantasma di Anna e il soldato impavido

Mentre la grande caldera dei Campi Flegrei è entrata in una fase di ‘attività’ che non lascia presagire niente di buono, l’Etna continua ad eruttare. L’ultimo fenomeno che riguarda il più grande vulcano d’Europa risale alla tarda mattinata del 19 aprile, quando una colata lavica ha cominciato a percorrere il fianco meridionale del cratere di sud-est provocando crolli e pennacchi di polvere rossastra. Ogni volta che l’Etna dà segni di vivacità i vecchi contadini di Nicolosi, il centro abitato più prossimo alle pendici del vulcano, ricordano un’antichissima diceria per la quale all’interno del vulcano brucerebbe Anna Bolena, la seconda moglie di Enrico VIII. La fantasiosa credenza sarebbe frutto della damnatio memoriae cui Anna Bolena andò incontro dopo essere stata ritenuta responsabile dell’allontanamento del monarca inglese dalla Chiesa Cattolica ; evento scismatico che diede vita alla Chiesa Anglicana. Come tanta fantasia abbia preso forma non è dato sapere. E se qui essa viene tirata in mezzo è perché oggi ricorre il 481esimo anniversario della morte di Anna Bolena, decapitata nella Torre di Londra il 19 maggio 1536. La drammatica fine di questa donna giustamente passata alla storia anche per le sue grandissime qualità di regina alimentò subito numerose leggende, la più famosa delle quali ha per oggetto l’avvistamento del suo fantasma con la testa sottobraccio. Queste apparizioni avrebbero avuto luogo, oltre che alla Torre di Londra, al castello di Hever (nel Kent) e alla Blickling Hall, storica residenza nel Norfolk dove Anna nacque. Di tutti gli avvistamenti del fantasma regale il più celebre è stato descritto dallo studioso dei fenomeni paranormali Hans Holzer. Egli racconta che nel 1864 fu alloggiato nella Torre di Londra un certo J. D.  Dundas, generale maggiore del sessantesimo reggimento dei King’s Royal Rifle Corps. Una mattina, guardando dalla finestra del suo alloggio, Dundas notò una guardia che si comportava in maniera strana nel cortile sottostante, davanti agli alloggi dove – secoli prima – era stata imprigionata Anna. Secondo il racconto del generale la guardia aveva assunto un atteggiamento di sfida nei confronti di “qualcosa come una figura femminile biancastra che ‘slittava’ verso il soldato”. La guardia caricò la figura con la sua baionetta e poi svenne. Solo le parole del generale, intervenuto spontaneamente a deporre dinanzi alla Corte Marziale, salvò la guardia da una pesantissima punizione (in un primo momento, rifiutandosi di credere alla testimonianza del soldato, la Corte aveva incriminato lo stesso per ubriachezza e abbandono di posto ingiustificato).

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 19 Maggio 2017

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